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Titolo: Ricordo di Romagnoli

Autore: non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1939-05-03

Identificatore: 1939_152

Testo: Ricordo di Romagnoli
Cade l’anno da che Ettore Romagnoli ha lasciato i suoi studi, la sua « officina » di interprete degli antichi poeti e la multiforme attività del suo spirito s’è fermata per sempre. E come ad ogni tornar di primavera da quel lontano 1914 in cui se ne ebbero per merito suo i primi segni, si ripopolano i gloriosi teatri classici e vi ricompaiono gli eroi della tragedia greca a misurarsi col Fato, attraverso le scene evocatrici che dopo tanti secoli dànno ancora brividi agli spettatori e muovono le diverse passioni umane con sovrumana potenza; Eschilo, Sofocle, Euripide il Romagnoli, primo, trasse dalla polvere delle biblioteche e liberò dalla fredda tirannide dell’erudizione per riportarli alla funzione e all’ambiente per cui erano nati; e li ridiede finalmente al popolo. Questo suo merito non potrà essere mai oscurato; egli ci ha fatto comprendere ed amare il teatro greco non come « miranda » letteratura archeologica ma come riflesso di vita; e codesta sua passione rivendicatrice ha accompagnato e illustrato con una serie di ricerche di vasta e originale dottrina che giustificano la legittimità delle sue deduzioni pratiche, si che il suo intervento rappresenta veramente una svolta nel campo degli studi sul teatro antico.
Perchè al Romagnoli traduttore si affianca un Romagnoli storico e critico che con quello forma blocco: e i suoi volumi Il teatro greco e Nel regno di Dioniso rivoluzionano, si può dire, una materia cristallizzata e ferma aprendole nuove prospettive riconducendola, e non sembri paradosso, alla chiarezza delle sue forme e dei suoi significati originari. L’audacia del Romagnoli consistette, in fondo, in un atto di fede nella tradizione deformata dalle sovrastrutture erudite. E poiché egli, oltre che un dotto, era anche un artista, non gli fu difficile scorgere la via giusta e imboccarla, sostenuto da quel fervore giovanile che fino agli ultimi momenti della sua esistenza terrena fu uno degli aspetti più attraenti del suo carattere, e ne diresse e animò le innumerevoli battaglie condotte con ragionata intransigenza.
Vinse; ed era giusto che così fosse. Oggi nessuno si azzarda più a revocare in dubbio la sostanza di alcune sue vedute che, da prima, fecero scandalo; e quel suo vecchio e discusso volume su Musica e poesia nell’antica Grecia è ancora fresco e vivo come se egli l’avesse scritto ieri; gli è che il Romagnoli conosceva a fondo l’argomento, era « ellenista, contrappuntista, poeta » come gli disse un giorno Gabriele d’Annunzio, e alleava alla preparazione severa del dotto, la geniale intuizione dell’artista; i quali numeri poi gli permisero di intraprendere e condurre a compimento la gigantesca fatica di tradurre tutti i poeti greci, da Omero agli Alessandrini, passando per i tragici e per i lirici, e ottenendo il massimo risultato felice in quella versione d’Aristofane che resta il suo capolavoro di traduttore.
Il contributo che Ettore Romagnoli ha dato all’incremento della nostra cultura nel settore degli studi classici è grande. Esso va ricordato a suo onore e ad onore di questa Italia nuova ch’egli amò con tutto l’entusiasmo del suo cuore generoso e per la cui indipendenza culturale si battè senza esclusione di colpi. Ad un armo di distanza dalla sua morte, la Gazzetta del Popolo saluta la memoria di Ettore Romagnoli, fedele e insigne suo collaboratore, come quella di un maestro e d’un amico che non sarà mai dimenticato.
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File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 03.05.39

Citazione: non firmato (Lorenzo Gigli), “Ricordo di Romagnoli,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 14 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/2569.