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Titolo: Libri della settimana

Autore: non firmato (Lorenzo Gigli), Vellani Marchi

Data: 1934-03-14

Identificatore: 1934_111

Testo: Libri della settimana
Tropico e dintorni
Anche in questo nuovo volume di racconti e bozzetti africani, di Guelfo Civinini (Tropico e dintorni - Ed. G. Carabba, Lanciano - L. 9), illustrato da gustosi disegni di pittori e letterati, da Novello e Vellani a Orio Vergani, ritroviamo i modi e le forme dell’evasione del Civinini migliore, che, come s'è detto altre volte, non è strettamente aderente agli schemi spirituali del crepuscolarismo; in un certo senso, anzi, il Civinini è un crepuscolare d’occasione, generose e vive essendo in lui molte forze romantiche che mal si adatterebbero alla rassegnata filosofia crepuscolare. Di qui anche il tono diverso della sua melanconia, o meglio della sua serenità accorata, della sua vena nostalgica che si libera in motivi di canto al contatto della poesia della vita. In Tropico e dintorni ritroviamo inoltre il Civinini giornalista, cioè l’interprete degli aspetti multiformi della vita attiva e ad ogni passo lo scrittore di razza che trasfigura e nobilita i motivi più triti della cronaca. Siamo anche questa volta in Africa, ancora sulle « vie dell’impero » che il poeta della « canzonetta in falbalà » ha percorso sino ai più lontani confini, destandosi sotto la tenda con lo stesso male d’Africa che ha sollevato l'esistenza di molti uomini al di sopra del livello comune al quale l’avrebbe condannata la consuetudine, e ne ha fatto degli eroi. Male d’Africa, cioè amore del vivere pericolosamente che oggi la morale fascista, ha tradotto in stile italiano. Africanista appassionato, Guelfo Civinini ha dato alla letteratura coloniale alcune delle sue pagine più belle, vivendole prima: nel Fezzun, nell’Eritrea, in due viaggi etiopici il secondo dei quali lo portò presso la tomba del grande connazionale Vittorio Bottega il quale dorme i suoi sonni in quel continente che il suo sacrificio e quello d’altri ardimentosi non valsero allora a schiudere al mortificato spirito italiano. Queste avventure il Civinini ha narrato in precedenti volumi, e i suoi Ricordi di carovana sono un diario spirituale in sede d’esperienza diretta sulle strade dagli sterminati orizzonti. Qui, in Tropico e dintorni, abbiamo invece di quell’esperienza il resultato pittoresco, l'impressione vivace, l’interpretazione sul piano episodico. In quindici capitoli d’una freschezza sempre sostenuta passa una cinematografia africana che non si contenta dell’esteriore e dell’accessorio ma registra le reazioni dello spirito latino del protagonista e le traduce in commentari d’una sobrietà esemplare. Anche qui la vena nostalgica del Civinini gioca felicemente, dà al paesaggio al costume e all’episodio una vernice di poesia sottile, conferisce alla decorazione talvolta stilizzata la grazia di certe stampe antiche. Il capitolo « Avvoltoi sul deserto » è un’altra variazione del tema male d’Africa di cui si parlava poco fa: non se ne guarisce, anche se talvolta le delusioni tentino di forzarci a credere d’esserne guariti. C’è, si sa, un'Africa d’orpello, europeizzata, mondana, guasta, e c’è l'Africa bella, aperta, selvatica, che venta sui sentieri gli odori violenti dei suoi covili. A quest’Africa il cuore dell’esploratore è perennemente legato. Non si guarisce, non si guarisce: « bisognerà pure, un giorno, ritornare; per viverci ancora un poco, immemori ed estatici, di luce, d’ampiezza, di riflessi d’eternità, fino all'ultima ora segnata, fino a quella in cui, folgorati dal sole, rovesci in una rovente solitudine, i nostri occhi faranno prima di spengersi, l’ultima bevuta d’azzurro. Che, infine, per mangiarci il cuore, meglio gli avvoltoi che i vermi... ». Il pensiero della morte riaffiora in altre pagine, anche là dove il bozzetto si drappeggia in ornamenti d’un umorismo delicato e romantico, come nel capitolo della « Casa marina » dove il Civinini immagina di finire fanalista d’un faro sperduto: « Poi, distratto come sono, una sera succederà che mi dimenticherò di accendere la lanterna. E allora mi cacceranno via anche da li e mi ributteranno alla terra più prossima, chiuso fra quattro tavole ». Il libro è pieno di fantasie delirate, di scorci gentili, di momenti lirici. È un taccuino di ricordi rievocali e illuminati da un poeta.

(Disegno di Vellani Marchi).

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 14.03.34

Citazione: non firmato (Lorenzo Gigli) e Vellani Marchi, “Libri della settimana,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/1476.