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Titolo: Il Premio Goncourt ovvero "tutto per bene"

Autore: San Lazzaro

Data: 1934-12-05

Identificatore: 1934_512

Testo: Il Premio Goncourt
ovvero "tutto per bene"
Parigi, dicembre
Come sempre l’attesa per il Premio Goncourt, fiancheggiato dai premi ausiliari, di cui i più importanti sono il Femina e l’ultimo in data, il premio dei giornalisti, che s’intitola al fondatore della prima gazzetta, medico e istoriografo di Luigi XIII, è vivissima. Mentre i primi due si accompagnano a banchetti (per farsi un’idea dell’importanza nazionale del banchetto basta ricordare che Luigi Filippo dovette abdicare per avere impedito un festino) di cui la stampa diffonde, con scrupolosa esattezza, la composizione dei ménus, sottolineando i nomi delle portate, pieni di allusioni letterarie (« i gamberi in salsa piccante come li amava Chateaubriand dopo Atala ») cui si inspireranno i simposi domenicali dei centri intellettuali di provincia, l’ultimo, il Teofrasto Renaudot, è il premio dell’aperitivo. L’aperitivo meritava infatti d’esser nobilitato dalle sue nozze con un premio letterario.
Il Premio Goncourt non interessa direttamente che gli editori O gli autori? Per placare l’indipendente ambizionismo degli autori, gli editori hanno escogitato una tattica Sagace. Un mese prima che il premio sia ufficialmente annunziato, i giornali iniziano una serie di astute indiscrezioni: « Sembra che l’autore del Cavallo Bianco sia uno dei favoriti al P. G. Gli sono assicurati almeno tre voti » E il fortunato autore del Cavallo Bianco non può non preferire la certezza di un quarto d’ora di autentica celebrità a una speranza che riconosce in cuor suo esser soprattutto un desiderio. Lo si incontra nelle librerie, con il giornale aperto sotto il braccio; dopo aver fatto insignificanti acquisti per ingraziarsi l’indifferente commessa, chiede timidamente — donnant donnant — che si esponga per qualche giorno il suo romanzo in vetrina. Due giorni dopo è la volta dell’autore del Cavallo Baio; in un paio di settimane tutta la bassa scuderia s’è pavoneggiata nelle vetrine dei librai; non rimangono più in lizza che i puro-sangue.
Naturalmente solo i grandissimi editori concorrono al premio. Quando il volume premiabile è edito da un modesto libraio, il grande editore della riva sinistra (i grandi editori son tutti della riva sinistra) è costretto ad acquistare le copie invendute e i diritti di ristampa. I libri sono rapidamente mutati di veste e ricoperti frettolosamente della fascetta che reca le due parole incantate; « Prix Goncourt». Il caso si è prodotto quest’anno con Ignazio Legrand, candidato favorito della «n. r. f. ».
Da otto giorni, les jeux som faits. Le grandi macchine piane delle tipografie inghiottono, a leggerissime fette, candidi minareti di carta, con una pazienza da ruminanti. Le prime cinquantamila copie del Premio Goncourt debbono esser nelle librerie dei 90 dipartimenti, qualche ora dopo l’annunzio ufficiale.
Gli accademici, che se non hanno letto i romanzi concorrenti hanno almeno seguito le indicazioni della stampa, sanno per chi votare. Ma se anche una defezione, un tradimento, si producessero, come accadde due anni fa per il Voyage au bout de la nuit di Céline, il « fattaccio » non potrà esigere che uri lavoro supplementare; il mutamento delle fascette. Battuto al Goncourt, il favorito del grande editore avrà il premio ausiliare, Femina o Renaudot. La pubblicità prevista per il primo si riporterà sul secondo o sul terzo. E lo scorno sarà soltanto per l’Accademia, per non aver saputo imbavagliare a tempo l’irriducibile Caliban.
Malumore della stampa. Trafiletti velenosi, gravi articoli di biasimo, violenti attacchi personali all’accademico recalcitrante.
Il famosissimo cuoco, capro espiatorio, cercherà invano nei giornali l’elogio del suo ultimo miracolo, pranzo dei Goncourts: la salsa bianca à la Béchamel, aromatizzata da soavi spezie di Giava.
San Lazzaro.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 05.12.34

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Citazione: San Lazzaro, “Il Premio Goncourt ovvero "tutto per bene",” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/1877.