Diorama Letterario

Titolo: COME SCRIVONO

Autore: Arturo Marpicati

Data: 1932-08-03

Identificatore: 1932_351

Testo: COME SCRIVONO
Caro Diorama, come scrivo? In generale prima di stendere una prosa, un racconto, o anche un discorso, ne ho già mentalmente ben elaborata la trama. Quindi scrivo rapidamente. Poi abbandono le pagine per qualche giorno, o almeno per qualche ora, e ci ritorno sopra con calma, correggendo molto. In questo lavoro di revisione sono lentissimo. Scrivo (o scrivevo) di preferenza di giorno, al mattino, oppure sull’imbrunire. Una delle mie fatiche maggiori, anzi, uno dei miei tormenti più aspri, oggi, è appunto quello di dover lavorare a qualche pagina di ambizioni artistiche, tra un discorso e un altro, tra un viaggio e un altro, ghermendo alcuni quarti d’ora all'inizio delle giornate vive, intense, piene, talvolta vorticose, prima delle ore tutte prese dall’attività dei miei uffici accademici e politici. Al sonno confesso di non saper rubare qualche ora se non in casi di estrema necessità, quando cioè ho l'acqua alla gola.
Sono cinque anni che io combatto così con questa iniqua tirannia del tempo; e non so proprio nemmeno io come abbia potuto fare a mantenermi in circolazione anche come scrittore. Ma non mi lamento, anzi mi trovo benissimo; perchè fare è sempre meglio dello scrivere, e io scrivo soltanto quando non ho da fare.
A questi chiari di luna debbo ritenermi soddisfatto del successo di vendita toccato alle due ristampe del Piccolo romanzo di una vela (Augustea), e specialmente della Coda di Minosse, romanzo di guerra (Cappelli, Bologna), di cui nell'autunno, o nel prossimo inverno, uscirà la terza edizione. In meno di quattro mesi si è esaurita anche la prima edizione di due libri nuovi: Ritratti e racconti di guerra e Abbazia: Ozi e diporti sul Carnaro. Spero, entro il 1933, di poter raccogliere e ripulire per l’editore Le Monnier un volume di Saggi, e, se mi basterà il coraggio, un volume di. prose e uno di poesie per Zanichelli. Ho pronta inoltre la trama di un nuovo romanzo di guerra di cui alla Gazzetta del Popolo dò per la prima volta l’annunzio e il titolo; Due donne sulla linea del fuoco.
Come vedi, se sono rose fioriranno. Arturo Marpicati.