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Titolo: DIORAMA LETTERARIO: Per la difesa dell'Occidente; Cultura e politica antisanzionistica; Il contingentamento delle traduzioni; Profilo di Rivière; Un tradimento di chierici; Storia d'un matrimonio; Ancora del Carducci.

Autore: Lorenzo Gigli

Data: 1936-01-07

Identificatore: 1936_19

Testo: DIORAMA LETTERARIO
Per la difesa dell’Occidente - Cultura e politica antisanzionistica - Il contingentamento delle traduzioni - Profilo di Rivière - Un «tradimento di chierici» - Storia d’un matrimonio - Ancora del Carducci
Il testo del noto manifesto degli intellettuali francesi «per la difesa dell’Occidente » e contro le sanzioni, seguìto dai nomi di tutti i firmatari e dalla risposta della Reale Accademia d’Italia, è stato pubblicato in opuscolo dalla Revue Universelle di Parigi. Esso ha dato luogo a discussioni e a polemiche dalle quali è ancora una volta risultato come il punto di vista italiano, se esaminato in buona fede, abbia il suo pieno fondamento nel diritto e nella giustizia. Tale risultato è suffragato da una recente presa di posizione da parte della rivista bimensile cattolica La vie intellectuelle ispirata dai domenicani e rispecchiante il pensiero di certa democrazia cristiana. Contro le deviazioni di codesto pensiero nei confronti del conflitto italo-abissino e della politica societaria (è curioso e istruttivo rilevare le simpatie dei sedicenti democratici cristiani, che affermano d’ispirarsi alla verità di Roma, per il sinedrio massonico-bolscevico-protestante di Ginevra, simpatie naturalmente ammantate sotto l’ipocrita insegna del culto della giustizia e dell’imparzialità) hanno vigorosamente reagito alcuni autorevoli cattolici di casa nostra, e la rivista domenicana ne ha registrato le proteste e le rettifiche, « non senza emozione ».
Editori responsabili
Siamo in pieno assedio economico, e la reazione del popolo italiano ha aperto una contropartita antisanzionistica anche nel settore degli scambi culturali con l’estero. Qui la resistenza alle sanzioni e le rappresaglie contro i paesi sanzionisti devono dare frutti non effimeri. Vogliamo dire che, quando sia superato l’attuale periodo di tensione internazionale e vengano ristabiliti i rapporti normali tra i popoli, non bisognerà più ritornare in fatto di importazione del libro straniero alle condizioni di prima, ch’erano condizioni di dipendenza troppo palesi e in molti casi affatto giustificate dal valore spirituale ed artistico del prodotto importato. Negli ultimi quindici anni l'Italia s’è conquistata nel campo culturale una posizione d’avanguardia, e non esce nel mondo libro notevole che non venga subito trasportato nella nostra lingua. Codesto primato, naturalmente, continuerà. Quello che non deve continuare è il malcostume di tradurre di tutto, del quale sono responsabili alcune firme editoriali. Esse rovesciano sistematicamente sul mercato qualunque genere di opere, senza criterio di scelta e di valutazione, purché portino nomi esotici. Lo scrittore e il libro straniero devono entrare in Italia soltanto in virtù d’un riconosciuto valore artistico, morale o almeno largamente documentario.
Non, dunque, ostracismo al libro straniero in quanto straniero; ma ostracismo al libro mediocre o brutto, alla commedia insipida, a tutto ciò che offende l’arte o il buon gusto. La selezione qualitativa s’impone, si deve arrivare anche nel ramo delle traduzioni al contingentamento. Facciamo una proposta pratica: gli editori che pubblicano collane d’autori stranieri siano invitati a sottoporre periodicamente i rispettivi programmi a commissioni designate di competenti le quali si pronunceranno sulle opere proposte per la traduzione, ammettendo quelle meritevoli o comunque tali da recare un reale contributo alla cultura dell’anima e alla conoscenza del mondo presente, e scartando le inutili (intendendosi con questa parola tutti i libri, anche moralmente inattaccabili, che non rispondano ai requisiti sommariamente accennati). L’idea del contingentamento qualitativo delle traduzioni ci sembra degna di esser accolta e a tempo opportuno applicata (sui modi d’applicarla si può utilmente discutere): se si arriverà a risultati concreti, sarà un bene per tutti, autori italiani, editori e pubblico; e anche nel settore culturale la politica delle controsanzioni avrà lavorato per l’avvenire.
« Un’anima che ha trovato »
Carlo Bo traccia, nelle collezioni della Morcelliana di Brescia, un profilo spirituale di Jacques Rivière, segretario e dopo la guerra direttore della Nouvelle Revue Française, combattente, prigioniero, morto giovane per malattia contratta sotto le armi; cercatore di Dio, « un’anima che ha trovato ». I suoi libri (ne scrisse molti, studi sulla poesia, la pittura e la musica, ricordi di prigionia, un diario di guerra, ritratti, moralità, saggi di filosofia e di politica, carteggi, un romanzo; e frammenti d’un altro romanzo intitolato a Firenze, pubblicò postumi la vedova pochi mesi fa) contengono « nutrimenti non terrestri », fanno prendere ai nostri sentimenti una direzione d’amore. Rivière, fu detto, introdusse nella critica « les moeurs de l’amour »: e lo scrittore italiano, sforzandosi di respirare nel suo clima e di scoprire il segreto del modello con l’aiuto dell’umiltà, ne chiarisce assai bene la funzione nel campo della cultura europea post-bellica e ne coglie con delicatezza i tremori spirituali, l’inquietudine presaga, i temi morali; ne segue il cammino per arrivare dall'idea della morte alla convinzione che la vita è la preparazione alla morte: questa è la conquista, anzi la grazia di Rivière. Le cui lettere al cognato Alain Fournier, a Claudel e ad Antonin Artaud e i cui studi e meditazioni definiscono una posizione spirituale che, nelle altre opere, specie nel romanzo Aimée, si riflette con assoluta precisione sulla posizione artistica.
Questo richiamo italiano a Rivière coincide con la pubblicazione d’un romanzo della sua vedova, Isabelle Rivière, sorella dello scrittore Alain Fournier morto in guerra. Il romanzo della signora, Bouquet de roses rouges, candidato a un recente premio letterario, ha provocato motivati dissensi da parte del gruppo dei vecchi amici di Rivière, ai quali la signora d’altra parte rimproverava da tempo la palese infedeltà alla sostanza ideale e alle direttive di Rivière così dimenticate che la sua rivista è diventata « un tradimento di chierici » e abbandonando le sfere dell’arte e della filosofia disinteressate è discesa sul terreno della lotta politica e si è lasciata andare a inequivocabili manifestazioni di filocomunismo. Gli ex amici di Rivière hanno aspettato la signora al varco e, uscito il romanzo (ch’è autobiografico e introduce personaggi nettamente ricalcati sul vero, Alain Fournier, lo stesso Rivière, ecc. ), le hanno rimproverato d’aver messo in piazza i propri fatti personali, gli alti e bassi della sua unione con Rivière. Vi sono nel romanzo un uomo e una donna che s'amano, ma non trovano nell’amore nè un fine nè una risoluzione; lo superano, si raggiungono in Dio, e riscoprono allora il gusto della vita. Romanzo concepito per una tesi, per la gloria d’un sacramento, e deve a questa ispirazione cristiana il proprio accento particolare. Non sono mancati coloro che hanno spiegato tale ricorso a Dio come un malinteso intimo tra gli sposi, e che hanno accusato Veroina (cioè l’autrice) di mancanza di carità e di tolleranza. Scrive un critico del gruppo degli ex amici: « È un libro che non si contenta di difendere una causa, ma che accusa, attacca e sembra talvolta una rivincita. Le pagine migliori sono una diatriba contro l’elemento sessuale dell’amore ».
Abbiamo accennato la settimana scorsa ad alcune pubblicazioni che fanno corona a quella dell’edizione nazionale delle Opere carducciane ii volumi usciti finora sono sette; e nel sesto, Primi saggi, son da notare tre interessanti inediti). Completiamo la breve rassegna coi titoli di qualche altro volume, preparato dalla Casa Zanichelli, atto a lumeggiare particolari aspetti della figura e dell’opera del poeta; una raccolta di autografi delle liriche più famose del Carducci, a cura di Albano Sorbelli; ricordi di Manara Valgimigli sull’insegnamento universitario del Carducci intitolati il Nostro Carducci; l’esame di taluni lati secondari ma istruttivi dell’operosità artistica e critica del poeta, a cura di Goffredo Coppola; la raccolta dei Discorsi celebrativi tenuti a Bologna in occasione del centenario del Carducci. Così il ciclo è compiuto; e il fervore degli studi, e dell'interesse che ha accompagnato il ritorno del poeta nell’Italia d’oggi consacra la perenne giovinezza della sua arte, la vitalità del suo insegnamento e del suo pensiero patriottico e civile.
Lorenzo Gigli.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 07.01.36

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Citazione: Lorenzo Gigli, “DIORAMA LETTERARIO: Per la difesa dell'Occidente; Cultura e politica antisanzionistica; Il contingentamento delle traduzioni; Profilo di Rivière; Un tradimento di chierici; Storia d'un matrimonio; Ancora del Carducci.,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 17 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/2235.