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Titolo: Il libro del giorno

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1934-09-26

Identificatore: 1934_390

Testo: IL LIBRO DEL GIORNO
Una raccolta di novelle di Guelfo Civinini (no, non è ben detto novelle, ma piuttosto favole per quell’aria di sogno e di sera autunnale che spandono intorno) esce in questi giorni nelle edizioni Mondadori, dal titolo a mezz’aria
« Poi ci si ferma »
Storie che pare di sentirle raccontare dall’autore presso il fuoco acceso nella sua casa di Toscana e proprio sull’imbrunire d’una di queste giornate di settembre stantio. Protagonista v’è il Passato, prossimo remoto e antico, un Passato tutto vivo dell’anima di lui, di Guelfo, coi suoi capelli bianchi e le sue rughe larghe e lunghe intorno al sorriso grande. Dal primo racconto — che ha dato il proprio nome al libro intero — all’ultimo — «Canzone al meriggio» — il tema è unico: rimpianto di giorni sepolti, di avventure godute o semplicemente immaginate; desiderio mai affievolito di vagabondaggio e richiamo altrettanto insistente alla patria, alla nostra terra, alla casa; voci che chiamano nella memoria da lontananze remote suscitate dalla realtà più vicina e immediata; e per tutto il libro la luce blanda d’una sorridente malinconia, d’una esperimentata bontà: testimonianza d’un’esistenza macerata che vorrebbe poter trovare il suo porto nell’« ora che volge il desio». Così il protagonista di «Poi ci si ferma», che dopo aver conosciuto il mondo tutto quant'è grande e sentito la gioia di vivere nel moto, in perpetuo rinnovamento, come l’acqua, accetta sereno di fermarsi giunta che sia l’ora che Dio gli manda, il punto fermo. Così la musica di quella «Canzone al meriggio», alta e solitaria fra il cantilenare delle cicale che rigonfia e fluttua «come un respirare canoro del monte»; vi si parla di Dea. povera e favolosa creatura di chissà quanti secoli fa, morta per amore. «Storia assai più bella — commenta Civinini — di tutte l’altre che ho raccontato prima». E non è vero, perchè sorella di Dea è anche se mai quella Vanna innamorata del Magnifico nella «Novella fiorentina», che poi diventa suor Clemenza e muore anche lei d’amore, sia pure meno tragicamente, « mordicchiandosi le unghie ». Nè diverso è il tono se l’autore s’indugia a suscitare un’ombra di nostalgia, un desiderio di purità in « Fior-di-pesco », povera e cara donnina biondorosa, che per essere « una di quelle » è costretta a nascondere, nel timore che il volgo le rida sulla faccia, il tesoro del proprio cuore intatto e sensibile.
Talvolta il racconto si apre con andatura gaia e festosa per conchiudere nel dramma («Film di guerra»), talaltra è invece il dramma che si scioglie nel sorriso, ma un sorriso sempre immalinconito da non so che pena o dolcezza stanca: un cielo appannato dal pianto («Il terribile fuochista»). Qua son pagine squisitamente mondane (« Traguardi »), altrove la mondanità assume d’un tratto accenti cupi, disperati, a mala pena dispersi all’ultimo dal sovrapporsi improvviso d’una frase, d’una noticina, d’una «trovata», che per essere squisitamente civininiane dissolvono il nodo drammatico nei vapori molli del patetico (vedi «Trama per un vecchio romanzo » e « Il libro dei sogni »).
Poi ci si ferma... Dopo tanto correre inquieto e cercare ansioso, l’ultima avventura è l’estremo riposo. Ma a questa legge inflessibile sembra ribellarsi l’eroe di « Una casa sul mare », che dopo averla desiderata, progettata, costruita, d’un tratto la chiude ed abbandona per ridarsi al vagabondaggio marino. Ai flutti sui quali veleggia la sua nave egli affida la chiave della casa alla quale non ritornerà mai più. E ci pare di scoprire in queste pagine il vero segreto dello scrittore, l’origine della sua malinconia, che non è che desiderio e paura insieme di quell’ultima mèta.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 26.09.34

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Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “Il libro del giorno,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 17 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/1755.