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Titolo: Sirena a Paraggi

Autore: Massimo Bontempelli

Data: 1931-09-02

Identificatore: 141

Testo: Sirena a Paraggi

Questa mattina l’aria è un po’ fredda, il mare un po’ grigio. Sulla spiaggia di Paraggi le signore e i signori stanno tuttavia in costume da bagno, ma nessuno è entrato nell’acqua.

All’aperto passa un cutter candido; è uscito dalla punta di Cajega, diritto fila verso sinistra tutto poggiato su un fianco. Tutt’a un tratto un fuoribordo gridando sbuca dal nascondiglio della Niasca, starnazza velocissimamente con la coda tronca e tra un delirio di schiuma scompare oltre il Castello.

L’acqua torna mogia e un po’ buia.

L’acqua del mare è vuota d’uomini. Sull’acqua del mare passa un brivido, anche i gentiluomini e le dame sulla spiaggia rabbrividiscono. Sua Eccellenza si gratta la barba, e tien circolo; guarda il cielo, e si lamenta perché da tre giorni al suo albergo non servono pesce.

— Neanche negli altri, Eccellenza; da tre giorni non si è più pescato un pesce, i pescatori sono disperati.

La moglie di Sua Eccellenza è giovane e ha il collo sottile. Piega un poco la testa sul collo, e dice con voce soave:

— M’ha detto Daniele che ieri vicino a uno scoglio di là — segna con la mano vagamente verso D vento del mare — passando in barca a vela ha visto per un momento affacciarsi dalle onde una sirena e rituffarsi subito. Quando vengono le sirene i pesci fuggono.

— E’ un’antica credenza — pronuncia dal circolo un professore. — Omero e Virgilio non ne fanno parola, ma in una glossa inedita all’Odissea, che io ho scoperto in un papiro di Oxirinco, è detto chiaramente che i pescatori nei tempi di pesca magra attribuivano la fuga dei pesci alla vicinanza di qualche sirena.

Sua Eccellenza scrollò le spalle. Un giovanotto disse: — Le sirene sono queste — e indicò in giro le dame, ma nessuna lo ringraziava. La moglie di Sua Eccellenza guarda al mare con occhi languidi pensando a Daniele che aveva visto la sirena.

Intanto il cielo si faceva più grigio del mare.

***

Ora il fuoribordo, che dietro il Castello era scomparso, di là tornando riapparve, ma molto più lento; passò a sottovento del cutter che s’allontanava all’altomare, e riprese a scatti il cammino verso la punta di Cajega. A colpi ineguali batteva la coda piatta sul mare che cominciava a inquietarsi, dal motore mandava piccoli scoppi impazienti che nell’aria trista soffocati morivano.

Tutt'a un tratto la moglie di Sua Eccellenza si levò in piedi con un grido.

Impallidita tendeva il braccio nudo verso il centro del mare balbettando:

— E’ là, ecco là...

Tutti della spiaggia guardarono lei, poi guardarono il centro del mare.

* * *

Nel mezzo dell’obliquo cammino di mare dalla punta di Cajega alla punta di Castello, fuori dall’acqua emergeva una testa, e immobile stava.

Era una testa di donna, e guardava.

Il grigiore dell’aria; e uno sbattere intorno a lei di piccole onde, facevan difficile distinguere subito i tratti della bagnante solitaria e temeraria. Si vedeva bene ch’era bionda. E che un nodo stretto di capelli raccolti in una reticella le scendeva sul collo. Guardava intorno con grandi occhi spaventati e non si moveva di là.

— La sirena... — mormora la moglie di Sua Eccellenza.

— Storie. Una nuotatrice imprudente; dev’essere arrivata dalla parte di Portofino.

— Chi la riconosce?

Ora la bagnante attonita parve sentire un rumore alla propria destra, e di colpo si girò, verso il fuoribordo che lentamente veniva alla sua volta. Emerse per un attimo una spalla nuda. I grandi occhi si fecero ancora più maravigliati.

Il fuoribordo le arrivava vicino, pareva non essersi accorto di lei; ora le era quasi addosso, i gentiluomini e le dame in piedi dalla spiaggia gridavano per avvertirla.

Ma lei stupefatta guardò verso la spiaggia e non si mosse.

La punta del fuoribordo raggiunse il suo collo, la testa della donna scomparve, non si capì in quell’attimo se ella si fosse tuffata o se quello la avesse premuta giù. Il fuoribordo passò e continuava ad andare. L’animo degli uomini e delle donne si strinse d’angoscia, passarono secondi lunghissimi, disperati minuti.

Barche subito furono messe in mare, e sotto il cielo a ogni ora più nero con scandagli nell’acqua agitata fecero lunghe ricerche ma non trovarono niente. Fu telefonato a tutte le spiagge vicine ma in nessun luogo nessuna bagnante mancava. Per tutto il rimanente della giornata non si parlò tra i bagnanti di Paraggi d’altro che della strana apparizione, che Sua Eccellenza riteneva fermamente essere una « allucinazione collettiva ».

La moglie di Sua Eccellenza, e quasi tutte le donne e fanciulle della spiaggia di Paraggi, fecero quella notte strani sogni pieni di turbamenti.

* * *

La mattina si svegliarono, che pioveva; tutti i bagnanti rimasero nei rispettivi alberghi, pensioni e ville, a giocare a bridge o al ping-pong.

A mezzogiorno e mezzo mettendosi a tavola Sua Eccellenza ebbe una consolazione: il maestro di mensa gli si accostò dicendo:

— Eccellenza, finalmente abbiamo del pesce.

Dietro lui il cameriere si presentò porgendo un gran piatto su cui posavano magnifici brani di pesce rosolato.

Il maestro continuava:

— Lo hanno pescato questa notte a fiocina, davanti a San Fruttuoso. Un pesce grandissimo, pare. Ne hanno portato a vendere mezzo a noi e mezzo allo Splendid.

— Che pesce è?

— Non sanno bene, deve essere un pesce d’altri mari, arrivato qua per caso trascinato da qualche corrente.

— Portatemi da vedere la testa — ordinò Sua Eccellenza — io dalla testa riconosco qualunque pesce di qualunque mare.

— La testa non c’era. Raccontavano quei pescatori, che con la fiocina hanno dato proprio nella testa e così s’è sfasciata. L’han portato qua già tagliato in pezzi.

La moglie di Sua Eccellenza non mangia pesce.

Tutti gli altri lo trovarono ottimo, con un gradevole sapore esotico. — Un sapore stupefatto — definì Daniele, che era a due tavolini dì distanza da quello di Sua Eccellenza.

***

Il giorno dopo il mare e il cielo eran tornati bellissimi; e a colazione in tutti gli alberghi, pensioni e ville, furono serviti ottimi fritti di calamaretti.

Massimo Bontempelli.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 02.09.31

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Citazione: Massimo Bontempelli, “Sirena a Paraggi,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 17 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/141.