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Titolo: Letture: storia della letteratura greca, Poesie del Tasso, Quando Demos è re

Autore: non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1935-03-13

Identificatore: 1935_146

Testo: Letture
Storia della letteratura greca
Della « Storia della Letteratura Greca dalle origini all’età di Giustiniano » che Camillo Cessi prepara è uscita la prima parte del primo volume (Società Editrice Internazionale, Torino - L. 50) che tratta dell’origine delle forme letterarie e dell'età di Omero. Anzitutto bisogna rendere omaggio a questa ammirevole fatica del Cessi, maestro insigne di studi classici, e riconoscerne le benemerenze di fronte alla cultura italiana, alla quale la sua opera offre, insieme col quadro generale dello svolgimento storico della letteratura greca fino a Giustiniano, anche un abbondante materiale di consultazione senza che si senta la necessità, come tuttora avviene, di ricorrere per questo sempre e solo a manuali, forestieri. Superfluo avvertire che la « Storia » del Cessi non è una compilazione di risultati altrui, ma vuole esprimere anche e soprattutto vedute e giudizi personali dell’autore, la cui autorità in materia è universalmente riconosciuta.
L'apporto personale del Cessi, soprattutto per quanto riguarda l'origine delle forme letterarie, ha un valore assai grande ed ha avuto vaste ripercussioni presso i critici, specialmente stranieri. Ma tutta l’opera, è improntata a una perspicuità di vedute che onora gli studi italiani: esse sono la diretta conseguenza della visione personale con cui il Cessi considera nel suo complesso tutta la vita spirituale degli Elleni e le sue manifestazioni letterarie.
Poesie del Tasso
La collana dei « Classici Rizzoli » diretta da Ugo Ojetti si è iniziata col volume delle Poesie di Torquato Tasso a cura di Francesco Flora (ed. Rizzoli, Milano, L. 30), presentato, come quelli che seguiranno, in veste assai bella per dignità di stampa, qualità di carta e decoro di legatura. Il volume, di mille pagine, comprende tutta l’opera poetica del Tasso, e cioè: la Gerusalemme Liberata, l'Aminta, le Rime d’amore e di argomento vario, il poema pastorale Rogo amoroso e Le sette giornate del mondo creato. Nella prefazione il Flora riassume la vita del Tasso, questo « carattere tragico » ch’ebbe il senso sempre presente della sua grandezza di poeta, pur nelle miserie della piccola cortigianeria. Questa fede nella propria grandezza il Tasso pagò con la follia. Ma le parole saggezza e follia non hanno più significato nell’opera poetica del Tasso, « la cui lirica coerenza ed armonia. svela un mondo compiuto e perfetto nel quale i criteri della comune psicologia non hanno più alcun dominio. La più profonda vita del Tasso, quella per cui egli ebbe la missione di vivere, è nella sua poesia... ».
È soprattutto, nella Gerusalemme. Il Flora, esaminando in un successivo capitolo questo poema maggiore, per il quale il Tasso trasse alimento alla potente fantasia dalla sospesa aspettazione dell’età sua, tra il Rinascimento la riforma protestante e la riforma cattolica, ove si disegnano umane lotte di spiriti pagani e spiriti cristiani. Il mondo naturale della Gerusalemme è tutto animato dalla presenza umana che lo impronta e compone di sè. Dalla virtù patetica che genera le figure tassesche nascono le delicatezze visive e auditive della poesia, la profondità delle immagini, il suggestivo velo di malinconia che tutto circonda. Questo accoramento che si fa poesia è in ragione diretta della intensità drammatica con la quale il Tasso adunò e sofferse tutti gli affetti e le passioni. Il Flora affronta quindi l'Aminta (dove non è che un fugace lampo della lotta che corre la Gerusalemme tra passioni terrene e aspirazioni. divine e si concilia nella finale dolorosa rinunzia e nell’accettazione cavalleresca della propria missione) e conclude allacciando con originale movimento l'Ambita all'accademia arcadica, che non è già breve innocenza, attimo lirico in cui l'uomo si riscatta dai dubbi e dai dolori, ma è vanità ignara di profondi lutti e d'ardui affetti: «l’Arcadia è una scomposizione piccina e scolastica della gran favola boschereccia di Torquato Tasso ». Altre ottime pagine il Flora scrive sulle poesie minori e sul Tasso dei Dialoghi e delle Letture.
Quando Demos è re
È il sottotitolo di un curioso libro aneddotico che fa parte della serie ormai numerosa dedicata da Henri d'Almeras ai retroscena della Rivoluzione francese. Questo volume recente s’intitola Autour de l'échafaud (ed. Albin Michel, Parigi - franchi. 20), è adorno di trenta incisioni, e come i precedenti offre una lettura pittoresca e movimentata. Vi passa la lanterna magica del periodo rivoluzionario, sfilano « Tape-dur » e « Tricoteuses », picche e berretti frigi, la plebaglia scatenata che, come scriveva Montaigne, non conosce limiti ai propri istinti feroci una volta che li abbia sciolti: « la populace, par tous les pays, déchiquéte les cadavres et s’en met jusqu’aux coudes » diceva il grande saggista; e sotto il suo segno il D'Almeras mette appurilo il volume nel quale sono efficacemente rievocati gli orrori rivoluzionari, quasi volesse implicitamente spiegare come la Francia abbia potuto sopportare, per due anni, lo spettacolo quasi quotidiano di delitti abbominevoli. In sette densi capitoli, che hanno l'attrattiva di racconti romanzeschi, l'autore studia la psicologia e la mentalità popolare, descrive gli organi e i centri di sobillamento della folla, individua i « meneurs de loups » e chiude con drammatici scorci delle giornate di settembre.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 13.03.35

Etichette:

Citazione: non firmato (Lorenzo Gigli), “Letture: storia della letteratura greca,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 14 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/2055.