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Titolo: A Luce, nella difesa aerea di Roma

Autore: F.T. Marinetti

Data: 1932-10-05

Identificatore: 1932_442

Testo: A Luce, nella difesa aerea di Roma
Da Benedetta e dalle sue doglie amare nascesti, Luce, nel tuo 20 settembre e il 28 la tua rosea culla automobile correva già da sé al balcone solare.
Nel taglio lungo delle palpebre grasse, colle pupille azzurre senza vedere udisti martellare la vita come un immenso arsenale d'armi mascherate: nel centro Roma senza tombe!
La vampa bersagliera tutta guance affocate dalle trombe
gonfia d'oro veloce le cupole, calde mammelle puntate contro il cielo, palloni con in cresta mitragliatrici a croce.
Il Tevere s’addensa tutt’intero alla foce.
Ogni raggio spara un fiore.
Ogni campana è in amore.
Profumar di rintocchi con polline di suoni.
Sangue e benzina nei tubi e nelle vene della macchina che sormonta e tiene la più alta quota della gioia.
Ma tu senza sospetti né tormenti
come un vecchio soldato cronometra il riposo, centellinando tutto il tempo rimanente
prima dell' assalto che l'attimo gli sferra, rosa, come una rosa sul petto della guerra, t’addormenti!
Quando ero pupo come te mi chiamavano: Susù.
Il tuo nome è più bello: Luce!
Brillan strillan e schizzan luce occhi e manine denti e piedini: dunque va più su va più su di me tèrètètè per te proprio per te si scaglia la difesa aerea di Roma.
Un giorno, per succhiare il latte delle stelle, lascerai culla fasce e supposte e mammelle.
Un giorno colla lingua salirai la scaletta di tante marmellate di raggi visciole rosee e giuggiole turchine.
Mangerai tutto inzuccherato
quel fresco aeroplano di burro e miele
fra le sue nuvole di pandoro.
Intanto nel mio cuore trasparente prendi il tuo bagno, Luce.
Un fortunoso tepor già ti conduce
nel cic-ciac della vita
ardita cic ciac ciac ciac ciaaac!
Per festeggiarti, Luce, ecco una battaglia nel tramonto.
Vuruuum vuruuum rrr rrr rrr di altissimi caccia dì argento fusi nel caldo blu soffitto musicale di grandi lunghi doo tenuti e prolungati
dalle canne volanti d'un organo tremendo.
Al balcone, Luce, nella tua culla o lampada
di vetri o pizzi rosa, serenamente sfidi con nè nè nè
la diabolica squadriglia dei Caproni
neri di bombardamento.
Gallo o gallina, pettegola tàtàtàtà la mitragliatrice o cresta del Castel Sant’Angelo, poi s’inceppa taac-taac per imitare l'inceppamento del tuo rosso intestinino, Luce!
Degli aeroplanini rapidi tappezzieri stendono cortine di fumo avvelenante ma son strappate da due caccia furenti con vaste lampeggianti stilettate d’ali.
Emergono le facciate delle case imbevute d'una pace che il sole nel suo andare spande, mentre riga d'arancione la verde siesta d'oasi della Piazza Adriana, l'acqua mite affiorante nel tondo serbatoio, sotto pini a ombrello e palme ricordanti.
Sonorità di strade vuote che tristemente gocciano passanti ognuno sprofondante in un languore antico che lentamente va ritornando a galla.
In alto regna fiera e sicura
la forza strapiombante dei caccia assalitori
in un coro serafico di granate affettuose
che scoppian nella gonna ovattata degli angeli, con serpentelli d'oro e paracadutine
di corallo diamanti turchesi e smeraldi.
Per festeggiarti, Luce, * i proiettori mutano la notte in una culla smisurata di lunghi raggi elastici intrecciata con grazia.
Quando la sirena nera, col suo uu uu uu sinistro, intima al Buio di annegare Roma, gli altissimi caccia inteneriscono i loro trapani o flauti soavi e, soffocando fra le ali
scoppi o singhiozzi di shrapnel innamorati, fanno giù esplodere
bombe finte o castagnole, grandi fiocchi di fuoco adamantino
per divertirti, Luce.
Questa che scende ha il color d’un destino giocondo e coi suoi raggi si trastulla, ma tu preparati a dirigere col ditino l'orchestra delle musiche di guerra, dormendo ancora nell'aurora chiusa della culla.
F. T. Marinetti.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 05.10.32

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Citazione: F.T. Marinetti, “A Luce,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 11 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/698.