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Titolo: BONTEMPELLI: Pezzi di mondo

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1936-04-16

Identificatore: 1936_49

Testo: VETRINA DELLE NOVITÀ
BONTEMPELLI:
Pezzi di mondo
Questo libro è fatto tutto di Gazzetta del Popolo, direbbe Bontempelli. È un libro suo e raccoglie infatti, sotto il titolo unitario di Pezzi di mondo, scritti apparsi nel nostro giornale e appartenenti a quel genere fantasioso e documentario insieme col quale l’autore dei Sette Savi caratterizza genti e paesi e interpreta psicologie collettive e modi di vivere. I Pezzi di mondo di Massimo Bontempelli (sono usciti a cura di Panorama, Casa editrice italiana di Milano, con una copertina di carta paglia per via delle sanzioni e costano dieci lire) non sono pezzi di colore o pezzi di bravura che dir si voglia: sono frammenti del suo diario di poeta e di filosofo mediterraneo tentato dal vagabondaggio. Qui di mediterraneo c’è tutto, il sentimento e la nostalgia, la luce e l’aria, l’umanità e la fantasia. Si comincia da Napoli a scoprire i segreti del paesaggio italiano e a rovesciare i concetti del viaggiatore borghese che non ha tenerezze che per il luogo comune servitogli confezionato dalle guide e dalla tradizione. Anche a Napoli, come già a Venezia, Bontempelli sente odor di tragedia: ma mentre sulla laguna è odor crudele di sangue (l’interpretazione veneziana di Bontempelli originò una polemica, e qui lo scrittore in una rapida messa a punto richiama la propria intelligentissima definizione di Venezia, « una tragedia di Shakespeare fatta città » ), il dramma che ha creato a Napoli quel suo aspetto allucinato è lo stesso che anche molti uomini hanno sofferto: l’incapacità a esser crudele. Poi il colore di Napoli non è l’azzurro delle oleografie col Vesuvio in fondo, ma è il grigio: un grigio lucente che non serve da malinconia ma da riposo, è un grigio liquido e tenero che prende la sua forma più espressiva nelle canzoni. E se in tutte le altre città e luoghi della terra la mancanza di mistero si traduce in una totale assenza di fantasmi, l’aria di Napoli invece è di fantasmi tutta popolata: « Fantasmi disperati che guardano in giù, e non sanno dove appigliarsi. Son fatti di sole; la notte li scompiglia, tra il buio distratti e spaesati senza mèta se ne vanno ».
Seguire Bontempelli nel suo itinerario d’oro vuol dire ricontrollare le nostre esperienze con l’aiuto della facoltà ch’è in lui preminente a operar miracoli con la bacchetta della fantasia sul dato realistico e positivo. Allora molti lati s’illuminano, la chiave della poesia è a portata di mano, e discopri, dietro l’apparenza, la verità. Da lui accetti tutto, con una spontaneità d’adesione proporzionata alla cordialità con cui egli ti parla e smonta i trucchi e le falsificazioni di cui vanno incrostati i tuoi paradigmi. Trovi in questi Pezzi di mondo molte pagine degne del Bontempelli migliore, dell’inventore di miti. Il cielo e il mare, il monte e la campagna, gli parlano senza riserve, chiariscono i reciproci rapporti, si confidano e s’abbandonano come facevano nell’alba del mondo quando la poesia era il linguaggio comune delle cose e degli uomini.
Le tappe dell’itinerario sono, nella prima parte, tutte italiane. Napoli e la Versilia. Viareggio e la rude Barbagia, l’Adriatico e Frascati, Sabaudia e Terracina. Vediamo i miti risorgere e riprendere nuovo sapore nel clima moderno in cui Bontempelli li evoca; e gli dèi spiccare voli sotto il cielo latino e le belle favole risplendere nel sole. Circe si sporge da una nuvola e guarda giù per contare le vele del Tirreno. E il bosco di Marino è ancora sacro come al tempo di Tito Livio, nonostante le trepide coppie e i ciclisti.
In un « intermezzo » Bontempelli punta verso il settentrione e saggia la sua sensibilità al paragone di aspetti e memorie insigni di lassù, sulle quali è corsa tanta letteratura: Brusselle e l’Aja, Amsterdam e il Mare del Nord, Rotterdam e lo Zuidersee, la geometria dei canali d’argento e di smeraldo, la nebbia clorotica, i ponti girevoli, le chiatte e i molini. Nell’ultima parte del volume ricompare quel breve seguito d’articoli sul Sud America che i nostri lettori non hanno certo dimenticato, ricchi come sono di vedute originali intese a scoprire in quei paesi giovani, « fatti quasi esclusivamente di futuro », la possibilità, cioè la storia dell’avvenire.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 16.04.36

Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “BONTEMPELLI: Pezzi di mondo,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 17 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/2265.