Letture: Traduttori di Heine (dettagli)
Titolo: Letture: Traduttori di Heine
Autore: non firmato (Lorenzo Gigli)
Data: 1935-01-30
Identificatore: 1935_85
Testo:
Letture
Traduttori di Heine
A pochi mesi dalla versione delle Lettere di Enrico Heine a cura di Vittorio Trettenero, già da noi illustrata, esce un’antologia di versioni poetiche heiniane che portano le firme. di traduttori illustri e oscuri, dell’Ottocento e moderni: Antologia lirica di Heine, a cura di Tòmaso Gnoli e Amalia Vago (ed. Mondadori, Milano, XIII). È giusto che Heine ritrovi nel nostro tempo esegeti, editori e lettori. Il dramma della generazione romantica in poche figure d’artisti si riflette così compiutamente come nella figura del poeta di Atta Troll, esule eterno, figlio d'una razza della quale porta sublimati difetti e qualità, beffardo scettico e doloroso, condannato a fine prematura e colpito nella luce dell’intelligenza. Neanche morto trova la sua pace; la reazione antisemita in, Germania le sue prime rappresaglie le esercitò proprio in occasione del 75° anniversario della morte di Heine, bruciandone i libri e velandone le statue. Tomaso Gnoli e Amalia Vago, che tre anni or sono ci avevano dato una pregevole antologia goethiana, hanno ora preparato questa di Heine, che forse come nessun altro poeta germanico ha tanto allettato i traduttori. I due compilatori hanno scelto con giusti criteri valutativi nel materiale apprestato da una trentina di traduttori che han volto Heine in versi italiani; scelta non facile, dati i presupposti dell'antologia, cioè la fedeltà ad un programma selettivo che tenesse conto così della fedeltà al testo come dei risultati artistici della versione, aderenti nei limiti del possibile all’ideale levità del tono heiniano.
L’intento dei compilatori fu di dare un'idea adeguata di Heine lirico, presentando quanto vi ha di più significativo nel Libro dei Canti, nelle Nuove Poesie, nel Romancero, con qualche saggio dei poemetti satirici e delle poesie politiche. Il panorama è quindi abbastanza completo e tale da dare al lettore italiano un’idea esatta del posto che Enrico Heine occupa nella storia letteraria dell'Ottocento come poeta di « tempi pieni ». Quanto alle versioni scelte e al loro valore abbiamo segnalato prima i criteri che presiedettero all'antologia, Vi ritroviamo le firme notissime del Carducci, di Emilio Teza, di Bernardino Zendrini e del Chiarini accanto a quelle di alcuni tra i primi traduttori, provatisi, intorno al 1860, a rendere Heine nella nostra lingua (certi probabilmente lo tradussero attraverso versioni francesi). Anche per Heine, come per Goethe, il periodo italiano più felice è quello intorno all'80 per l'abbondanza e la preparazione dei traduttori che sono, oltre al Carducci e ai citati, Ettore Toci, Jacopo de Juli, Domenico Guerrini, Eugenio Cigogna, Salomone Menasci e il Suardo. Fra i traduttori più recenti meritano d’essere ricordati il Muzzati (1897), Umberto Mancuso, Rosa Errera e Vincenzo Errante, al quale ultimo, si deve una stupenda versione del Mare del Nord.
Osserva Tomaso Gnoli nella sua lucida prefazione all'Antologia che sulla scorta delle poesie politiche sarà ora più agevole al lettore italiano affrontare la dibattuta questione se Heine amasse o no la sua patria: « la verità mi sembra sia ch'egli l’amò a modo suo, ossia da poèta ed in guisa passionale e partigiana. Egli odiò ed avversò lo Stato prussiano, secondo lui reazionario e tirannico, ma amò nostalgicamente e virilmente la nazione germanica, la patria di sua madre e della sua fanciullezza... ».
La tomba di Heine nel cimitero di Montmartre a Parigi.
Enrico Heine
Collezione: Diorama 30.01.35
Etichette: Letture
Citazione: non firmato (Lorenzo Gigli), “Letture: Traduttori di Heine,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/1994.