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Titolo: Edizioni numerate

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1935-07-02

Identificatore: 1935_253

Testo: Edizioni numerate
Bacchelli, Balsamo Crivelli, Mario Puccini
* Sette liriche di Riccardo Bacchelli sotto il titolo Parole d’amore escono per i tipi dell’ Officina Tipografica Gregoriana di Milano in un opuscolo di grande formato tirato a 199 esemplari firmati dall’Autore. La prima lirica è dedicata alla Poesia:
Parola breve dopo lunga attesa fra i tentati pensieri fuggitivi, piena e succinta quando pur la trova, e tale, sento, a cui non tornerò; concessa è la poesia: desiderata; e il segreto sgomento l'avvalora ch'è lo scotto dei giorni consumati.
Le altre liriche s’intitolano: Sera, Barcarola, Freddolosa, Inviti dell’autunno, Parole d’amore, Il cielo negli occhi. Segue la bibliografia bacchelliana aggiornata al marzo di quest’anno, dalla quale si apprende che il primo scritto del Bacchelli è una nota polemica stampata nel Carlino a proposito dell’opera romagnola « Sina d’ Värgoun» di Balilla Pratella (1910); e il primo romanzo è Il filo meraviglioso di Lodovico Clò (1911) stampato a spese dell’autore in puntate distribuite ai sottoscrittori. Alla fine di ciascuna puntata, dove il testo mancava, esso è completato da uno o più pensieri critici.
* Pure presso l’Officina Gregoriana di Milano è uscito un opuscolo di rime di Riccardo Balsamo Crivelli, in 199 esemplari firmati dall’Autore. Titolo: A vele ammainate. Precede un «battibecco con Ippolita » nel quale il poeta comunica alla sua donna che assai ne lo rimprovera d’aver raccolto le vele: « navigo in porto, fra poco mi metto a giacere e aspetto l’ora grande». Ma « voi pensate alla morte com’io penso a farmi monaca » ribatte la donna. E il poeta: « Perchè rido? Destino di non esser creduto! Ci penso invece e ho paura. Io son passato traverso la vita e il mondo senza capir nulla nè dell’una nè dell’altro, eppure ci starei un bel pezzo ancora, ci starei sempre». Il libretto è una specie di confessione, un’autobiografia ricca di succhi umani, nelle forme care alla musa del Crivelli e nella lingua colorita, pittoresca, icastica ch’egli sa maneggiar così bene, padrone com’è de’ suoi segreti come di quelli dei metri tradizionali il cui amore gli è disceso dalla consuetudine coi classici del Tre e Quattrocento. A chi dunque
cascasse in man questo libretto lo se lo tenga e non lo butti via perchè c’è in lui mezza la vita mia e l’altra mezza è la Fiaba ch’io ho detto.
Cioè la « Fiaba di Calugino » alla quale il nome di Riccardo Balsamo Crivelli è ormai durevolmente legato.
* Un nuovo numero dei Quaderni di Novissima stampati in Roma su carta speciale in 148 esemplari numerati raccoglie otto prose di
Mario Puccini col titolo Ritratti e Interni, precedute da una difesa della «narrazione pura». Dice il Puccini: « Rappresentare, narrare: epica in prosa. Ma oggi ci sono non pochi narratori i quali dannunzianamente e arcadicamente offrono ancora un tipo di prosa ibridamente incerta tra il racconto e la lirica ». Invece « il narratore che pretende di dare una interpretazione sintetica ed essenziale delle cose e della vita, la poesia sente che deve farla scaturire dagli stessi elementi che la fantasia gli prospetta: e la sua potenza tanto più sarà grande quanto meno egli ricorrerà ad ornamenti e decori non intrinseci, ma estrinseci al mondo che rappresenta ». Fedele a codeste premesse, il Puccini ha costruito i suoi racconti cercando di liberarsi dagli schemi esistenti in uno sforzo di indipendenza tecnica e proponendosi di creare sin dalle prime battute un dima nuovo e chiuso nel quale ogni parte, ogni inciso, ogni elemento verbale abbiano una loro funzione non solo in un senso umano, ma anche in un senso ritmico e melodico.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 02.07.35

Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “Edizioni numerate,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 14 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/2162.