Ugo Ghiron (dettagli)
Titolo: Ugo Ghiron
Autore: non firmato (Lorenzo Gigli)
Data: 1932-12-07
Identificatore: 1932_533
Testo:
GALLERIA
Ugo Ghiron
Ventidue anni di poesia. Ecco riunite in un volume (Poesie, ed. Sandron, 1932) le liriche di Ugo Ghiron dal 1908 al 1930, un periodo quanto mai vasto e fortunoso per grandiosità, di eventi e per numero e portata di esperienze. Il libro d’oggi raccoglie, accanto a materiale inedito e nuovo, il meglio della produzione del Ghiron, scelto dai precedenti canzonieri; e se le date contano per qualche cosa, ecco che nelle varie parti di cui il libro si compone passano gli eviti di quelle esperienze e di molte illusioni, affiorano i segni di almeno due epòche diverse che nel cuore e nello, spirito del poeta hanno lasciato i loro sedimenti, inciso qualche loro carattere. Che cosa significhi una data come il 1908 sappiamo: e quale capitolo di storia letteraria vi si chiuda e quale vi si inizi e continui. Il secondo romanticismo è finito, D’Annunzio da almeno dieci anni conduce il ballo, i futuristi accendono le loro girandole, Pascoli annunzia i crepuscolari. La reazione per il ritorno al classicismo è nell'aria; ma prima la musa romantico-borghese di Gozzano alzerà la sua dimessa protesta contro l’immaginismo e la morale superumana. In questo clima di transizione la poesia, di Ugo Ghiron fiorisce sotto segni diversi, e s'apparenta a questo e a quello dei modelli più significativi, riflette insomma in sè il dramma morale e la crisi estetica del tempo. Se nel gruppo dei sonetti si ritrovano movimenti e impeti di taglio carducciano (alcuni veramente belli: La strada, La campana, Visioni d'Appennino), altrove la cupa tristezza di Graf o l'alta aspirazione umanitaria, di Giovanni Cena vigilano il cauto ghironiano e gli propiziano momenti felici (si vedano, nel gruppo Lucori ed ombre, I ladri, La stanza del morto, Risveglio). Ma codeste indicazioni vanno intese col saggio grano di sale: servono a dare all'indicazione strettamente cronologica un valore spirituale e storico, ad estenderla oltre i semplici limiti bio-bibligrafici. C'è, dietro ad essa, un mondo in trasformazione, una società che si appressa inconscia alla sua catastrofe, un tempo che finisce in tragedia. L'inquietudine, il presentimento di. domani son registrati dalla sensibilità del poeta come da Un sismografo. Vi sono minime alterazioni dell’atmosfera e del clima che soltanto strumenti di precisione possono segnalare. Un vero poeta è raro che s'inganni nei momenti decisivi; o si inganna in apparenza, ma dentro gli serve un'intuizione delle cose che si traduce in lucidità e le cui diluzioni son chiare a tutti gli spiriti non schiavi della consuetudine, del luogo comune e del miserando egoismo borghese. Formalmente, il Ghiron è un poeta fedele alla tradizione che gli fornisce schemi e modi sui quali egli distende la musicale malinconia della sua ispirazione. Accanto a certa poesia odierna troppo astratta e a certi giochi puramente cerebrali, la musa ghiriniana, avvolta nella tristezza come in una cappa romantica, può sembrar spaesata e patetica oltre il giusto. Ma la sincerità della commozione, genuina e pura, riesce quasi sempre a far presa sull’animo del lettore anche smaliziato ed a provargli che la vera poesia può nascere sotto tutte le insegne.
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Collezione: Diorama 07.12.32
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Citazione: non firmato (Lorenzo Gigli), “Ugo Ghiron,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 15 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/789.