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Titolo: Il mondo e il libro. L'attività della disciolta Società degli "Amici del libro" e gli esperimenti editoriali e di vendita di Case librarie londinesi e americane

Autore: A.S.

Data: 1931-07-15

Identificatore: 75

Testo: Il mondo e il libro

L’attività della disciolta Società degli "Amici del libro"e gli esperimenti editoriali e di vendita di Case librarie londinesi e americane

Dopo dieci anni di vita, si è sciolta a Firenze la Società degli « Amici del Libro », la quale era stata fondata sotto gli auspici di Guido Biagi e sotto l’attiva ispirazione e direzione di una gentildonna scrittrice, la marchesa Bianca Maria Viviani della Robbia. Formatasi in un periodo tutt’altro che lieto per le sorti del libro e per i valori intellettuali in genere, la Società aveva avuto per suo fine precipuo la diffusione dell’amore del libro in un ambiente aristocratico e mondano ed aveva aperto in alcune salette dello storico palazzo Mirafiori, in via Tornabuoni, una sala da the letteraria dove, oltre che a prendere il the, i soci e gli ospiti potevano venire a consultare e ad acquistare le novità librarie italiane e straniere, ma specialmente italiane. Ma languendo anche qui il commercio del libro, col tempo, le dame e i gentiluomini della Società avevano pensato di dimostrare la loro amicizia libraria formando una biblioteca circolante, divenuta in breve ricercata ed attiva.

I quadri viventi

L’attività degli «Amici del Libro», fu, del resto, ricca di altre idee ed iniziative. Ricevimenti a scrittori e scrittrici, recensioni parlate, concorsi, diedero prova di una solerzia versatile da parte dei soci e degli ospiti e specialmente della marchesa Viviani, alla quale fu dovuta quella che apparve e fu la più notevole e caratteristica manifestazione della Società: i quadri viventi ispirati da capilavori letterari, un « numero » elegantissimo, originale e riuscito dell’ultima Fiera internazionale del Libro. Gli « Amici del Libro » avrebbero potuto vivere ancora lunghi anni, dopo la celebrazione del loro decennale, tenuta recentemente da Giuseppe Lando Passerini che li presiedeva, se la marchesa Viviani non avesse deciso di sostituirla con una sezione fiorentina dell’Unione intellettuale; ma essi, trasportata altrove la loro biblioteca circolante, che continuerà a sussistere, si sono sciolti con onore, dopo aver adempiuto egregiamente ad un compito tutt’altro che superfluo: quello di conservare e propagare l’amore del libro in una classe sociale che non sempre l’ha tenuto in onore quanto dovrebbe e non sempre ha dato il buon esempio di un vigile interessamento alle cose intellettuali.

L’Esposizione dei Murray

La famosa e secolare casa editrice Murray di Londra ha avuto una idea felice: quella di aprire una mostra dei suoi ricordi e cimeli storici, memorabili non solo perchè contrassegnano il cammino della dinastia dei Murray, da umili inizi ai più alti fastigi dell’editoria, ma anche perchè illustrano nel modo migliore i rapporti che questa dinastia editoriale ha avuto con celebri scrittori. Uno dei meriti singolari della Casa Murray è stato appunto quello di segnar l’avvento, nei rapporti tra editori e scrittori, d'una comunanza non puramente commerciale, ma anche amichevole ed intellettuale. Il salotto della Casa Murray, in Albemarie Street, fu luogo di convegno storico dove si ritrovarono, specialmente sotto il regno di John Murray II, per piacevoli intese e conversari d’amicizia, scrittori come Walter Scott e Byron. I Murray riuscirono a stabilire definitivamente, nella mentalità del pubblico e degli scrittori della loro Casa, che essi erano non dei mercanti, ma dei gentlemen e che nulla impediva a degli editori di essere dei gentlemen! La più preziosa raccolta di cimeli che la Casa Murray conservi è naturalmente la raccolta di « Byroniana »: manoscritti, lettere e prime edizioni del poeta, l’urna d’argento che il poeta mandò, dalla Grecia, in dono al suo editore, piena di semi di cicuta, «diretti discendenti di quelli propinati a Socrate », ecc. Nel salotto della Casa Murray fa ancora bella mostra di sè, sormontato da un grande ritratto di Lord Byron, il caminetto famoso in cui vennero bruciate inedite le Memorie del poeta, dopo una violenta discussione tra i suoi esecutori testamentari, i suoi amici e il capo della Casa editrice. Pochi editori fecero mai un sacrificio più grande, illudendosi così di servire il buon nome di un loro celebre autore, di quello che John Murray II fece consentendo al rogo del manoscritto byroniano, che, pubblicato, avrebbe raggiunto le più remunerative tirature, ma avrebbe dato anche inesauribile esca alla fiamma dello scandalo, suscitata dallo scrittore quasi ad ogni fase della sua vita. Le sorti della Casa Murray sono oggi rette da un quinto John, il quale ha tutto il diritto di vantare l’importanza della sua dinastia e di metterne in luce le benemerenze colla mostra attuale, che resterà aperta per un mese. L’iniziativa di. questa mostra potrebbe essere imitata anche da qualcuna delle nostre Case editrici. Gioverebbe anche in Italia alla diffusione del libro interessare un vasto pubblico alla storia delle varie Case editrici da cui esso proviene, storia d’idee, di tentativi, di sacrifici, di rischi, quasi del tutto ignota ai profani, che dovrebbero, invece, per amarne o prenderne almeno in considerazione i resultati, conoscerne le vicende. Ma certo gioverebbe anche di più che gli editori italiani riprendessero a fondare dinastie!

Il libro a restituzione

Poiché — è quasi inutile ricordarlo — anche in America si lamenta la crisi del libro, una delle più importanti librerie di New York ha pensato di suggerire e di attuare senz’altro un’attraente riforma del commercio librario. Si tratta della libreria Putnam, la quale ha deciso, per incoraggiare i suoi acquirenti, di vendere il libro colla facoltà di poterlo restituire dentro un certo limite di tempo dall’acquisto. Il venticinque per cento del costo del libro sarà rifuso al cliente che riporterà il libro vecchio per acquistarne uno nuovo. La Putnam crede di raggiungere, cosi, un considerevole miglioramento delle vendite, consentendo ai clienti di considerare d’ora innanzi il capitale speso in libri come un capitale mobile e praticamente riottenibile. Non solo, essa pensa che la sua iniziativa potrà facilmente dirimere una delle difficoltà spesso accampate da coloro che ricusano di comprar libri: la difficoltà dello spazio. Costoro non potranno più scusare la loro apatia libraria sostenendo che in casa non hanno più spazio per tenere i libri e che, quindi, non possono acquistarne dei nuovi: Essi possono ormai disfarsi dei vecchi libri, inutili e ingombranti, per rifornirsi di « novità ». Ma la trovata del libro a restituzione pare interessante anche per un altro verso. Essa può, infatti, recar vantaggio non solo al commercio dei libri nuovi, ma anche a quello dei libri usati, contemporaneamente. Il mercato dei libri di « seconda mano » è tutt’altro che disprezzabile e trascurabile e l’offerta della rifusione del venticinque per cento può facilmente invogliare a riversarvi una quantità di volumi immobilizzati nelle case private, con tutti i vantaggi, non solo commerciali, inerenti alla perenne circolazione del libro. L’arte di vendere e quella di rivendere i libri sono state sempre strettamente accoppiate, ma ciò non toglie che anche questa nuova iniziativa americana non abbia il suo valore e non sia degna di venir presa in considerazione

A. S.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 15.07.31

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Citazione: A.S., “Il mondo e il libro. L'attività della disciolta Società degli "Amici del libro" e gli esperimenti editoriali e di vendita di Case librarie londinesi e americane,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 12 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/75.