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Titolo: Ho scritto... Il Mare

Autore: Corrado Alvaro

Data: 1934-11-07

Identificatore: 1934_464

Testo: Ho scritto...
"Il Mare"
Questa rubrica è riservata agli scrittori italiani più rappresentativi. La iniziamo con Corrado Alvaro, che pubblica in questi giorni un volume di racconti, Il Mare, o la continueremo nelle prossime settimane con le « confidenze » di altri autori che, alla vigilia della comparsa in libreria d'ima loro opera nuova, diranno come si sono indotti a scriverla, donde hanno tratto ispirazione, chiariranno insomma le origini e i caratteri dell'opera illuminandola, per così dire, dall’interno.
Questo mio libro nuovo è uno di quelli cui tengo maggiormente: rappresenta per me il punto di arrivo d'una certa esperienza di vita, di costume, di storia, e anche di letteratura. Alla mia settantesima novella raccolta in libro, mi accorsi che avevo esaurito un mondo fatto di sensibilità, quale me l'aveva dato la mia natura. Qualunque scrittore può dire di sé, quale che sia l’entità della sua opera, d'avere avuto un periodo in cui scrisse come se cantasse. È il tempo giovanile; ma uno scrittore che rimane sempre giovane è sospetto. A un certo punto, se ha occhi, non può fare a meno di sentirsi meno ingenuo e più penetrato di elementi culturali, sociali, d’esperienza, e a questo punto comincia per lui un nuovo impegno. Ora, quando io scrissi i brevi romanzi che compongono Il Mare, mi trovavo in questa congiuntura. Avevo visitato la Turchia, ero vissuto lungo tempo in Francia e in Germania, e non potevo limanere insensibile a tante suggestioni diverse. Fra l'altro, ebbi la fortuna di vedere la Francia nell’immediato dopoguerra, la Germania quando credeva di aver risolto il suo problema di civiltà dandosi un tono che non le aveva mai conferito, quello del paese libero e sotto il dominio delle forze dell'intelligenza. Dell'esperienza di questi paesi e di questi mutamenti di civiltà sono un primo saggio i miei due romanzi brevi che s’intitolano Solitudine e L'ultima delle Mille e una Notte di cui preferisco il secondo per il suo ritmo rapido che reputo una conquista tecnica di fronte a tutto il mio lavorare. Siccome tendo a uscire dal racconto minuto e frastagliato, e da quello che comunemente si chiama psicologismo, questa è una prova per me molto interessante. So che la psicologia non sarà mai soppressa; ma so pure che v’è un altro modo di trattarla, facendone vedere i risultati: uno stile apparentemente esteriore, permeato di profonde giustificazioni psicologiche, è il mio ideale narrativo. Ma in Solitudine preferisco un certo modo di scoprire la grande città come se si scoprisse una natura. Non mi piace troppo la pagina finale, ma tutto il resto mi pare caratteristico di quel tempo, 1929.
Qualcuno ha scritto che Il Mare è l’unità poetica più riuscita che io abbia composto fino a oggi. Queste pagine hanno un andamento musicale, e le mie migliori qualità poetiche sono forse là dentro. Scrissi queste pagine dopo un soggiorno sulla costiera di Amalfi, a Positano, dove mi colpì lo spettacolo di certe persone del tutto normali che mutavano quasi animo davanti al respiro potente di quel mare: mi parve interessante ritrarre degli uomini elaborati dalla civiltà, che a contatto con le forze vergini degli elementi sono presi da ansie quasi divine e da inquietudini di paradiso perduto.
L’uomo nel labirinto uscì in volume nel 1926; era stato scritto nel 1921 a Parigi e pubblicato a puntate nello Spettatore di Corrado Pavolini nel 1922. Ora è ridotto di cento pagine in questa nuova redazione. Quando quel libro, ora da anni esaurito, uscì, provocò un certo sdegno e ancora qualcuno me lo rimprovera come una cattiva azione. V'è una certa crudezza che allora parve crudeltà; dopo è passata tanta letteratura cruda che a rileggere quelle pagine si può avere perfino l’impressione d'una certa ingenuità. Ma tra il 1921 e il 1922 questo lavoro era il primo esemplare di quella letteratura degli uomini traballanti del dopoguerra che formò un'epoca.
Il Mare, dunque, rappresenta il punto di arrivo della mia esperienza e questa raccolta m’ha suggerito, attraverso vari tentennamenti e riprove, L'idea d’un’opera vasta e organica in cui saggio, fantasia, racconto, poema, si mescolino in un impegno totale. Non sarà facile. Ma questo mi basta per rimandare indietro un nuovo libro che avevo già pronto, trecento pagine filate, ma che mi sembrerebbero ancora una scappatoia in confronto a quello che credo dover fare.
Esce pure in questi giorni una mia cronaca dell’Agro Pontino, La Terra Nuova, a cura dell’Istituto Nazionale Fascista di Cultura, e per le edizioni romane di « Novissima ». È una cronaca dal punto di vista degli uomini, dei lavoratori, e dei pellegrini della terra nuova. Ci sono dentro uomini, animali, piante, terra e acqua.
Corrado Alvaro.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 07.11.34

Citazione: Corrado Alvaro, “Ho scritto... Il Mare,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/1829.