Beta!
Passa al contenuto principale

Titolo: Giovanni Pascoli epigrafista

Autore: Giulio Tognacci

Data: 1934-06-27

Identificatore: 1934_287

Testo: Giovanni Pascoli epigrafista
(Con alcune epigrafi e lettere inedite)
Non esiste ancora uno studio completo su Pascoli epigrafista che raccolga tutte le originali iscrizioni del poeta disperse in giornali, in riviste e in qualche lettera gelosamente custodita. Cesare Magi in un opuscolo di Pagine devote sul Pascoli ne diede sedici; it numero unico Lucca a G. Pascoli ne raccolse ventinove; alcune altre, a cura del prof. G. M. Ferrari, furono edite nella rivista I nostri quaderni dedicata dal comune di Lanciano alle onoranze nazionali al poeta nel 1924.
Per conto mio, credo di aver riunito la maggior parte, direi quasi tutte le iscrizioni pascoliane per libri, lapidi, monumenti, pergamene, medaglie, targhe. E le ho studiate e meditate alla luce di molti ricordi personali e di confidenze del poeta. Molte sono veri gioielli di poesia, effuse di alti evangelici pensieri, ardenti d’italianità; altre semplici ed eloquenti, piene di dolcezza, di bontà, di accorata tristezza. Per oggi mi accontento di recare il mio contributo illustrativo a tre epigrafi dettate per San Mauro, pubblicando anche tre lettere inedite. L’11 dicembre del 1910 il Pascoli fu a San Mauro ad inaugurare una lapide a Garibaldi, che reca una epigrafe da lui dettata. E tenne quel meraviglioso discorso ch’è un inno d’amore e di passione per il rosso eroe che combattè per la Patria e per l’umanità. Desiderò che quel discorso fosse pubblicato a profitto del Giardino d’infanzia ed il suo desiderio fu poi realizzato per volontà del Duce. Fin dal 25 aprile del 1910, il poeta scriveva da Bologna al sindaco di San Mauro:
« Io vorrei fare il discorso garibaldino a San Mauro; ma, per il 2 giugno assolutamente non posso. Sono immerso nella scuola e negli esami. Invece mi parrebbe, anche per altre ragioni, bello e opportuno che il discorso si tenesse il 9 novembre... 9 novembre? Sì. Nel cinquantenario dei Mille sono da prendersi le date dell’eroica spedizione. Tra queste, due sono sublimi. Il 5 maggio (veramente, sarebbe il 6; ma via, così è invalso), data dell’imbarco e della partenza per là Sicilia, e il 9 novembre data della partenza per Caprera... Il discorso stampato con qualcos’altro, ... sarà venduto (e si venderà) a profitto dell'erigenda Casa dei bambini di San Mauro. E comincerò così a dare il mio contributo. A me basta che mi duri la salute, e in poco tempo sento di poter dare quanto occorre a questo che sarà il più degno il più umano il più santo monumento ai miei infelici genitori e fratelli e, se si vuole, al loro memore figlio, al loro memore fratello, superstite. In quel giorno s’inaugurerà la lapide di Garibaldi;... sarà una grande festa civile, sebbene in piccolo paese e con piccolo e fievole oratore... Comunichi questa lettera al nostro Poldo (Leopoldo Tosi), a cui l’idea di commemorare l’eroe che ritorna alla sua sterile isola con un sacco di semente deve massimamente piacere. (Garibaldi nel censimento si dichiarò agricoltore, e deve piacere a tutto l’agricolo comune)».
Ed ecco il testo dell’epigrafe:
E sol uno vegliava, dormendo ancor tutti — e come in sogno anch'esso — vedeva giovani in armi sopra una rupe — ne udiva nella fresca alba — fremere al vento la bandiera come vela di nave — sonar l'unica tromba come bucina di pastore. — Oh! poesia d’azione di vita di moto — libera piena possente! — E in terra d’esilio e in tempi di sventura — venne a lui dal mare — la poesia che muove che vive che crea — Giuseppe Garibaldi — che trasse l'ancor titubante giovine Italia — nell'America e nell'Europa — per mare e per terra — a combattere in quaranta battaglie — a vincere anche vinta — a essere — ora e sempre.
* * *
Il 13 maggio del 1906, da Bologna il poeta scriveva a Pietro Guidi, segretario del comune di San Mauro:
« Oggi mi ci metto, e ti farò l’iscrizione di Mazzini. Per Pentecoste spero che tu la possa avere incisa e murata, ammonitrice di santa umanità ideale. Un abbraccio dal tuo Giovanni Pascoli ».
Il 21 settembre del 1906, mandava l’epigrafe accompagnata da questa lettera al sindaco:
« Eccole in ritardo l’iscrizione per il mio San Mauro. Che vuole? Non m’è riuscito farla, se non il 20 Settembre, per la sagra dell’Italia. Di segni d’interpunzione mi pare che bastino i pochi che ho segnato io. Per le divisioni, si può anche fare qualche novità, secondo possibili esigenze dell’artefice. Non so se avrò accontentato il mio paese. Certo ne ho avuto intenso il desiderio ». L’epigrafe dice (gli autografi di questa come di quella per Garibaldi sono conservati nella Biblioteca Pascoli di San Mauro):
In questa sede d’un agreste comune — di lavoratori — a ricordo ad ammonimento a rimprovero ad augurio — resti perennemente il nome — di Chi volle emancipare il lavoro di Chi predisse il patto dell'umanità — segnato - da popoli liberi eguali consci di vita propria — Giuseppe Mazzini — la cui bandiera sparì gloriosamente — nella caduta eroica — delle due più gloriose città dell’evo antico e medio — Roma e Venezia — la cui voce passa ancora — dall'Alpi al mare sopra la terza Italia — Ch’Egli seppe unire e vuol rigenerata. — Levati in alto onda salsa del mare — e ricadrai dolce pioggia fecondatrice — ascendi o popolo sino al tuo profeta — e il mondo amerà il più grande dei popoli — il più civile il più umano.
* * *
Lasciando da parte altre lettere e dediche, ricorderò come nella seduta consigliare di San Mauro del 10 novembre 1907 il Pascoli, pronunciando parole di amore verso il paese natale, dicesse: « Saluto la piccola patria che pur è un caro paese, forte paese di lavoratori, in cui ogni operaio ha due o tre arti alle mani, in cui il lavoro ha, per una fortuna, a dir vero, rara, sopra e accanto sè piuttosto il socio che lo sfruttatore, il fratello piuttosto che il nemico, e piuttosto che il tiranno ha il maestro illuminato che lo guida e lo sorregge. Ho con queste parole nominato l’ingegner Leopoldo Tosi che nè voi nè io possiamo, nè potremo più disgiungere dal pensiero della nostra patria da lui beneficata ed onorata».
E per il Tosi, benemerito cittadino e agricoltore, dettò questa epigrafe:
In quest'angolo della terra Saturnia — ha fatto rivivere la gloria antica. — Se Virgilio vagasse ancora — cantando per le città romane il suo carme — qui sosterebbe. — Roma — se ancora vinca — di qui trarrà i bianchi bovi — per le sue pompe trionfali.
In canti mirabili e nella Canzone del Carroccio, il poeta parla dei bovi che mugliavano in Bologna ai piedi dell’Arengo, e vede sulla piana e larga via romana passare il Carroccio, mentre gioia dice all’alba e pace a sera la Martinella. Il suo pensiero è rivolto certamente ai bovi della tenuta della Torre, che varie volte, ospite del Tosi, aveva ammirato. Il 6 febbraio del 1902 scriveva da Messina al prof. Giuseppe Gori, a San Marino:
« Tu stai per tornare, se non sei già tornato, a San Mauro, per le vacanze di Carnevale. Vorrei una cosa da te. Quando venne fuori la lista dei cavalieri del lavoro, scrissi al nostro amato ing. Tosi rallegrandomi.
In quella lettera chiedevo all’ingegnere qualche fotografia agricola, volendo io, benché lontano, fare quel mio poemetto sui bovi di San Mauro: tanto, se aspetto di tornare costà...; e a me preme farlo... ».
Le iscrizioni per Mazzini e Garibaldi, murate sulla facciata del Palazzo comunale di San Mauro, furono giustamente definite: « Severe, penetrate di alto pensiero e alimentate di viva fonte di poesia, ispirate al più nobile e forte e sano amor di Patria, armoniosamente risonanti nella parola alata che s’incide imperitura nella pietra, belle e perfette come le più vibranti delle sue odi e i più solenni dei suoi inni »; e per conto nostro quella recitata per l’ing. Tosi è fremente di vaticinio. E oggi Roma è veramente tornata a celebrare le pompe trionfali del nuovo diritto e della nuova giustizia.
Giulio Tognacci.
Autografo dell'epigrafe per Garibaldi che si conserva nella Biblioteca di San Mauro Pascoli.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 27.06.34

Etichette:

Citazione: Giulio Tognacci, “Giovanni Pascoli epigrafista,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/1652.