Parità della lingua (dettagli)
Titolo: Parità della lingua
Autore: Lorenzo Gigli
Data: 1938-10-26
Identificatore: 1937-38_29
Testo:
Scrivere senza barbarismi Diamo l'ostracismo al blu Il romanzo che è per uscire Uno scomparso che torna
Osservatorio
Parità della lingua
Uno dei settori collaterali in cui può e deve esercitarsi la difesa della razza è quello della lingua, preziosissimo patrimonio di un popolo che voglia essere e mantenersi immune da ogni infiltrazione atta ad alterare la sua integrità razzistica e il suo patrimonio spirituale. « In questo campo — ci scrive un lettore — moltissimo può fare il giornale, che per una grande maggioranza è l’unica fonte di cultura ». D'accordo. Ed eccoci pronti a raccogliere tutte le segnalazioni, tutte le domande e tutte le proposte che ci perverranno sull’argomento. Scriver bene, senza improprietà e senza barbarismi, dev’essere, oggi, una consegna da osservare e da far osservare. Come non vogliamo parole oltramontane sulle insegne dei negozi, così dobbiamo bandirle dalle cronache giornalistiche e dagli scritti d’ogni genere. Il lettore su citato si compiace notando che i velivoli ora decollano un po’ meno, contentandosi di partire o di staccarsi dalla superficie solida o liquida su cui posano. Ma cosa direbbe se leggesse, come abbiamo letto noi stamane in un avviso di pubblicità cinematografica, che l’attore tal dei tali gioca molto bene il suo ruolo? E quando la faranno finita i poeti da strapazzo che scrivono canzoni, canzoncine e canzonette per gli autori di musiche facili, d’adoperare ad ogni piè sospinto l’eteroclito blu (così comodo per far rima col tempo che fu o col mio amore sei tu) che usurpa indegnamente il campo al nostro bellissimo azzurro con le sue molteplici gradazioni (celeste, turchino, ecc., fino al dolce color d’oriental zaffiro del verso dantesco)?
Intanto si continua a far debuttare qualcuno invece di farlo esordire; e le cronache inquadrano ogni giorno la nostra balda gioventù nei ranghi della G.I.L., mentre essa si allineerebbe così bene nelle file della medesima. E dove pescano la gran classe coloro che parlano di atleti o coloro che fanno la pubblicità agli aperitivi? Probabilmente là dove si trovano tanti brutti e scorretti modi di dire o di scrivere, come le famigerate preposizioni ne, de, ecc. che, con aperta offesa alla grammatica e al buon senso, vengono messe davanti all’articolo senza fondersi con esso (esempio: un’importante nota de Il Popolo d'Italia; sproposito, signori miei, perchè si deve dire in ogni caso del Popolo d’Italia...).
Ora che è scomparso Gabriele d’Annunzio, grande fucinatore (non forgiatore, mi raccomando, che è francesismo derivante da forge, fucina) di neologismi, tratti però in gran parte dal latino e quindi legittimi, converrebbe andar molto cauti nell'ammettere parole nuove in una lìngua già ricca di vocaboli come la nostra.
l.g.
Collezione: Diorama 26.10.38
Etichette: Osservatorio
Citazione: Lorenzo Gigli, “Parità della lingua,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/2348.