Beta!
Passa al contenuto principale

Titolo: Premio Viareggio Anno XIII

Autore: Lando Ferretti

Data: 1935-02-27

Identificatore: 1935_125

Testo: Premio Viareggio Anno XIII
Dopo tante discussioni pro e contro, i Premi letterari son più vivi e vitali che mai. Non tutti, chè spesso il cento d'autunno se ne porta via, come foglie secche, alcuni sbocciati nelle facili improvvisazioni di effimere primavere. Ma quelli che: hanno una tradizione, una ragion d'essere, una propria e inconfondibile vita, resistono, ceppi gagliardi, ai venti delle corrucciate polemiche, ai tarli delle insidie sotterranee... Quercia, fra tutte, tetragona ai duri colpi della critica non sempre benevola, questo Premio Viareggio, che inizia il suo settimo anno con un viatico traboccante di certezza: Galeazzo Ciano non solo ne ha approvate le norme, vergate nella scorsa estate a Viareggio, in una di quelle sedute che dovremmo definire drammatiche se, al di là dei rochi gridi, non battessero cuori tra loro amici e dell'arte, ma ha voluto anche, generosamente e spontaneamente, accrescerne il già cospicuo importo, che ascende così alla tonda cifra di trentamila lire.
La « moneta » e, dunque, allettante anche per lo scrittore già arrivato, con conto in banca e mobili di proprietà in elegante quartiere d’affitto; immaginarsi, poi, per gli altri, che rappresentano una discreta percentuale!
Ma c’è — dobbiamo pur ripetere l’abusata frase — un valore morale, che va molto al di là dei trenta biglietti da mille. Questo valore è dato dal modo con cui la cifra è raccolta; lo stesso Sotto-segretariato alla Stampa e Propaganda, il Ministero delle Corporazioni, la Confederazione dei professionisti e degli artisti, la Società degli Autori, l’Enil, contribuendo largamente a formare il Premio, testimoniano la sua reale e varia importanza. Integratrice e garante della ricca dotazione è, poi, quell’azienda autonoma per la riviera, della Versilia che, nella bella iniziativa, riassume e interpreta, la passione onde sinceramente vibrano, per il Premio, centinaia di migliaia di bagnanti disseminali in cento chilometri di spiaggia, piana, ardente e fiorita, tra gli scogli della Riviera di Levante e quelli che, dopo Livorno, fanno di Castiglioncello - l’antemurale idillico delle romantiche Maremme.
Il Premio Viareggio, nato nell’atmosfera, oltreché nel tempo, fascista, vigoreggia (e come potrebbe essere altrimenti? ) sotto gli auspici del Regime; e, precisamente, sotto quelli di due Enti dal Regime creati per propagare nel mondo la luce del pensiero e dell'arte fascista, dopo averla suscitata e alimentata coi nuovi ordinamenti corporativi: il dicastero della Propaganda, la Confederazione degli artisti e dei professionisti. Che, anziché al Sindacato degli scrittori, questo potenziamento ideale del Premio sia stato richiesto (e subito ottenuto) alla Confederazione, è pienamente giustificato dal fatto che il Premio Viareggio se ha, almeno per ora, come sua massima espressione il riconoscimento del miglior libro dell’annata, non rinuncia, però, a svolgere — e ad accentrare sempre più — la sua attività nel dominio di tutte le arti. Mostre di pittura e di scultura, spettacoli teatrali, e cinematografici d’eccezione furon già tentati con successo e saranno rinnovati quest'anno, che — per così incoraggianti aiuti dall’alto — vedrà le manifestazioni artistiche dell’estate viareggiua assurgere a sviluppi sinora non raggiunti.
Se si pensa, infatti, che l’ambiente spirituale è quello della migliore Toscana, e il fisico costituito dal mare e dalla pineta sullo sfondo delle Apuane, e le circostanze in sommo grado favorevoli, per il tempo, e la qualità e il numero delle folle convenute, subito ci si accorge del significato e della sicura fortuna del Premio Viareggio.
Vertice della manifestazione sarà ancora quella festa d’agosto che alcuni hanno attaccato come profanazione dell’arte ed altri dipinta con colori più foschi del ritornante Savonarola per raffigurare i vizi e le umane vanità, ma che, invece, costituisce una bella e corretta sera di piaceri intellettuali e di danze, secondo una tradizione paesana, che non è certo colpa del Premio Viareggio se si ritma sul tempo di uno « slow » anziché su quello della classica ballata. Nè, perché ognuno abbia tutti gli elementi al giudizio, sarà male ricordare che l’incasso di quella serata va a beneficio del Premio.
Del modo con cui ammettere al Premio le opere apparse in volume nell'ultimo anno, e di quello con cui scegliere la migliore, si discute dalle origini del Premio e sempre si discuterà.
perchè la perfezione non è di questa terra, e alla sottile logica dei letterati subito appaiono le debolezze d'ogni regolamento. A ogni modo, l’esperienza deve pure avere insegnato qualcosa ai giurati del Premio Viareggio, i quali, per l’anno XIII, hanno deciso di prendere in considerazione soltanto le opere che verranno loro inviate a tale scopo. Che le copie da inviarsi siano dodici, cioè quanti i giudici, non è da meravigliarsi se si vuole che ogni giudice abbia la sua copia da leggere, che, cioè, possa meditatamente dare il proprio voto.
Per una grinta lettura le centinaia di volumi, che certo perverrano alla segreteria del Premio, saranno equamente suddivise tra i vari giudici. Ciascuno di questi, per tutte le opere assegnategli, dovrà esprimere un giudizio, ed indicare quella o quelle che, eventualmente, riterrà degne d’una seconda lettura. Mentre, per le opere toccategli in lettura il giudizio del singolo giurato è obbligatorio, egli potrà, anche, segnalare per la seconda lettura volumi assegnati ad altri; con che è tolto il pericolo che venga tagliata fuori dal concorso un’opera meritevole, per colpa di negligenza o per cattiva valutazione d’un solo giudice.
Così, a Viareggio, la giuria lavorerà sopra un materiale già selezionato, e — con successive « fumate » (non solo metaforiche, perchè chili di sigarette si consumano con le ore delle interminabili discussioni) - arriverà a designare il vincitore. Vincitore, e non vincitori, perchè anche se si arriverà alla deprecata ma quasi sempre attuata spartizione dell’importo del premio, il vincitore del Premio Viareggio per l'anno XIII dovrà, per regolamento e per tradizione, essere uno ed uno solo...
A chi toccherà questo alloro integrato da Idoneo assegno bancario? Difficile è fare, sin da ora, i profeti; ma una cosa si può sicuramente affermare e, se del caso, documentare: che in questi ultimi mesi sono stati pubblicati volumi di alto valore, tali da dar la certezza che avremo come trionfatore del Premio Viareggio un libro degno del tempo fascista, cioè ottimo.
Lando Ferretti.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 27.02.35

Etichette:

Citazione: Lando Ferretti, “Premio Viareggio Anno XIII,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/2034.