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Titolo: Fabio Tombari

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1931-12-02

Identificatore: 228

Testo: • GALLERIA

Fabio Tombari

Un paio d’anni fa il cronista di Frusaglia era un ignoto provinciale che teneva qualche manoscritto chiuso a chiave nei tiretti della casa paterna. Oggi è in primo piano nel quadro del la letteratura narrativa contemporanea, alla quale ha dato finora tre volumi: i Tutta Frusaglia, cronache borghigiane segnalate nel 1929 col premio dei Dieci; La Vita segnalata l'an no dopo col premio dei Trenta; ed ora questo romanzo, La morta e l'Amore, che vede la luce in testa alle novità apprestate da Mondadori per la ripresa editoriale della stagione d’inverno. Frusaglia, opera prima: un ambiente, un costume, molti tipi, cento situazioni. Cronache, appunto: scavale nella memoria riverniciate con una mano di colore fresco. Furono una rivelazione, più per quel che promettevano che per quel che mantenevano; ma dal guscio di Frusaglia usciva uno scrittore. Voi venne La Vita dove il cronista provinciale si riconosceva ancora a certe note umoristiche e grottesche, a certe battute spregiudicate, a certe soste compiaciute sugli angoli delle strade; ma l'ispirazione aveva un respiro più vasto, origini più genuine, e la materia non era più pretesto a facili giochi e scorribande nel campo cronistico e folcloristico, ma piegata, dominata, gonfia di calore e di passione, aderente alle intime esigenze dell'autobiografia. Adesso il nuovo romanzo La Morte e l’Amore vorrebbe inserirsi nella bibliografia tombariana come il secondo pannello del dittico di cui La Vita è il primo; vorrebbe continuare in certo modo e concludere, su un piano fantastico ed esasperatamente romantico, quell'esperienza felice; ma la seconda prova ci pare riuscita solo in parte, in quella cioè dove si raccoglie tutta la luce sulla figura d'una fanciulla, angelo in terra, sorella della gentile Maria della Vita in cui abbiamo riconosciuto qualche eco delta Silvia leopardiana (Recanati non è molto lontano dalla simbolica Frusaglia di Tombari, e quante volte, sotto le stelle che si specchiano nell'Adriatico, il nostro dev’essersi sorpreso a mormorare, tirando i versi su dal cuore: — Silvia, rimembri ancora.., ). Anche nel nuovo romanzo una figura di fanciulla penetrata quasi dì straforo domina con la sola forza della sua mite e rassegnata bellezza Quando discorre di lei, il Tombari trova una delicatezza, un pudore, che attingono i vertici della commozione. Per il resto, egli lavora su una materia autobiografica, con quello strano dualismo di tono e di stile che caratterizza le sue opere e che proceda avanti a forza di contrasti e di sciabolate d’ombra e di luce fatalmente destinati a dar nella maniera. Qui il segreto è facilmente scoperto, la formola paese: quell’alternar si delle due prospettive, la sensuale e violenta e la idilliaca, che costituiva il fascino e la novità della Vita, nel secondo romanzo è affidato non più al gioco diverso delle psicologie e alla graduazione sapiente delle temperature, ma a meri virtuosismi verbali in cui si dissolvano le qualità autentiche del narratore. Si direbbe che La Vita e la Morte sia un libro frettoloso e stanco, un formularlo riempito in fretta con residui a portata di mano. Anche l'attrezzatura della vicenda, in cui s'impegnano una quarantina di personaggi di primo e secondo piano, non è proporzionata allo svolgimento che si distende a malapena per un 270 pagine spaziate e interlineate a dovere. Ma Tombari si salva nei momenti di tenerezza e. nei quadri di paese. Vedetelo all'opera, poeta della gentilezza femminile e della natura grandiosa. Allora anche lui, come i suoi personaggi ed elementi, lavora con profonda umiltà e raggiunge intensi effetti Urici ed emotivi: il binomio romantico dell' amore e della morte è volto a significati umani d’un ottimismo generoso e fervido che proclama la virtù dell'amore su tutte le sofferenze e financo sulla crudeltà del destino.

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File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 02.12.31

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Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “Fabio Tombari,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 17 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/228.