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Titolo: Guglielmo Bonuzzi

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1933-01-25

Identificatore: 1933_92

Testo: GALLERIA
Guglielmo Bonuzzi
Guglielmo Bonuzzi, che ha diviso con Mario Puccini il Premio Bologna, viene dalla gavetta. Non è, nel suo caso, la solita metafora. Ha quasi fino a vent'anni (è nato in provincia di Verona, classe '92) lavorato nel campi e servito gli avventori d'un’osteria paesana. Appunto al suo paese natio è intitolato il volume di novelle Santa Maria di Zevio che, negli anni della guerra, pur fra. tante cure a preoccupazioni d'ordine diverso, lo fecero notare come uno scrittore ricco di succhi genuini; ritornano in quei racconti ariosi, sugli sfondi del sereno paesaggio veneto, dolce al cuore e luminoso agli occhi, i ricordi della giovinezza difficile, delle dure esperienze quotidiane, e vi si rivela un sentimento della natura e degli uomini maturato al diuturno contatto con la esistenza libera e vicina alle forze primitive e insieme con l’umile gente che lavora, soffre, crede e sulle soglie del domani ha sempre in serbo il fiore della speranza che.... dona sterili introspezioni, esigenze di ordine intellettualistico e ciniche ironie.
Di questa gente esemplare, riserva della nostra razza, il Bonuzzi ha dipinto con simpatia, con pietà fraterna e con diretta conoscenza le poche gioie e i molti dolori, ha rappresentato la parca vita in quadretti che se per certi accordi si avvicinano al genere bozzettistico hanno tuttavia una loro intima forza che sbocca talvolta nel drammatico e tende a più vaste e complesse significazioni. Santa Maria di Zevio resta pur sempre, a nostro avviso, il libro migliore del Bonuzzi, il più fedele alla sua coscienza d'uomo e d'artista maturato nella solitudine pensosa e nella sofferenza. Si precisò, dopo la guerra, il disegno d’un’opera narrativa più complessa, un trittico autobiografico alla cui prima parte si può rimproverare una minor coesione interiore e formale, un indugio sovente compiaciuto su episodi di carattere cronistico nei quali il particolare è segnato con tocchi anche troppo realistici; ma nella seconda parte, Il sole alto, il libro ora premiato, il respiro si fa più largo e profondo, l'atmosfera più aperta, la umanità più cordiale; vi circola una rena di poesia schietta, zampillata dalla assunzione del dato autobiografico in un clima nettamente lirico. Il libro meritava d'essere segnalato al gran pubblico, il quale accostandosi al Bonuzzi imparerà a conoscere un narratòre distinto, cui oggi soccorre un gusto finito e che ha sempre presente, al di là del proprio ricordo, il richiamo dell’arte intesa come professione di fede nelle forze migliori della vita. Del Bonuzzi è anche da segnalare qualche buon contributo alla letteratura per l’infanzia, e la esemplare attività professionale che ha fatto di lui, ex-campagnolo ed ex-garzone di locanda, un giornalista di autentico valore.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 25.01.33

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Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “Guglielmo Bonuzzi,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/902.