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Titolo: DIORAMA LETTERARIO

Autore: Lorenzo Gigli

Data: 1935-12-24

Identificatore: 1935_306

Testo: DIORAMA LETTERARIO
I primi volumi dell’edizione definitiva delle opere di Gozzano: i "Colloqui" e le prose - Cesena onora Renato Serra - Scrittori italiani che lavorano: Bontempelli, Gallian, Formigari - Il precursore di Sherlock Holmes
Sono apparsi ieri nelle librerie i primi due volumi dell’edizione definitiva delle Opere di Guido Gozzano, a cura della Casa editrice Fratelli Treves. L’edizione ne comprenderà sei: quelli ora usciti sono il secondo e il terzo, e precisamente I Colloqui e una raccolta di prose dal duplice titolo L’altare del passato - L’ultima traccia.
I successivi quattro volumi comprenderanno: La via del rifugio, il canzoniere della giovinezza inquieta e meditativa del poeta, accresciuto di liriche inedite e d’una biografia; il diario del viaggio in India, Verso la cuna del mondo; una raccolta di leggende e fiabe pure dal duplice titolo La principessa si sposa - Le dolci rime: infine l’Epistolario.
Riapriamo i Colloqui, nell’edizione definitiva: ecco, accanto alle poesie che costituiscono il gruppo originale stampato dal poeta nel 1911 (ma vi manca la lirica Le due strade che sarà restituita al volume La via del rifugio) alcune liriche inedite; ed ecco, interessante sebbene relativo, perchè alcuni frammenti erano già stati dati sparsamente alle stampe, il primo tentativo di radunare in un disegno per quant’era possibile organico le varie parti del poema incompiuto delle Farfalle, concepito dal Gozzano come una serie di « epistole entomologiche » nelle quali il vecchio endecasillabo di tono didascalico (non per nulla nel primo frammento sono inseriti alcuni versi dell’Invito mascheroniano) è adoperato con moderna scioltezza. Frammenti scritti a lapis, i più, che attendevano una ulteriore elaborazione: in qualche momento è evidente il concitato fervore d’una prima improvvisazione, in qualche altro ci paiono già chiaramente fissati in forma definitiva gli elementi di pensiero sui quali è intessuto il poema che avrebbe dovuto dischiudere al Gozzano le nuove vie della sua arte ormai matura. Le scarse ore di pace degli ultimi anni il poeta dedicò alla preparazione di quest’opera che canta « la maraviglia delle forze inerti, — la grazia varia delle varie specie... e che gl’ispirò spesso aerei pensieri e immagini serene:
Primavera per me non è la donna botticelliana dell’Allegoria.
Primavera è per me questa farfalla fatta di grazia e di fragilità...
Sono vent’anni che si ristampa e si legge Gozzano. Anche a distanza dai primi entusiasmi, si leva dal suo canzoniere, come direbbe Papini, un delicato odor di poesia, che resta nell’aria. Parvero, allora, I Colloqui una reazione all’ultimo Ottocento, agl’impeti virili del rude artiere carducciano, al dannunzianesimo immaginifico, alle musiche segrete della lirica pascoliana; e non erano. Erano, invece, la confessione d’un morituro che si congedava dalla vita con rassegnazione e guardava le cose del mondo dall’alto d’una sua indulgente ironia. Egli potè anche sembrare, a qualcuno, l’interprete d’una generazione votata senza saperlo alla più cruenta delle catastrofi. Ma il suo addio alla giovinezza fu diverso da quello degli uomini che andarono a morire sul Carso e sul Piave. Fu l’epilogo d’un dramma personale accettato e patito con esemplare coraggio: i lettori odierni di Gozzano, maturati in clima così diverso e passati per esperienze fondamentalmente antiromantiche, scoprono nella sua poesia voci suadenti e vene profonde che aderiscono a particolari stati d’animo e a nostalgie di serena bontà e di sincero sentimento non ancora cadute ad onta delle apparenze.
Alla generazione che fece la guerra appartiene uno scrittore il cui ritorno ideale, in coincidenza col ventesimo anniversario della morte eroica, la nativa Cesena degnamente prepara. È Renato Serra. Per ricordarlo ai giovani, l’Istituto fascista di cultura di Cesena ha ristampato in un opuscolo a larga diffusione la chiara biografia del Serra scritta da Alfredo Grilli nel 1915 e bibliograficamente aggiornata; mentre il Municipio e il Fascio della città romagnola convocano per il 29 corrente gli amici ed ammiratori del Serra a un rito commemorativo che comprenderà, oltre un discorso del prof. Luigi Russo, una mostra di autografi e cimeli e due lapidi, anche un pio pellegrinaggio alla casa dello scrittore per offrire un albo alla madre di lui, signora Rachele Favini Serra. Viene così ad essere assolto un proposito espresso da Alfredo Panzini subito dopo la morte di Renato. «... vagheggerei l’idea che noi pochi ci recassimo in giorno fisso, da ogni parte d’Italia, a Cesena, ad onorare sua madre. Noi non diremo allora quanto era il suo intelletto, quando durerà la sua rinomanza. Cose fugaci, parole confortatrici vane a tanto dolore... Ma noi le diremo che la memoria di lui vive e trema nei nostri cuori e che il nome di suo figlio, inciso nel libro dei santi e dei martiri, non perirà ». Per questo voto che oggi, a distanza di vent’anni, si compie, lo stesso Panzini ha scritto sull’albo da offrire alla signora Serra: «... possiamo dire alla Madre che, in così rapido sorgere e tramontare di nomi, nel combattuto campo delle lettere, Renato Serra rimane con vita propria e per comune consentimento: virtù di critica serena e illuminata dall’arte ».
Gli scrittori italiani lavorano. Massimo Bontempelli, per esempio, ora che ha finito Pezzi di mondo, s’è messo a scrivere un romanzo che porta un titolo provvisorio: La. Coronata, la cui vicenda si svolge in un paese toscano dove si soffrono le conseguenze della morte di una vecchia. Durante trent’anni, quelli cioè nei quali si muove l’avventura, protagonista unica e tremenda di essa sarà la Morte, e se ne avvertiranno i riflessi, i propositi e i piani in tutti i personaggi dell’originale romanzo.
Un altro che non riposa sugli allori è Marcello Gallian: egli ha scritto in questi ultimi quattro mesi un nuovo romanzo, Bassofondo, che rievoca ambienti e abitudini speciali di Roma nell’immediato dopoguerra, quasi alla vigilia della riscossa fascista. Un libro ha pronto anche Francesco Formigari: Classe di ferro, racconti nei quali sono visibili i compiti del mondo nuovo e le nuove esperienze della vita d’artista dell’autore.
Un’altra notizia me l’ha fornita la radio: il centenario di Emilio Gaboriau, presentato come « creatore d’un genere letterario » (che sarebbe poi il romanzo poliziesco), centenario che coincide coi settant'anni del suo celeberrimo Affare Leroux, uscito appunto nel 1866. Gaboriau ha inventato un personaggio, l’ottimo Lecocq, che può considerarsi il vero precursore di Sherlock Holmes; e ha scritto un’infinità di libri ingegnosi e drammatici che hanno avuto popolarità mondiale. Alcuni titoli: L’incartamento n. 113, Il signor Lecocq, Gli schiavi di Parigi, e via dicendo. Sorridete? È roba che s’è stampata e si stampa, in tutte le lingue, a centinaia di migliaia di copie...
Lorenzo Gigli.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 24.12.35

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Citazione: Lorenzo Gigli, “DIORAMA LETTERARIO,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 16 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/2213.