Adriano Grande (dettagli)
Titolo: Adriano Grande
Autore: non firmato (Lorenzo Gigli)
Data: 1932-09-21
Identificatore: 1932_543
Testo:
GALLERIA
Adriano Grande
Dirige, a Genova, la rivista Circoli, convegno delle giovani forze della poesia italiana, panorama mensile della sensibilità e dell’intelligenza di oggi. Ha esordito con le liriche e prose d'Avventure nel ’27; ha dato fuori due anni dopo le liriche di Tomba verde. Eccolo adesso al suo terzo volume, Nuvole sul greto, apparso in una collana che reca l'impresa editoriale della sua rivista (Genova, 1932 - L. 10). Nuvole, passaggi, rimpianti dell'ora e del tempo felice: ne resta un'ombra fuggevole, sull’arido greto della memoria; altre ombre si succedono, incalzano, cancellano quella prima, ma c'è quasi una legge di continuità che segna la successione del rimpianto e ne fissa la funzione morale e sentimentale nei rapporti dell’umano destino. La ragione della poesia di Adriano Grande è qui:
Estuante pensiero, sotto fuggevoli nuvole acqua di fiume vano, prima che t’amareggi e sperda commemora la terra e il suo segreto umano...
Questa incessante voce, questo assiduo colloquio tra le nuvole e l’acqua dell’anima dà senso alla vita del poeta; è la festa delle gocciole che seppero tornare, dopo che il sol le bevve, per taciturni greti al mare.
Felice immagine che riassume, in forme poetiche originali, il mito terrestre e solare, al quale l’umanità partecipa dalle sue lontanissime albe. Anche il rimpianto dei sogni e delle illusioni dispersi, il ricordo dell'adolescenza chiusa, la tirannia dell'acquistata esperienza e della concreta realtà, si possono ridurre sotto il segno di più complessi pensieri, al paragone di una nostalgia che investe tutta la nostra umana natura ed è l'eredità spirituale che ci hanno lasciato su fondi abissali di memorie impallidite i padri che assistettero alla meravigliosa infanzia del mondo. Questo senso dell'universale tristezza, questo rimpianto d'una perduta felicità terrestre è profondo in molti dei poeti odierni. Il Grande l'esprime con accenti suoi, con forme autonome, circondandolo di aloni sentimentali, di squisite delicatezze, di evocazioni suggestive:
Mentre nella memoria mi si perde il ricordare che in cuore mi scoppia io ti rivedo, infanzia, prato verde...
E’, come dice felicemente il poeta, un « sentimento di festa primitiva » che ritorna, sotto i cieli della cara indolenza « madre di miti e di memorie », favorevole ai pensieri e ai ragionamenti. Non tutte le meditazioni del Grande arrivano alla poesia e non tutte le sue liriche godono della stessa libertà di movimenti; ma anche in forme tradizionalistiche (si vedano per esempio gli armoniosi settenari di Vela, dedicati a Umberto Saba) il poeta esprime stati d’animo in cui toma assiduamente il tema della corrente ignota che le dolci fonti sempre allontana e il ricordo che la memoria serba nel suo fondo, come una conchiglia, d’un rombo tenue d’oceani. Il poeta attende il giorno in cui, dalla sua carne sciolta in polvere di suoni, si leverà l’accordo che adesso lo cerca a fior delle maree.
*
Collezione: Diorama 21.09.32
Etichette: Galleria
Citazione: non firmato (Lorenzo Gigli), “Adriano Grande,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/799.