Beta!
Passa al contenuto principale

Titolo: Salvator Gotta

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1931-06-24

Identificatore: 58

Testo: GALLERIA

Salvator Gotta

Quando si dice Gotta si dice Claudio Vela e i personaggi del suo interminabile ciclo e la provincia canavesana e i « magnini » della valle dell’Orco; e molti elementi confluiti nella vena narrativa dello scrittore piemontese dalle sorgenti mistico-erotiche fogazzariane e da quelle nostalgiche della musa gozzaniana. Uscito, a un certo punto, dalla fornace della guerra e dal pelago delle molle esperienze amorose, anche Claudio Vela può pretendere che di lui si dica: « Reduce dall’amore e dalla morte: gli hanno mentito le due cose belle... ». poi il riecheggiamento crepuscolare del mondo leopardiano. Ormai il « ciclo » va diventando la storia di due generazioni, uno scampolo di commedia umana. Già dodici anni fa, sulla fine del ’19, il Gotta ne chiudeva la prima parte, dopo quattro romanzi raggruppati sotto l’etichetta di « Amori », perchè l’amore è il movente e il mistero più importante d’una giovanile coscienza, e iniziava la seconda serie coi « Tre mondi », introduzione alla vita d’un uomo ch’è finalmente riuscito a coordinare il proprio senso pratico col proprio senso morale; « un uomo, avvertiva l’autore, mai sazio di vedere e di, sapere, ma, preparato a sostenere con forza d’animo tutti i dolori della umana miseria, conscio che l'amore è uno solo dei tanti problemi che ci travagliano, avviato verso una fede in cui spera trovare la pace e la felicità». Gotta apriva per tal modo il rubinetto dell’attualità, inseriva la sua organizzazione narrativa nel clima storico del dopoguerra e della. Rivoluzione fascista: nobile e pericolosa ambizione, che deve pur sempre fare i conti con le forze di chi vi s’impegna. Nè si può dimenticare che i momenti veramente felici del Gotta nascono dal suo completo abbandono alla poesia del mondo provinciale, agitato da passioni elementari e da contrasti ingenui, drammatizzati bravamente e dosati con scienza; dalla sue autentiche doti di narratore, descrittore e caratterizzatore, dalla schietta vena paesana, dalla delicata sensitività delle sue psicologie femminili. Tutto ciò, badiamo, trasportato sul piano dell’attualità e della cronaca, non è andato perduto: e quando, alla conclusione d’ogni romanzo, dopo peregrine avventure magari di marca esotica e complicazioni d’ogni genere, si torna a respirare l’aria di casa, a riconciliarci con la terra nostra, il lettore è veramente ripagato di buona moneta, e la reazione dell’artista alla tirannia della formola e della maniera è trionfante, In questo senso, il romanzo di quest’anno, L’amica dell’ombra (ed. Baldini e Castoldi), successo della recente Fiera milanese del libro, non merita le riserve che il precedente (Tu, la mia ricchezza - 1930) ebbe a provocare in molti lettori urtati dalle intrusioni artificiose di espressioni del nostro tempo elevate all’onore di simboli. Oggi siamo al decimoquarto tomo del ciclo, la cui unità sostanziale continua e dura. E se l’attualità è stavolta rappresentata da una figura di scrittore cosmopolita, in cui è chiaramente riconoscibile un noto e fortunato autore germanico di vite, romanzate che si vendono nel mondo, a milioni di copie, l’apparizione non è un pretesto o un diversivo, ma si fonde nella sostanza del racconto la domina da protagonista. Dall’incontro dello spaesato celebre con una tenera donna nasce una turbante e pur delicata storia d’amore che ci richiama ai momenti migliori del Gotta, alle sue finezze psicologiche e alla sincerità della sua commozione. La moralità del romanzo è chiara, e lineare, rivendica in pieno la forza spirituale della tradizione e il potere magnetico della terra: che si vendicano contro chi le offende e disdegna. Nelle ultime pagine, in cui si rievoca il caratteristico carnevale Ivrea, la provincia canta a voce spiegata con accenti che sembrano nuovi: ed è anche codesto uno dei segreti dell'arte gottiana. I lettori, che hanno accompagnato il Gotta fino a questa quattordicesima tappa della sua fatica letteraria, ricevono un altro premio della loro fedeltà.

*

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 24.06.31

Etichette:

Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “Salvator Gotta,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/58.