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Titolo: Cinque minuti con...

Autore: Telemaco

Data: 1932-04-27

Identificatore: 1932_212

Testo: Cinque minuti con...
Arnaldo Frateili.
— L'editore Bompiani annuncia imminente la pubblicazione di vn suo romanzo, Capogiro. Come mai, dopo aver esercitato per tanti anni la critica, si è dato alla letteratura creativa?
— Da molto tempo avevo abbandonato la critica, tracciando solo di quando in quando qualche profilo di scrittori amici. Gli ultimi articoli di vera e propria critica furono per scrittori all'inizio, come Moravia e Tombari. Dentro di me venivo pensando da molti anni di scrivere romanzi, e maturando le idee da cui è uscito Capogiro e l’altro romanzo Scirocco che sto scrivendo.
— E perchè non li ha scritti prima?
— Per la sem plice ragione che non ero affatto sicuro di me, dell'autenticità della mia disposizione a narrare, di avere qualche cosa di veramente genuino da dire. E, scrivere per scrivere, mi pareva che non ne valesse, la pena. E’ una bella fatica, e ingrata, se non c’è la spinta. Le dirò poi (cosa del resto ormai risaputa) che il dramma della nostra generazione sui quarant’anni. è stato quello dell’autocritica e dell’eccesso della cultura: due pregi, o se si vuole due difetti, i quali non concedono all'artista quel tanto di ingenuità e di abbandono che sono necessari a condurre a termine un'opera d arte di qualche respiro.
— E come mai un bel giorno si è abbandonato?
— Questo non saprei bene spiegarglielo neppure io. Il lavoro artistico ha in sè qualche cosa di misterioso che sfugge all’artista stesso: figuriamoci poi al critico e al compilatore di teorie e programmi estetici. Io so solo che un giorno si è maturata in ma qualche cosa che mi ha spinto a scrivere la storia di Benedetto e Innocenza e Alina, dimenticando tutte le estetiche che conoscevo, lutti i libri che avevo letto, e le mie stesse ricerche di uno stile. Il libro è venuto giù con. un suo stile (credo), coi suoi problemi tecnici già belli e risolti, con un suo contenuto umano e poetico che esisteva in me, che non ho dovuto cercare, altrimenti non mi sarei messo a scrivere Capogiro.
— E’ un romanzo moderno?
— Modernissimo, mi sembra, nella forma narrativa e nella sua atmosfera; ma, nella sostanza delle passioni che vi sono descritte, antico da quanto l'uomo. Programmi estetici, io non ne ho seguito nessuno. Mettendomi a scrivere, sentivo in me che è ora di finirla con i programmi e con le scuole. E sentivo anche un'altra cosa: che, se è vero che l'arte è distacco dalla vita, e anche vero che oggi un’arte vitale comporta un giusto distacco dalla letteratura. Bisogna tornare a raccontare per il gusto di raccontare... Ma mi accorgo di stare enunciando anche io un programma estetico, che era lontanissimo dalle mie intenzioni, mentre scrivevo Capogiro. Ce lo ritrovo adesso, a cose fatte, e non ne sono neppure bene sicuro. Giudicherà il pubblico e la critica. Intanto sto conducendo in porto il secondo romanzo, Scirocco, che conto di portare a termine quest’estate.
— Anche l'editore Carabba annuncia da tempo un suo libro, Paradiso a buon mercato...
— Sono fantasie e viaggi in Egitto, Svezia, Germania, Libia, Italia. Impressioni di paesi diversi, sempre con un punto di riferimento: l’Italia, che è il più bel Paese della terra.
Telemaco.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 27.04.32

Citazione: Telemaco, “Cinque minuti con...,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/468.