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Titolo: Tutte le poesie di Soffici

Autore: Lorenzo Gigli, Ardengo Soffici

Data: 1939-01-25

Identificatore: 1939_63

Testo: IL LIBRO DELLA SETTIMANA
Tutte le poesie di Soffici
Ardengo Soffici ha raccolto in volume tutte le poesie che ha scritto dai vent’anni ad oggi. La ragione del titolo, Marsia e Apollo (ed. Vallecchi, L. 10) l’ha data lo stesso Soffici qui nel Diorama alcune settimane or sono: Marsia rappresenta l’audace ricerca delle novità poetiche, l’avanguardismo della gioventù; Apollo è la serena maturità con l’invenzione d’un ordine nuovo arricchito dai fremiti e dalle scoperte del periodo rivoluzionario. O, come chiarisce un breve apologo che apre il volume, Marsia è la giovinezza di Apollo, il quale giunto alla virilità dello spirito e disturbato dagli sfrenati canti di Marsia, si libera da tanta disarmonia scuoiando il giovane cantore, ma della sua pelle divina si fa un florido manto e se ne orna per sempre. Fuori dall’allegoria, le liriche giovanili di Soffici, in parte inedite in parte quasi inedite, formano il piedistallo della sua esperienza posteriore, documentano assai bene le origini letterarie e lo sviluppo dello scrittore.
Due periodi distinti con le rispettive produzioni occupano dunque la raccolta: il primo mette capo all’avventura futurista dei Chimismi lirici, partendo tuttavia dalle liriche giovanili (1901-908) ariose, cantanti e qua e là accordate su influenze carducciane e pascoliane, ma con note cordiali e libere di felice toscanità. (Si veda, per esempio, Settembre:
... corre pe’ campi veloce settembre, spegnendo la sua grande
(arsura
ne' grappoli azzurri dell’uva matura che il sole tra' pampini cuoce).
Ne consegue che in queste liriche del principio del secolo Marsia non è ancora sfrenato e rivoluzionario. è un cantore semplice e istintivo che ama « ogni cosa che vive, che opra, che soffre »; che ama tutto il creato e tutte le creature, come San Francesco, e lo dice in una specie di catalogo dove insinua qualche accento cinico e perverso secondo la moda del tempo e chiude con una romantica invocazione alla morte alla maniera di Graf:
... ma più
amo il silenzio e la pace tua perpetua, o Morte.
Bisogna dunque bruciarne tappe ideali per arrivare ai Chimismi. Cronologicamente il distacco è minimo; spiritualmente profondo. In mezzo sta un gruppo di poesie (Il canto del gallo) che vorrebbe esprimere in sintesi la fatalità del trapasso. Di notte il poeta è risvegliato da grida misteriose che urlano il suo nome. Voci di antichissimi padri morti che intendono strappare dal sonno il nipote ignavo? Voci di grandi maestri, di. vigili amici? Formidabile appello di Dio per l’opera e per la vita?
... all’alba ero in piedi ed armato.
E l’esperienza comincia.
Comincia con una professione di fede nel verso libero e nella parola in libertà;
... a noi fa mestieri una lingua libera, generosa, profetica, amorosa: una lingua da pazzi.
Quella che gli consentirà il colorismo magico e l’alchimia degli arcobaleni gettati sui suoi nuovi orizzonti;
Inzuppa i pennelli nel tuo cuore di 36 anni finiti ieri, 7 aprile, e rallumina il viso disfatto dalle
antiche stagioni...
Qui è il culmine del giovanile errore. Repentina crisi, conversione improvvisa, se ci si vuole attenere alla stretta logica delle date e dei fatti; ma chiara e spiegabile appunto in quanto crisi di giovinezza, rivelatrice di contrasti ideali, necessità come che sia di reazione ai miti cristallizzati e fermi, che è poi l’impegno di ogni generazione la quale ritorna alla tradizione-vita, sì ricongiunge al passato soltanto attraverso il superamento violento delle posizioni arretrate e sterili.
Giovinezza, tu passerai come tutto
finisce al teatro.
Tant pis. Mi farò allora un vestito
favoloso di vecchie affiches.
Invece il vestito favoloso è diventato una toga romana. Dal futurismo dei Chimismi (ma nei Chimismi troviamo alcune delle poesie più belle e convincenti di tutto il movimento futurista) si approda alle rive apollinee della maturità, al composto classicismo dell’Elegia dell’Ambra, dell’Ode a Mussolini e di quell'Adunata che la Gazzetta del Popolo ospitò al tempo della guerra etiopica e che è ormai composizione storica: tre poesie di rinnovamento e di salvazione, nate da un cuore dove
è tornato Dio, musica e misura della gran natura.
Un cuore e un intelletto che riconquistano nell’amore della natura la serenità originaria di cui ogni fantasia e visione s’impregna, come nel celebre distico:
La Toscana è luce e terra con pochi alberi fioriti.
Ma percorrere la strada della esperienza di Soffici vuol dire camminare sulle orme di tutta la sua generazione. E questa non è l’ultima ragione d’interesse della raccolta delle sue Poesie che ne rappresenta così bene le drammatiche contraddizioni e il felice epilogo.
l.g.
« Cocomero e Liquori » quadro di Soffici del tempo dei « Chimismi lirici » attualmente esposto con altre opere alla Galleria torinese « La Zecca »

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 25.01.39

Citazione: Lorenzo Gigli e Ardengo Soffici, “Tutte le poesie di Soffici,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 19 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/2480.