Inediti di 7 scrittori (dettagli)
Titolo: Inediti di 7 scrittori
Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)
Data: 1935-05-08
Identificatore: 1935_209
Testo:
Inediti di 7 scrittori
Gabriele d'Annunzio e la leggenda di Santa Vagabonda - Le lettere-diario del Fogazzaro - Capuana e la « crisi libraria» - Martini risponde in rima Pascoli e il «Tricolore» - Un romanzo giovanile del Verga
Lo scorso anno la Casa Mondadori ha festeggiato il suo primo venticinquennio di attività. Per l’occasione ha preparato una rassegna degli autori le cui opere appaiono prevalentemente all’insegna mondadoriana e l’ha raccolta in un volume che vede in questi giorni la. luce: Scrittori nostri, raccolta antologica di scritti inediti (463 pagine, Lire 12). Il volume costituisce un panorama della letteratura italiana contemporanea dentro i limiti che gli erano naturalmente fissati, dalle premesse editoriali. Vi. si allineano ottantatre autori tra narratori, poeti, uomini. di teatro, critici, storici, ecc., da Bontempelli a Campanile, da Ada Negri, a Trilussa, da Pirandello a Sem Benelli, da Italo Balbo a Ugo Ojetti. Ne manca un buon, gruppo di rappresentanti della nuova generazione, Comisso e Moravia, Gromo e Tombari, Bartolini e Brancati, Giana Anguissola e Marise Ferro.
Ma il volume s'apre con una serie di pagine inedite di scrittori del secolo scorso, sulle quali vogliamo particolarmente intrattenerci come quelle che ne allargano l’interesse e il richiamo al di là dei limiti, editoriali accennati. E con un prologo di Gabriele d'Annunzio, riprodotto in fac-simile: uno « scenario » riferibile alla Pisanella, che sarà pubblicato per la prima volta completo nel volume L’allegoria dell’Autunno nell’edizione nazionale delle opere dannunziane. Siamo in una camera terrena della reggia del re di Cipro, dove a mensa imbandita seggono quattordici vescovi, quattro greci e dieci latini, col fiore della cavalleria e della baronia franca. A due capi della tavola sono il giovine re Ughetto e la regina madre. Costei. Ita radunato i vescovi per consiglio, chè pensa essere venuto il tempo di dar moglie al figliolo. Mentre la regina parla, Ughetto è come perduto in un sogno di tristezza, e sembra non ascoltare l’elenco delle donzelle che potrebbero aspirare alle nozze, d’ognuna delle quali è ritratta la bellezza, pesata la dote, considerata la parentela. Ad un certo momento Ughetto balza impaziente e ad un frate francescano che sta presso la porta chiede qual donna debba torre. « Madonna Povertade », risponde il minorila.
« Oh! quella eleggo e amerò », grida il piccolo re pio, in una effusione mistica d'amore. S'ode intanto nel giardino una voce pura cantare misteriosamente. È la mendicante Photiné d'Amathonta, che dice la leggenda di Santa Vagabonda: a costei si vota Ughetto; la Sorella della Povertà sarà la sua sposa promessa. Comanda che sia aperta la porta ai poveri e che siano sfamati. Ma i mendicanti non entrano. È strano silenzio intorno. Essi, nell’attesa, stando sotto gli arboscelli del giardino, si sono addormentati. Una sola creatura bellissima è desta, seduta sul margine della fontana, e sembra la loro custode. È la mendicante Photiné.
Il re la interroga e la prega di cantare ancora la leggenda di Santa Vagabonda. Poi la fa entrare nella sala del convito.
— Che posso io darti?
— Un pane.
— Solo un pane?
— E una rosa.
Sire Ughetto prende un pane e una. rosa, li dona alla mendicante.
— Photiné! Photiné! — invoca il re.
« Ella è disparita. E nell’aria è come un incantamento, che rende i convitati attoniti e fissi ».
* * *
All'importante primizia dannunziana seguono pagine inedite di sei scrittori dell'Ottocento: Gioacchino Belli, Luigi Capuana, Antonio Fogazzaro, Ferdinando Martini, Giovanni Pascoli, Giovanni Verga.
Del Belli sono riportati due sonetti, « L'Angeli ribbelli », nei quali il poeta dipinge il capitombolo delle schiere maledette dal paradiso giù negli abissi infernali, concludendo:
Cacciati li demonj, stese un braccio lungo tremila mijja er Padr’Eterno esserrò er paradiso accatenaccio.
Segue una lettera di Luigi Capuana a Giuseppe Costanzo di Mineo, insegnante coltissimo al quale circostanze di famiglia non avevano mai concesso di staccarsi dalla piccola città siciliana.
Il Capuana tenne con lui un assiduo carteggio: all’amico lontano confidava sogni d'arte, di gloria, amori, delusioni. La lettera riferita nel volume reca la data di Milano, 27 gennaio 1880: avverte che « le condizioni del mercato librario non sono floridissime » e « risentono dello stato della crisi commerciale che affligge tutta l’Europa » (anche allora) e dice che « economicamente per uno scrittore non agiato, non volgare, che deve lavorare pure per vivere non c'è altra salvezza che il teatro ».
Anche del Fogazzaro è data in facsimile una primizia: si tratta d’alcune paginette delle Lettere-Diario che furono parte dell'Epistolario fogazzariano curato da Tommaso Gallarati Scotti e attualmente in corso di stampa. Esse sono particolarmente interessanti perchè rivelano il metodo di lavoro del romanziere non mai disgiunto dalla sua intensa e tormentata vita interiore. Appartengono agli ultimi giorni del dicembre 1894, e il Fogazzaro vi appare intento a comporre l'ultimo capitolo di « Piccolo mondo antico », a preparare la conferenza « Per una nuova scienza », ecc. Racconta d’aver mandato al Fanfulla della domenica la poesia. « Notte di passione » e alla Roma letteraria la poesia « Quando morrò »; cerca continuamente di. elevare e purificare se stesso, tendendo a quella perfetta sincerità e unità tra arte e vita che fu il suo tormento ed è poi il segreto dell’interesse profondamente umano che desta la sua figura.
Seguono tre lettere inedite di Ferdinando Martini. La prima a Eugenio Cerconi (1885) il quale aveva patrocinato presso il Governo d’allora l’acquisto di quadri italiani alle mostre di Londra e di Monaco. Il Martini risponde in rima d'essersi rivolto al. Ministro e ai suoi tirapiedi, che disser: la proposta è lusinghiera, la volontà, lo creda, non ci manca, ma non abbiam nemmeno una palanca.
La seconda lettera (1915) è in versi martelliani ed è diretta a una signora alla quale esprime argutamente un giudizio su certi versi da lei inviatigli. La terza (1920) è diretta a Bruno Cicognani e vi si riafferma, a proposito di forme linguistiche vernacolari, la necessità di non « scrivere per essere inteso da una città sola », che fu per tutta la vita del Martini una regola intransigente.
Un brevissimo inedito pascoliano, presentato da Angelo Sodini, appartiene a quel ciclo dei Poemi del Risorgimento che avrebbe dovuto, secondo il disegno dell’autore, comprendere tre volumi e ch’egli non potè compiere e disporre. Uno di questi poemi avrebbe dovuto intitolarsi Il Tricolore. Il Sodini, cercando con Maria Pascoli tra le carte del poeta, ne ha trovato una quartina iniziale alla data 22 marzo 1912. Pochi giorni dopo il poeta moriva. I facsimili riprodotti fanno intendere da quali minuziosi studi preparatori e da quale coscienzioso travaglio di lima scaturissero quei primi ed unici quattro versi che appaiono limpidamente scritti, come di getto, nella loro più perfetta espressione formale. Il Sodini presenta inoltre la prima trama schematica d’una lirica nella quale ancora una volta il Pascoli anticipa la realtà consolatrice di quella nuova Italia operosa e forte ch’era in cima ai suoi pensieri: « O cara patria, tu fosti, grande allora e sarai grande nell’avvenire, annota il poeta. Avanti, avanti! ».
L’ultimo inedito del gruppo ottocentesco è il prologo del romanzo giovanile Sulle lagune di Giovanni Verga, che non è mai stato finora dato alle stampe. Nel romanzo si svolge una appassionante trama amorosa sullo sfondo di Venezia ancora oppressa sotto il giogo austriaco; Quando il romanzo comincia, sono giunte a Venezia le prime notizie dell’entrata di Garibaldi in Napoli, e s’improvvisa ai giardini una commovente dimostrazione popolare con improvvisa comparsa di coccarde tricolori.
Il romanzo Sulle lagune sarà compreso nella nuova edizione di « tutte le opere » di Giovanni Verga che Mondadori prepara.
Un bizzarro autografo dannunziano inedito.
Giovanni Pascoli con la toga dell’Università di Bologna
Antonio Fogazzaro e Arrigo Boito a Oria
Collezione: Diorama 08.05.35
Etichette: Fotografia
Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “Inediti di 7 scrittori,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/2118.