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Titolo: Così comanda la natura: rissa fra letterati.

Autore: Corrado Sofia, Amerigo Bartoli

Data: 1931-10-28

Identificatore: 199

Testo: COSI’ COMANDA LA NATURA...

Rissa fra letterati

Si hanno notizie di un vivace bisticcio scoppiato fra due dei maggiori rappresentanti della letteratura italiana, Giuseppe Ungaretti e Vincenzo Cardarelli. Onesta lite fra due intimi amici appartenenti per l’ordine d’idee e per l’amore della poesia allo stesso clan letterario, è l’ultimo strascico di una serie di indiscrezioni e indelicatezze cui molti scrittori italiani sono stati soggetti dal giovine Luigi Bartolini. Anche chi sia poco addentro nei segreti della repubblica delle lettere sa in qualche modo che il Bartolini, appena entrato nel numero degli scrittori promettenti, cercò di procacciarsi l’amicizia degli scrittori più anziani di lui, non più implumi davanti alla gloria.

In questi ultimi tempi nessun giovane autore si è tenuto tanto insistentemente in corrispondenza con essi quanto il suddetto, sollecitando giudizi e consigli, esponendo drammi intimi, formulando auguri. In breve sul tavolo del Bartolini si è venuto ad accumulare un epistolario di un vario ed importante interesse. C’è della gente che raccoglie francobolli; Bartolini faceva invece collezione di lettere autografe e, ad un certo momento, ha creduto giusto di mostrarne pubblicamente parecchi esemplari. Un puro gioco, si dirà, un divertimento da ragazzo, un modo come un altro di offrire delle curiosità alla folla, della quale stiamo diventando sempre più schiavi. Un sorriso beffardo errava certamente sulle sue labbra allorchè egli spediva ad un giornale letterario le lettere più compromettenti e contradittorie perchè venissero stampate. Un’opera diabolica degna di questo secolo pieno di insidie e tranelli. E cominciarono a nascere liti, a delinearsi dissapori. Il mondo dei letterati che ama tenersi in corrispondenza fu messo bene o male a soqquadro. Vennero fuori degli sfoghi che sarebbe stato meglio per l’amore generale fossero rimasti al buio, si risollevarono delle vecchie questioni e dei disappunti ormai sopiti dal tempo, riaffiorò l’idea dei duelli, dei giurì d’onore, delle sconfessioni pubbliche e private. Molti che passayano dal caffè Aragno non si fecero vedere per più di una settimana, altri partirono con la scusa della villeggiatura. E i letterati cuccioli, quei giovanetti che vengono su ogni anno verso la letteratura, credettero di vedere delle cose straordinarie e di rendersi conto di misteri, cattiverie ed inganni dei quali non sospettavano capaci quegli uomini che avevano tanto ammirato finora per i versi pieni di luce che essi scrivono, con senso dell’infinito e rimembranze leopardiane.

Ungaretti, come sanno i nostri lettori, si trovava intanto in Egitto, un paese che gli doveva recare tante emozioni, e fu durante la sua assen za che cominciarono ad uscire la lettere del Bartolini. Fra queste non solo ne comparvero di Ungaretti, ma anche di Cardarelli. Poco male sa rebbe stato, se Cardarelli in una sua lettera dell’anno prima non si fosse espresso con delle parolacce sul conto di Ungaretti. Ungaretti viene telegraficamente informato, torna in poche ore con la motonave Victoria, legge quanto è stato stampato, si adira, prende il bastone, si muove come un mare in tempesta e i due uomini si dividono. I due uomini che stavano insieme al caffè vengono gettati per colpa di un ragazzaccio in pasto alla pubblica opinione; dalle nuvole vengono tirati sulla terra e sopra di loro si discute, si raccontano degli aneddoti, si inganna il tempo, si ha il modo di mostrarsi brillanti, si dà l’occasione di scrivere questa notizia.

Abili reporters, messi alle calcagna di Ungaretti, raccolgono contro Cardarelli queste parole: «Lo bastono! Temo che gli farò del male». Ma i letterati cuccioli non trarrebbero nessun vantaggio da questo avvenimento se non imparassero a conoscere più profondamente il carattere dei letterati. Essi sono complicatissimi. La loro vita, le loro azioni sono subordinate ad ogni sorta di impulsi, cosicchè a poco a poco diventano irreali e lontani dai fatti. A volte rassomigliano ai polipi, a volte alle donne isteriche. Per due lire più o meno di guadagno, per un ammiratore di più innalzano un monte di guai, di rimbrotti, di terribili liti. Così comanda la natura affinchè ognuno resti solo con se stesso e sia quanto più è possibile originale. E poi, invece, con la stessa leggerezza, un mese, un giorno, o mezz'ora dopo, incontrandosi si sorridono con cortesia. Allora i più fortunati usano dei termini così opportuni con i meno fortunati, delle parolette così tenui e dolci da farci credere che abbiano stretto una lega indissolubile. Si ingannano a vicenda, si adulano con moderazione, uno parla all’altro della salute trovando fiorente la sua cera e l’altro dimena la testa e dentro di sè finisce col credere che sta davvero bene e stando bene potrà lavorare e guadagnare del soldi e avere successo. La loro sensibilità è sempre alterata, la loro irrequietezza continua. Quello di non averne più, è il loro vero carattere. Amore e rancore si succedono con sbalzi vertiginosi.

Sotto l’influenza delle grida di Ungaretti, Bartoli stava aggiungendo l’ultimo « o » al disegno che pubblichiamo, quando d’improvviso il più luminoso dei sorrisi è apparso intorno alle ciglia del poeta, segno che la lite con Cardarelli è finita. Quanto è durata? Questo non si sia, nè si può intuire dal tempo che Bartoli ha impiegato nel disegnare il pupazzo, perchè per sfortuna ci troviamo davanti a un pittore che non ha precedenti nella storia per la sua lentezza nel disegnare.

Corrado Sofia.

Ungaretti visto da Bartoli

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 28.10.31

Citazione: Corrado Sofia, Amerigo Bartoli, “Così comanda la natura: rissa fra letterati.,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/199.