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Titolo: Parliamo tanto di me - Cesare Zavattini

Autore: Massimo Bontempelli

Data: 1931-11-18

Identificatore: 216

Testo: La rivista dei libri

Cesare Zavattini: Parliamo tanto di me. - Milano, Bompiani, 1931. - L. 5.

Ecco un autore nuovo, e novecento autentico, senza essere derivato menomamente dal movimento novecentista nè da alcuno degli autori di esso. Un autore che sarei stato lieto di presentare io primissimo al pubblico d’Italia (come primissimo, quando avevo «900», ho presentato Alberto Moravia e Paola Masino, per dir solo di quelli che hanno poi fuori di là già conquistato nettamente la critica e, che più importa, il pubblico dei lettori). Zavattini si è creato da sè, in una preparazione intensa e solitaria, di cui primo frutto è questo volume breve e ricchissimo; leggero e profondo, secondo la formula segnata da Nietzche.

Parliamo tanto di me è un viaggio nell’oltretomba, mosso da un atto di pura fantasia, condotto avanti per forza di pura meditazione, sciolto in una illuminazione di pura poesia. Lo stanno menomando con catalogarlo tra gli « umoristi ». Qui l’umorismo è un mezzo, uno dei tanti mezzi, per raggiungere il pensiero per sintesi, e di rarefare l’atmosfera traverso cui s'arriva alla poesia: questo è l’importante. Vittima io stesso per parecchi anni di una definizione di questo genere, ci tengo a difenderne fin dal principio un autore come questo, che è assai più e assai meglio che un « umorista ».

Come libro di poesia e di meditazione, non è raccontabile. Tutte le sue virtù evocative e magiche stanno in movimenti di stile; ma intendo stile in alto senso, stile in quanto varietà continuamente imprevedibile di modulazioni del pensiero e della fantasia.

Il libro è pieno di morte e di tombe, ma da questo substrato si leva e alita un’aria di purità piena di incanti chiari; così come dalla putrefazione della terra nasce la vita vegetale e l’atmosfera che sa accogliere tutta la luce del sole.

Corso da osservazioni di natura scettica e vigilato da uno spirito guardingo, il libro è ricco di fede o speranza. Ed è pieno di promessa. Non è. l’esaurimento di un atto di felicità poetica: e, ne sono certo, il primo atto casto e cauto, l’episodio iniziale, d'un’opera ricca e varia d’imprevisto e di preziose scoperte.

* Massimo Bontempelli

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 18.11.31

Citazione: Massimo Bontempelli, “Parliamo tanto di me - Cesare Zavattini,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 17 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/216.