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Titolo: Interessi degli scrittori

Autore: Eugenio Montale, Giovanni Comisso

Data: 1935-01-09

Identificatore: 1935_50

Testo: Interessi degli scrittori
L’articolo di Achille Campanile, pubblicato la settimana scorsa, ci ha procurato due lettere per diverse ragioni notevoli: una è del poeta Eugenio Montale, che dirige a Firenze il Gabinetto Vieusseux, vale a dire la maggiore biblioteca circolante d'Italia; e l'altra di Giovanni Comisso.
Biblioteche circolanti
e diritti d’autore
Da anni dirigo la Biblioteca circolante che dà più libri a prestito in Italia: il Gabinetto Vieusseux di Firenze, ricco di ben 600.000 volumi. Sono perciò in grado di dire ad Achille Campanile (e senza mio tornaconto perché il Vieusseux è un Ente morale, non una bottega) che le preoccupazioni da lui espresse sul Diorama del 2 corr. mi sembrano poco fondate. Non è vero che le « circolanti » danneggino gli autori, riducendo sensibilmente le vendite dei libri. E porto un esempio. Esce un libro di Campanile, che acquistiamo, in triplice copia. Che avviene allora? Prima di tutto ne diamo notizia ai nostri abbonati che per la più non frequentano le altre librerie. Primo risultato: pubblicità e curiosità. In breve tempo trenta abbonati riescono ad avere il libro, poi probabilmente lo sciupano o lo perdono e lo ricomprano a loro spese (siamo a copie 6); altre dieci persone si seccano di attendere e se lo comprano (copie 16), e altre quattro, supponiamo, che esprimono il desiderio di averlo e non hanno voglia di andare in libreria (per la strada cambierebbero certo di avviso), ci dànno l’ordine di comprarlo per loro conto, spedirlo, ecc. Totale: copie. 20, vendute nel giro di poche persone che non avrebbero certo acquistato il libro senza quel particolare ambiente (la biblioteca circolante) nel quale i lettori s'incontrano, s'informano, si suggestionano e creano l'esito di un libro. Ciò spiega, almeno in parte, il successo di opere, anche difficili, delle quali la critica non si occupa o si occupa in ritardo; quel flusso quasi medianico che unisce i lettori di un libro e che non si forma nelle solite librerie (che pochi frequentano) o nella « società » che notoriamente non esiste da noi. Oggi che la critica sui quotidiani, eccettuata la Gazzetta del Popolo, è ridotta quasi a zero, quella delle Biblioteche circolanti è forse la miglior pubblicità che possa toccare a un libro, l'unica che crei effettivamente un contagio e contribuisca a un successo. Non pretendo certo, rovesciando la tesi del Campanile, che gli scrittori paghino... le biblioteche circolanti per questa pubblicità; ma mi sembra ingiustificata la richiesta di un contributo a favore degli autori. E poi perchè fermarsi qui? E i libri, di lettura o in consultazione nei vari reading rooms, circoli, bibliotechine di alberghi, ecc.? E le « circolanti » più o meno clandestine? (Comitati di signore, ecc. ). Ne esistono moltissime. Mi parrebbe strano colpire solo quei pochi Istituti che hanno larghe spese, responsabilità e un... deficit assicurato a fine d'anno.
Eugenio Montale
L’artista uomo moderno
Achille Campanile comincia a diventare mia piacevole lettura. Il suo ultimo articolo — « Interessi degli scrittori » —, uscito sulla Gazzetta del Popolo, è veramente interessante per quell’aspetto di praticità che è bene sia assunta anche dalla categoria degli scrittori dopo di avere formato la consistenza di tutte le altre categorie sociali.
Passano i secoli, tramontano certi popoli, scompaiono città; della religione e dell'ordine politico di un popolo può scomparire ogni traccia, il suo stesso linguaggio può rimanere incompreso e muto, ma solo un frammento di statua o un affresco rimasto può bastare per far capire e tramandare la grandezza di quel popolo scomparso. Solo l’arte è inalteratamente immortale, e da sola basta per dare vita ad un popolo e ad un'epoca tramontati. Illimitata è la grandezza e la potenza dell’artista; per questo i principi lo predilessero sempre come alleato. E molti di costoro, rientrati umilmente nella quadratura della storia, se riescono talvolta ad uscirne è per merito dell'esser stati ritratti in modo unico al mondo da Tiziano o da Veronese. Potrebbero le glorie di Colleoni dargli immortalità maggiore della sua statua equestre?
In tanta grandezza e potenza l’artista è sempre stato generoso, i compensi avuti per le sue opere furono sempre inferiori al valore: addirittura questi compensi furono veri scherzi. Credo che i soprannaturali dipinti del Tintoretto a San Rocco venissero compensati dai monaci con latte, uova ed altri generi alimentari. Il diritto di proprietà sull’opera dello scrittore si sa che fu sempre incerto e mal definito. Prima della legge recente, in Italia, il diritto d'un autore sui propri libri cessava dopo trent'anni, ora cessa con la morte, per poi diventare di pubblico dominio. Gli esperti in materia di diritto a sostegno di tale precarietà dicono che così deve essere perchè l'opera dell’artista è troppo necessaria all’umanità e l'umanità deve goderne senza onere, altrimenti il progresso umano verrebbe impacciato. L'artista insomma ha veramente quello che ha donato.
Ma ora il nuovo vivere moderno viene incontro alla disordinata grandezza e alla miserevole potenza degli artisti; l'artista deve schierarsi coi suoi compagni di gloria nella categoria degli artisti, avere una positiva coscienza della sua missione, comprendere e trattare le questioni economiche interferenti all'arte, sentirsi non più un folle miracolo, ma un uomo lavoratore come tutti gli altri. Oggi lo Stato ha riconosciuto questo lato umano dell’artista, e ciò ha più valore delle carezze e dei doni dei principi d'una volta. Oggi che non si vive più nè di avventure nè di mi racoli, ma di problema economico come prima base dell’esistere, l'artista abbandonerà per quel tanto che gli sarà possibile la sua incorreggibile generosità e dovrà assumere come suo sostegno quella avarizia taccagna che ha sempre dato consistenza a tutte le altre categorie sociali.
Achille Campanile quindi con le sue proposte nell’articolo citato, rientra efficacemente e realisticamente nella situazione moderna dell’artista. Le sue petizioni narrate sulla falsa riga delle sue trovate umoristiche sono serie trovate del nuovo senso di uomo artista. Molti avranno detto che le sue proposte sono ingenue, irrealizzabili, insostenibili. Ed effettivamente lo sono come hanno da essere per l’uomo artista che oggi fa i suoi primi passi, ma la spinta che le ha mosse è stata l'avarizia e questo basta per dimostrare un grande passo nella coscienza dell’infantile uomo artista dei nostri giorni.
Quel che dice Campanile delle Biblioteche circolanti è giustissimo, ma il ripiego che egli propone è complicato e gravoso. Forse unica soluzione sarebbe di accontentarsi di far pagare alle biblioteche il libro ad un prezzo più elevato, a meno che la vecchia generosità sopravvivente non spinga l’autore a dare il libro in omaggio. Dice ancora che gli omaggi ad enti e a giornali sono fortissimi e senza il più delle volte alcun utile risultato. Vi sono addirittura certi giornali che pretendono la duplice copia, per dedicarci poi mezza riga. E anche in questo ha solennissima ragione. Sono talvolta vere migliaia di lire che editore e autore perdono senza profitto; e qui, dato che il libro oggi non è più un folle miracolo, ma un segno di. umano lavoro nazionale con interferenze spirituali a vantaggio comune, dovrebbe farsi obbligo ai giornali di parlarne anche senza che il libro fosse inviato. La direzione del giornale che tanto spende per inviare i suoi corrispondenti a gare sportive o a processi celebri, si assuma pure la modesta spesa (in questo caso la Casa editrice potrà fare prezzi speciali) di comperare le novità librarie. Si obbietterà: « Ma come, un giornale dovrebbe comperare tutti i libri che si pubblicano in un anno in Italia? ». Ci sono libri e altri che non lo sono. Ci sono scrittori che hanno un passaporto; dei limiti è sempre possibile farne e poi vorrei dire che ancor oggi si parla con maggiore larghezza, di autori stranieri, i quali non hanno affatto mandato il libro in omaggio. Lasciamo andare: se si ribattesse con maggiore assiduità e con più abile tono, si vedrebbe che anche per l'arte si avrebbe un pubblico vorace di pagine letterarie d'un giornale alla stessa guisa di quelle sportive.
Giovanni Comisso

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 09.01.35

Citazione: Eugenio Montale e Giovanni Comisso, “Interessi degli scrittori,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/1959.