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Titolo: Il libro della settimana "Ritorno di Boine"

Autore: non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1938-10-26

Identificatore: 1937-38_30

Testo: Il libro
della settimana
"Ritorno di Boine"
Boine, un nome che forse non dice nulla alla giovane generazione, o tocca appena qualche riposto recesso della memoria. Appartenne alle correnti letterarie di avanguardia dell’anteguerra, partecipò ai movimenti della Riviera Ligure, del Rinnovamento, della Voce, e morì non ancora trentenne nella primavera del 1917 (era nato a Finalmarina il 2 settembre del 1887). Lasciò tre o quattro volumi: Il peccato e altre cose, Discorsi militari, Frantumi... L’opera sua più consistente è Il peccato, racconto vagamente autobiografico, simbolico passaggio dal dottrinarismo all’azione, ad un ideale di vita attiva il cui miraggio attrae il Boine e luccica in fondo a tutte le sue esperienze, nei suoi tentativi di contatto con la vita pratica e nelle sue prése di posizione ideali. Giovanni Boine resta uno dei rappresentanti più tipici di quelle correnti che tra il 1910 e la guerra movimentarono la società intellettuale italiana e le costituirono un terreno fecondo di pensieri e di programmi. Come scrittore, se può essere grosso modo catalogato tra i frammentisti in quanto ciò che ci rimane di lui è spesso abbozzo e frammento, tale catalogazione non va al di là di un mero criterio esteriore. Egli avrebbe avuto i mezzi e il metodo per costruire. Tanto è vero che i suoi scritti, ristampati adesso dall’editore Guanda per cura d’un gruppo d’amici con a capo Mario Novaro che primo ospitò il Boine nella sua Riviera Ligure, sostengono validamente la prova del tempo e delle nuove esigenze. Pubblicando nel 1912 il Peccato il Boine ne avvertiva il carattere di intimità e di schizzi e proclamava che solo ciò « che è bello e grande » merita di uscire in libro. Oggi il Peccato è appunto la prima cosa che si ristampa, e lo giustificano le parole stesse del Boine la cui intenzione generale era di rappresentare quel lirico intrecciarsi di molto pensiero sulla scarsezza di pochi fatti, quel continuo sconfinare dalla poca cronistoria esteriore nella contradditoria e dolorosa perplessità del pensiero « che è la vita di molti»; ed era la sua vita.
Un ricordo di Mario Novaro scritto subito dopo la morte del Boine e ora premesso all’altro volume, Frantumi, che pure si ristampa dal Guanda, illustra la figura del poeta e la sua crisi, attraverso la quale egli approdava ad una pacatezza larga, ad una serenità commossa, dove « l'azione morale non era più sempre costretta e imposta, ma libera e spontanea come la grazia, e le cose contemplate apparivano doni eterni e i1 buio riceveva fiducioso schiarimento da ciò che per sè è luce ».
*
Giovanni Boine in una fotografia del 1911

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 26.10.38

Citazione: non firmato (Lorenzo Gigli), “Il libro della settimana "Ritorno di Boine",” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/2349.