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Titolo: Lorenzo Giusso

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1932-12-28

Identificatore: 1932_547

Testo: GALLERIA
Lorenzo Giusso
Il Giusso, scrittore napoletano, ha esercitato per vent'anni la critica muovendo da premesse e posizioni romantiche. Si vedano gli scritti del volume Il viandante e le statue e Il ritorno di Faust; anche, e più, i tre profili di Dostoiewski, Freud, Ortega y Gasset stampati alcuni mesi fa. Il mondo dell'Ottocento, le inquietudini della speculazione scientifica novecentista, le sottigliezze della cultura e dello spirito critico attuale che spaccano in quattro un capello sono dal Giusso posti a contrasto sullo sfondo d'un panorama storico e morale di forte rilievo e d’alto colore, mentre alla intensità del quadro risponde la drammaticità d’uno stile che riflette l'ansia di assoluto da cui il nostro è mosso e che attende risposta. Anche se la storia della cultura non ha segreti per il Giusso, il suo bussare alle porte della verità ha le profonde e magiche risonanze della notte di Macbeth. Il dramma dell’uomo moderno, dilaniato dall’incertezza e dal dubbio e offeso, sulle soglie della sua casa poetica, dagli aspetti clamorosi e provvisori della lotta per l'esistenza spinta dalla crisi attuale al parossismo, giustifica toni ora risentiti e violenti in (unzione d’una reazione ideale che non si può tradurre sul piano della realtà, ora dimessi e accorali ad esprimere l'intimo processo d’una disperazione che ha il pudore di mostrarsi. Anche il romantico del novecento costruisce castelli sulle vette e abbassa i ponti levatoi per crearsi intorno la solitudine; ma le immagini che la popolano non sono più eroiche ed amorose; sono immagini di desolata impotenza in un ciclo di gesta e d'avventure mediocri. Siamo al collasso d'una epoca, al punto culminante di una crisi che accompagna il trapasso d'un mondo infracidito. Non c’è più nulla da salvare di quanto è stato eretto sulle fondamenta degli immortali princìpi, e nel cui nome per oltre un secolo si è avvallata la cambiale menzognera del livellamento di tutti i valori e dell’uguaglianza artificiale, disconoscendo le supreme ragioni dello spirito e della bellezza. L'offesa è stata mortale, e la catastrofe è giusta. Da codesta tragedia del nostro tempo discendono i motivi del dissidio morale di cui ogni « chierico » oggi è investito: uomini di pensiero e di cultura sono al centro, diventano protagonisti di altrettanti drammi personali che riconoscono di non poter risolvere e nelle cui maglie sì dibattono.
L'autobiografia poetica del Giusso, intitolata a un nome famoso nella storia della poesia, è sotto questo aspetto eloquente: Don Giovanni ammalato (ed. Guida, Napoli - L. 10), sì conclude in una confessione d'impotenza romantica di fronte alla tragedia del mondo.
Non sei un audace, no. Gli imperativi ti chiusero fra rigidi cancelli e le superbie e gl impeti ribelli svanirono in sorrisi remissivi...
Tempo primo e ultimo della storia d'un eroe mancato che, come quello di Lermontov, sognava le spade dei titani e degli atleti, ma il gracile braccio non le resse, e allora si foggiò la storia del pensiero e il genio umano come un tedio blando per opporsi alla prepotenza della realtà, per scontare le proprie colpe d'idealismo astratto, di alchimista che si compiace di sostare tra le dottrine, i loghi e le ragioni. I sogni sedentari uccidono i romantici miraggi dell'azione, e le sognate grandezze si disperdono. Quando l’angoscia d’una sorte d'eccezione che ha gravato terribile su di lui per anni è dissipata e il desiderio è vinto, il poeta si ritrova vuoto di miti e di speranze ed è come se in lui regnasse la pace d’un deserto. Pagata, dunque, a caro prezzo. Confondere con gli altri viventi la trama della vita solinga, dischiudere alla rassegnazione l'animo per aspettare calmo la morte: ecco la ricapitolazione e conclusione d’una disfatta nella quale Don Giovanni è il pallido simbolo romantico della stanchezza delusa. La poesia del Giusso canta le fasi di codesta disfatta in metri che restano fedeli alla tradizione, con una forza che, quando si libera dai residui letterari e dai ripensamenti intellettualistici, raggiunge toni alti e commossi; rivelando stati d'animo, interiorità, immagini del mondo umano, vivi attuali e drammatici.
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File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 28.12.32

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Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “Lorenzo Giusso,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/803.