Il miglior libro dell’Anno X (dettagli)
Titolo: Il miglior libro dell’Anno X
Autore: Lettori
Data: 1933-01-25
Identificatore: 1933_93
Testo:
Il miglior libro dell'Anno X
Abbiamo invitato i lettori a rispondere alla seguente domanda:
Quali libri avete letto durante l'anno X e quali di questi hanno fatto su di voi maggiore impressione?
A inchiesta chiusa stabiliremo una classifica dei dieci migliori libri pubblicati in Italia durante l'anno X, e agli autori dei giudizi più originali assegneremo dei premi in libri.
Amici allo spiedo di Antonio Baldini è un libro notevolissimo che io registro tra i migliori usciti nell’annata. Sempre convincente dal punto di vista critico, è ricco di quella intelligenza artistica e di quella umanità che danno al ritratto una compiutezza intima e formale che difficilmente si riscontra in opere consimili. Se il titolo è... sanguinario, le pagine del libro sono calde di cordialissima bonomia, per la quale si ripensa al Manzoni per il tono gioviale, e a qualche trecentista per via della prosa ch'è sciolta e compatta, seria anche quando scanzona, e popolarescamente aristocratica. Forse è qui la misura dell’ingegno di Baldini che passato all’osservatorio critico scruta e perscruta; e non ci dà fredde analisi, ma viventi ritratti dove tutto è giusto e a posto, anche la botta somministrata gradevolmente.
LILIO BALDI - Torino di Sangro (Chieti).
Sebbene relegato da diversi anni in provincia, leggo sistematicamente qua-, si tutto ciò ch’è novità letteraria, sia essa romanzo, raccolta, di novelle o saggio critico. Non mi è quindi facile un giudizio schematico sul miglior libro uscito nell’anno X. Mi soccorre tuttavia il ricordo dell’impressione rimastami a lettura ultimata. Ecco un cleri co di alcuni libri che maggiormente mi hanno interessato: Rosetta e il Cavaliere di Nerac, di F. Palazzi; Tre storie d’amore, di B. Tecchi; Suor Evelina dalle bianche mani, di M. Ramperti; Gog, di G. Papini; Guerra del ’15, di G. Stuparich; Capogiro, di A. Fratelli; Parliamo tanto di me!, di Zavattini; Il molino della carne, di Luigi Bartolini; Il servitore del Diavolo, di Enrico Pea; e l’ultimo romanzo di Mario Viscardini. Se proprio dovessi soffermarmi sulla migliore impressione, opterei incondizionatamente per Il servitore del Diavolo. Libro scheletrico, potente in qualche pagina, in altre quasi ingenuo; libro umano, pieno di verità, specie nei tratti ove l’inquietudine dell’artista si rivela in espressioni dense di un lirismo accorato. In seconda analisi — agli antipodi per qualità opposte — mi sovviene del libro del Bartolini, dallo stile frammentario, tutto frizzo, arabesco, spirante una cert'aria scanzonata che par quasi di trovarsi, come per incanto, dinanzi a una girandola di fuochi d’artificio.
E. SCALARANDIS - Bra (Cuneo).
Ho cominciato la lettura di molti libri usciti nell’annata, ma, confesso, di pochi son riuscito ad arrivar sino alla fine, pochissimi si son fatti leggere una seconda, una terza volta; i più mi hanno sin dalle prime pagine penosamente deluso. Il libro che mi ha più profondamente e maggiormente colpito ed interessato è I fratelli Rupe di Leonida Rèpaci, vasto e complesso romanzo di masse, avente per sfondo la Calabria colle sue passioni roventi e le sue abitudini, e vicende e sentimenti e, anche, avvenimenti dall’autore resi magistralmente nella narrazione piana, avvincente, serrata, soffusa tutta da un profondo senso di dolorosa umanità che tocca a volte il sublime. Belle anche le pagine che dicono di Torino.
Dei libri umoristici letti, poi, preferisco Tutte a me di Giuseppe Marotta.
W. ROSTOFF.
Mergozzo (Lago Maggiore).
Il volume Oboe sommerso di Salvatore Quasimodo è stato per me la lettura più proficua dell’anno X: degna continuazione a quella che avevo fatto l’anno prima nella ristampa di Ossi di seppia di Montale. Il Quasimodo cerca di estrarre la maggior intensità lirica possibile dai suoi ritmi, scorciando arditamente, cercando di piegare il vocabolo ad effetti impensati non per sfoggio di inutili virtuosismi, ma, tendendo alla frase quintessenziata, per giungere al massimo della concretezza. Il Quasimodo sa rendere le vibrazioni più riposte dell’uomo a contatto colla Natura. Questo cantare in sordina su toni or gravi or lievi certi aspetti inquietanti del cosmo è raccolto con particolare calda simpatia da noi provinciali che viviamo in un’atmosfera forse più atta a rivivere questi miti eterni. I temi sui quali il poeta imposta il suo canto sono del massimo impegno: il tema della Morte e quello della ricerca affannosa di Dio.
PIERO BARGIS - Carmagnola.
Collezione: Diorama 25.01.33
Citazione: Lettori, “Il miglior libro dell’Anno X,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/903.