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Titolo: Il centenario di Mark Twain

Autore: non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1935-02-13

Identificatore: 1935_102

Testo: UN UMORISTA CLASSICO
Il centenario di Mark Twain
L’America si appresta a celebrare il primo centenario della nascita del suo maggiore umorista, Mark Twain (1835-1910). Nacque in un paese del Missouri nel novembre 1835, e il suo vero nome era Samuel Langhorne Clemens. Come quasi tutti gli scrittori del nuovo mondo, passò per la trafila delle avventure più movimentate e dei mestieri più diversi, tipografo, sguattero di bordo, minatore, suonatore in orchestra, e via dicendo. Quando si rivela scrittore, il successo lo saluta subito: prima col Ranocchio saltatore, e poi con gli Innocenti Abroads che gli procurano 24 mila dollari di diritti d’autore, apologie sui giornali, traduzioni in tutto il mondo. Da allora la sua carriera è tutta un trionfo, e il suo nome resta legato a una quantità d'opere la cui popolarità è larghissima e che sono assunte a rappresentare un tipo d’umorismo particolare di cui si può riconoscere in Mark Twain il capostipite. I tre grandi romanzi di Mark Twain sono: Le avventure di Tom Sawyer, Huckleberry Finn e Pudd'nhead Wilson, il cui ambiente è il Middle West, la vallata del Mississippi dove l’autore passò la sua giovinezza. Sono l’apoteosi senza veli delle forme brutali ed elementari della vita in quelle pianure del Centro Ovest dove brulicava un’umanità primitiva. Tom e Huck sono dei boys americani rappresentativi: il loro ardire e la loro insolenza sono senza limiti e Mark Twain trova un gusto inatto a scatenare questi giovani selvaggi, divertenti e impertinenti quanto lui. In Italia sono tradotte alcune raccolte di novelle del Twain; e ora, in occasione del centenario, l’editore Frassinelli di Torino, nella nota collana diretta da Franco Antonicelli, pubblica uno dei tre romanzi tipici dello scrittore, precisamente Le avventure di Huck Finn tradotte integralmente da Luigi Berti. Si tratta, dicevamo, d’un libro classico in America, dove nella rappresentazione della vita a lui famigliare Mark Twain si dimostra uno dei più grandi scrittori realisti della letteratura moderna. Avverte giustamente il Berti nella prefazione die l’eccellenza di Huck Finn sulle altre creature di Mark Twain « va ricercata nell’essere la figura dietro la quale l’autore ama attardarsi di più, perchè vede con i suoi occhi e segue il filo della sua infanzia senza turbamenti nè scosse. Anche il famoso umorismo in Huck Finn conferisce ad ogni parola comune un significato strano, miracolo anche questo di semplicità e d’ironia... ».
Nel romanzo s’incontrano numerosi dialetti: il dialetto negro del Missouri, l’estrema forma del dialetto delle foreste del Sud-Ovest, l’ordinario dialetto della Pike County e quattro varietà di quest’ultimo; il Berti, non volendo ricorrere alla rispondenza di voci dialettali italiane, ha cercato di rendere con forme idiomatiche tipiche e poco usate le non infrequenti difficoltà d’espressione dell’originale.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 13.02.35

Citazione: non firmato (Lorenzo Gigli), “Il centenario di Mark Twain,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 14 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/2011.