Ricordi di vite trascorse: La città morta (dettagli)
Titolo: Ricordi di vite trascorse: La città morta, La suburra
Autore: Ettore Romagnoli
Data: 1935-02-13
Identificatore: 1935_103
Testo:
Ricordi di vite trascorse
Recentemente, per iniziativa del Circolo filologico di Milano, Dora Felisari ha detto in pubblico alcune liriche di S.E. Ettore Romagnoli. In seguito al successo riportato, sono giunti da moltissime parti inviti a ripetere la dizione; ed uno è specialmente interessante, quello della Società di scienze psichiche e dei teosofi, i quali hanno creduto di ravvisare in una serie di sonetti del Romagnoli («Ricordi di vite trascorse») singolari conferme alle loro teorie. Sicché sabato prossimo essi hanno indetto una serata a Milano, dove uno specialista terrà una conferenza sulle liriche, e in genere su tutta l’opera del Romagnoli, parlando anche dello scritto «Metempsicosi musicale », apparso nella Gazzetta del Popolo. Siamo lieti intanto di pubblicare due sonetti inediti del nostro illustre collaboratore, appartenenti appunto al ciclo delle «vite trascorse».
La città morta
Versa il tramonto la sua rossa pioggia.
Archi, statue, colonne, aeree scale cingon la piazza: al del la cattedrale col balenio di mille aguglie poggia.
Muto il portico, muti apre la loggia gli archi immani ove l'ombra fulva sale: non scuote l'aria greve fruscio d'ale, erba non cresce su la pietra roggia.
Ne la torre alta, sul quadrante muto, le lunghe sfere, immote da millenni, stringon prigione il palpito dell'ore.
Qui solingo io m’aggiro. Conosciuto
m’è questo luogo, eppur qui mai non venni.
So che al mondo sol batte oggi il mio cuore.
La suburra
La notte sopra Roma alita azzurra; ma un livido baglior solo qui lascia filtrar fra tetto e tetto: àlgida ambascia m'opprime: io fuggo; e questa è la Suburra.
Discinta nella sua gialla gamurra, dal fòrnice m’adesca una bagascia: dalla popìna un lezzo acre mi fascia: dal trivio mi schernisce ebro uno scurra.
Fuggo: che dietro a me suona una pésta, m’incalza a morte. Esita, langue, muore.
Io spero: dei miei passi un’eco è questa?
E anch’io sosto; e m’invade un oblio molle. Ma improvvisa risorge; e un nuovo orrore m’empie; e riprendo la mia corsa folle.
Ettore Romagnoli.
Collezione: Diorama 13.02.35
Etichette: Ettore Romagnoli, POESIA
Citazione: Ettore Romagnoli, “Ricordi di vite trascorse: La città morta,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/2012.