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Titolo: Viareggio balneare e letteraria

Autore: Cipriano Giachetti

Data: 1936-08-04

Identificatore: 1936_77

Testo: Viareggio
balneare e letteraria
Tre zone e tre volti - La colonia stabile dei poeti Chi avrà le trentamila lire?
Viareggio, agosto
Sulla stazione di Viareggio — nuova, lucente e marmorea — si potrebbe affiggere il cartello « tutto esaurito » come ai teatri per le prime rappresentazioni di importanza. Da quasi un mese non c’è più un posto disponibile: chi arrivi all'improvviso alla città balneare, col deliberato proposito di passarvi qualche giorno di riposo e di svago, rischia di dover dormire sulla spiaggia, in vista del « sonante mare ». Il che non si confà a tutti i temperamenti.
L’affluenza a Viareggio si è determinata quest’anno prestissimo, contrariamente alle abitudini che consacrano piuttosto l’agosto — mese del caldo e... dei premi letterari — alle dolcezze della sospirata vacanza: gli scioperi francesi hanno fatto disertare la Costa Azzurra a beneficio delle stazioni italiane: la Germania, l’Austria, l’Ungheria hanno largamente profittato delle facilitazioni offerte agli stranieri: gli italiani — fiorentini in specie — ci sono venuti perchè a Viareggio ci si vien sempre, perchè di Viareggio non si può fare a meno.
Centomila persone?
La città — bisogna dirlo — è attrezzata per qualunque invasione, purché non superi le leggi fisiche della penetrabilità: i trentacinquemila abitanti o poco più si ritirano nei quartieri d’estate e lasciano la loro casa agli ospiti. perchè qui quasi tutte le case hanno una casetta-succursale nel giardino, nella quale, alla meglio, accampano i proprietari quando sopravvengono gli inquilini avventizi. Si aggiunga l’immensa distesa delle pensioni, degli alberghi grandi e piccoli e si comprenderà come la popolazione fluttuante possa raggiungere anche le centomila persone.
Popolazione, nella quale tutti i ceti sono rappresentati con un senso di distribuzione assai preciso anche dal lato topografico. Gli ospiti di lusso si distendono sulla prima parte della passeggiata, in direzione di Forte dei Marmi, poi le pretese vanno calando dalla metà della lunghissima passeggiata in giù andando verso il molo, dove formicolano le botteghe, le baracche, i caffè, le attrazioni, i cinematografi, i teatri, dove strepitano le orchestrine, e mugulano le radio... Oltrepassato il canale è un’altra Viareggio: una Viareggio patriarcale e modesta, attaccata alia vecchia Darsena dove sono ormeggiati i barconi da pesca, le tradizionali « paranze », che oggi tendono a scomparire sostituite dal trionfante motore. Da questa parte, fra il Canale, il Balipedio e la fragrante pineta, vive un’altra colonia estiva di più miti pretese, colonia bonaria di famiglie fornite abbondantemente di ragazzi, e che son venute al mare per godersi il mare e per ritemprare la salute. Diciamo la verità: questa zona popolare della spiaggia viareggina può vantare in fatto di correttezza dell’abbigliamento parecchi punti di vantaggio sulla zona, diremo, elegante: e non importa dirne le ragioni.
Ma è bene dire che il bagnante è un individuo a parte nella classificazione zoologica, che ha gusti e predilezioni di un genere tutto affatto speciale, come la mania « dei bianchi di diventar neri » secondo la felice espressione di Giovanni Papini, che ha lasciato quest’anno, sia pure a malincuore, la pace montanina della sua Bolciano per il mare che gli è stato prescritto dai medici.
Così è venuto a fornire un elemento di più (ed importante) alla colonia letteraria che da alcuni anni è la specialità di Viareggio estiva. Un giornale umoristico notava giorni sono che ormai le spiagge italiane si contendono la presenza degli scrittori più in voga e che finiranno per portarseli via l’una all’altra. Però Viareggio ha conservato in questo un primato, che forse le viene da lontano: dalle predilezioni di Gabriele d’Annunzio che un tempo dimorò a lungo su questa spiaggia, allora più solitaria e più avvincente di quello che non lo sia adesso.
« Erompo dalla corteccia
fragile io ninfa boschereccia
Versilia, perchè tu mi tocchi... ».
La colonia stabile di poeti e di artisti che Enrico Pea presiede con incontestata autorità si dilata all’infinito nei mesi estivi: su, fuori di Viareggio, verso il Forte, il Cinquale ed oltre, come a fuggire l’invadente pressione degli uomini che si accampano sempre più numerosi sotto l’Alpe di Luni, gli scrittori italiani van cercando il loro riposo e la loro gioia fugace e con loro i pittori che illuminano la loro tavolozza con questa chiarità di cielo e di mare e poi gli scultori e gli attori di teatro. È qui Carra, è qui Dazzi: fra la villetta tutta bianca e azzurra di Carena e quella sobriamente ottocentesca di Soffici, sta la casina seminascosta fra i pini di Maria Melato: più su è Malaparte, più su ancora, internato nella selva come un Robinson che non può fare a meno della radio, Giuseppe Prezzolini: e poi Camillo Pellizzi, Longhi, Maccari, Répaci, Angioletti e, di tanto in tanto, Pirandello.
L’arduo compito
Fra qualche giorno questi nomi si dovranno moltiplicare: giungono, a poco a poco, i giudici del Premio Viareggio e il Presidente, Lando Ferretti, è già installato da un pezzo sulle posizioni. Quest’anno il compito è più arduo del solito: il grosso premio di trentamila lire è indivisibile: non discenderanno i rivoletti benefici a dissetare diverse ugole assetate: ma un fiume solo non è troppo o troppo poco?
Il Premio Viareggio non deve essere soltanto la scusa di una festa mondana, ma un po’ la rassegna dell’attività letteraria dell’annata.
Intanto, un antico « Premio Viareggio » che è ancora vigorosamente sulla breccia, come scrittore e come pittore, Lorenzo Viani, apre in un centralissimo locale viareggino una mostra riassuntiva del suo lavoro artistico di molti lustri. È una mostra di un grande interesse, alla quale fanno corona, come attorno ad un maestro, le mostre personali di alcuni giovani pittori: Granchi, Lippi, Cesetti ed altri, e quella di un altro pittore di grande rinomanza: Ottone Rosai.
Se andate a visitar la mostra — e ne vale la pena — ci troverete certamente, più scaruffato del solito, Viani in persona, che vi farà volentieri da cicerone e vi ricorderà gli episodi della sua vita con l’appoggio della documentazione iconografica e vi dirà di attendere il suo prossimo libro (documentario davvero) « Barba e capelli » dove egli descrive il tempo della sua giovinezza passato nella bottega di un barbiere, e se è in vena è capace anche di recitarvi qualche poesia del suo prossimo libro di versi, i suoi primi versi e « versi demoniaci » Vi dirà, scuotendo la chioma, un po’ per burla e un po’ credendoci egli stesso...
Cipriano Giachetti.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 04.08.36

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Citazione: Cipriano Giachetti, “Viareggio balneare e letteraria,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 17 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/2293.