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Titolo: Vecchio Giappone

Autore: non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1939-04-26

Identificatore: 1939_146

Testo: Il libro della settimana
Vecchio Giappone
Mario Marega, capo della Missione Cattolica di Oita nel Giappone, ha dato pochi mesi fa alle stampe una sua versione del Kogi-Ki, il primo libro giunto sino a noi scritto in giapponese, che è una specie di Bibbia del paese del Sol Levante e contiene le tradizioni nipponiche più antiche, cominciando dai miti che formano la base della religione Shinto, per assumere poi, a misura che avanza, un carattere storico. Questo libro sacro il dottor Marega integra adesso con la traduzione di una raccolta di fiabe e leggende popolari giapponesi (Il Giappone nei racconti e nelle leggende - ed. Laterza, Bari, L. 22) divisa in sette gruppi nei quali si passano in rassegna i testi più interessanti del fondo mistico e religioso, della mitologia, del folclore, della storia e della paesistica per chiudere con una narrazione di gesta dei primi sovrani da Gimmu-Tennò a Nintoku-Tennò, cioè da coloro che sono discesi direttamente dagli dei. Le leggende e i racconti dell’antico Giappone, tramandati per tradizione orale, sono per il lettore europeo un documento di continuità di vita e di costume, in quanto lo spirito animatore della protostoria è passato intatto nel Giappone moderno che ha tuttora un solo dogma: la fedeltà all’imperatore; una sola morale: la pietà filiale; e un’idea religiosa unitaria che proclama l’origine celeste dei Sovrani (ma precisando che «il Sovrano e il popolo formano una cosa sola ») e riconosce che l’atto di governare il paese e la preghiera agli dei nelle cerimonie shinto sono la stessa cosa.
L’ingenuità delle leggende e dei racconti è d’una grazia un poco infantile, ma piena di delicata poesia come tutto ciò che il popolo giapponese tocca e trasforma con la sua innata disposizione a contemplare gli aspetti più gentili della natura e del mondo e a renderli con un simbolismo semplice ed aereo e in un seguito d’immagini pittoriche e musicali. La traduzione del Marega (il quale ha aggiunto di suo una quantità di schiarimenti e illustrazioni al fine di rendere piana la lettura di questi testi orientali) rispetta il carattere dei racconti e la loro leggiadria e ce li offre come un contributo essenziale alla conoscenza della psicologia e delle tendenze del popolo giapponese tradizionalista, soldato e poeta.
Particolarmente incantevole il gruppo dei racconti più antichi del folclore nipponico, dove si incontrano personaggi-tipo che nella favolistica estremo - asiatica rappresentano quel che sono in occidente i protagonisti delle colorite avventure della nostra infanzia: come quel signor Uràshima-Tarò, pescatore tarchiato e fiero, dalla faccia bruciata dal sole, abituato a guardar sempre in faccia la morte e dall’animo semplice e buono, che un giorno scende negli abissi del mare portato da una tartaruga e riceve in dono dalla principessa Oto-hime una scatola che non deve aprire mai; e quando ritorna sulla terra e cerca la sua casa, s’accorge che sono passati quattrocento anni mentre gli sembrava d’essere stato fuori un paio di giorni; allora per spiegare il mistero apre la scatola, ma ne esce un vapore bianco e lieve che svanisce come nebbia, e Uràshima cade per terra freddo stecchito e non tornerà mai più nel Ringù, la reggia oceanica... Che vorrà significare questa leggenda? Forse è un ricordo dei viaggi preistorici sul mare, delle imprese degli antichi pirati. Certo si è che il pescatore Uràshima-Tarò ha da tempo immemorabile un tempio a Kanagaua, e questo basta perchè i giapponesi credano che è esistito realmente. La sua storia vecchia di 1400 anni, recentemente è stata messa nelle letture scolastiche della seconda elementare.
Il pescatore Uràshima-Tarò in una interpretazione pittorica popolare

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 26.04.39

Citazione: non firmato (Lorenzo Gigli), “Vecchio Giappone,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 17 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/2563.