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Titolo: John Galsworthy: un grande scrittore è scomparso

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1933-02-01

Identificatore: 1933_101

Testo: UN GRANDE SCRITTORE E’ SCOMPARSO
John Galsworthy
Londra, 31 gennaio, notte E' morto stamane il famóso scrittore John Galsworthy, premio Nobel per la letteratura. L'illustre romanziere britannico, che contava sessantasei anni, era stato colpito nei giorni scorsi, da un attacco di influenza con successive complicazioni cardiache.
Il premio Nobel 1932 non gli ha portato fortuna. Questo tenace e preciso analizzatore della vita, delle abitudini e dei pregiudizi dell’alta e media borghesia conservatrice britannica muore a distanza di pochi mesi dal massimo riconoscimento letterario mondiale. Va a raggiungere gli uomini della sua generazione; gli scrittori del famoso « quintetto » dell’ultimo periodo vittoriano e dei primi tempi del nuovo secolo, che l’hanno preceduto: Bennett e Conrad. I due superstiti, Kipling e Wells, vivono sul passato; e la letteratura inglese del dopoguerra si è decisamente orientata verso direzioni che non sarebbe stato possibile, appena vent’anni fa, sospettare. La reazione contro il puritanesimo e l’ipocrisia è stata di una violenza proporzionata alla tirannia di quelli, ha esploso in forme che la nostra latina humanitas può appena giustificare, ma a cui non può aderire. I casi Radcliffe Hall e Lawrence vanno considerati in funzione di codesta reazione, non possono isolarsi dalla mentalità e dall’ambiente britannici, restano dei « fenomeni » in sede morale e sociale e delle esperienze in sede estetica. Se la letteratura inglese dell’Ottocento è stata casta sino allo scrupolo ed ha allontanato con disgusto da sè il calice delle passioni e complicazioni erotiche, rinnegando come esempio di spregiudicata ribellione il satanismo d’un Byron ed escludendo dalla società civile il poeta di Salomè, ecco che gli scrittori d’oggi vendicano ad usura i fuori legge d’allora e portano soprattutto il romanzo sul piano d’un esasperato erotismo che non nasconde più nulla, che si fa curioso di tutte le perversioni ed impiega un vocabolario largamente scatologico con un’impudicizia che rasenta il candore. Persino uno scrittore della taglia di Huxley butta via tutti i veli, e nel suo romanzo più recente, Brave New World, ricalcato sugli schemi del romanzo d’utopia, ma più vicino alla, stridula ironia di Swift che alla ingenua fede di Wells nel progresso umano, condanna, ma dipinge con minuziosa esattezza, la società futura che s'è buttata dietro le spalle tutto il passato ideale e storico, ha rinnegato Dio e le creature per assumere al cielo la macchina, e abitua gli uomini sin dai primi anni dell’esistenza ai « giochi erotici » più complicati.
Questo si dice per concludere come in realtà l’assegnazione del premio Nobel a John Galsworthy non significasse, nei confronti delle odierne tendenze della letteratura inglese, nulla di più del semplice riconoscimento d’un’onorata carriera e d’una operosa attività, chiuse ormai com’era chiusa e lontana l’epoca del loro splendore. Non che Galsworthy non avesse lettori e che la sua sensibilità fosse inaridita; ma egli era un sopravvissuto in un mare tempestoso che non bastavano a navigare i suoi legni diligentemente costruiti e rinsaldati, fatti per correre acque diverse. Tutte le volte che tentò d’impegnarsi (particolarmente in alcune commedie e in certe novelle del dopoguerra) su temi d’inquietudine e di strazio, su motivi di ribellione, tutte le volte ch'egli volle cogliere qualche carattere, del tempo che non era più suo, gli mancò la lena, non gli ressero le forze, la mano apparve stanca e lo spirito smarrito. Per ritrovare Galsworthy bisogna risalire alle soglie del secolo, ricondursi ai primi tomi della Saga dei Forsyte ed evocare quel clima. Il Galsworthy vero è lì; è il gentleman della razza radicata nella terra che ha fornito i quadri alla classe dirigente britannica da un secolo in qua. Naturalmente la sete di conoscere e il senso critico hanno preparato di buon’ora lo scrittore ad un’esperienza culturale di vasta portata, alle prese di contatto dirette col mondo, specie con la letteratura francese; quindi egli fu ben presto in grado di rinunciare al suo abito d’uomo di casta, di spogliarsi dei pregiudizi originari, e di studiare la società, alla quale apparteneva, dall’interno, con piena libertà d’esame, estendendo in seguito la sua critica ai vari aspetti del carattere inglese. Cercare l’uomo dietro il gentiluomo, the man behind the gentleman, è la sua formola: da essa muove Shelton, il protagonista del suo primo romanzo importante, The Island Pharisees, titolo significativo, per esplorare là società contemporanea. che si chiude gli occhi al fine di non vedere le realtà della vita e quelle del sentimento.
Tutta l’opera narrativa del Galsworthy (è per buona parte tradotta in italiano, in sedici o diciassette volumi curati da Gian Dauli ed editi da Corbaccio), è imperniata sulla rappresentazione della società borghese rurale e cittadina che, spiritualmente e intellettualmente in decadenza, si ostina a difendere le sue posizioni, opponendo la forza di resistenza della tradizione, alle nuove correnti della vita moderna, alla mentalità spregiudicata e ai diritti delle nuove generazioni; della tradizione non rispettata e coltivata con volontà di perfezionamento, ponte ideale tra il passato e l’avvenire, ma intesa col più gretto e statico conservatorismo.
Il realismo analitico del Galsworthy, che va dalla superficie al fondo degli individui, ha dato di questo mondo tipicamente britannico un panorama vasto e preciso, creando una galleria di figure che resteranno come simboli d’una società e d’un modo di pensare e di vivere, oggi finiti per sempre. L’ironia di Galsworthy vi scorge sotto più futilità e ignoranza che malafede, più egoismo che malvagità. La sua critica scende spesso in profondità, anche se la sua arte, pur rimanendo fedele ai postulati della scuola realistica, è lontana dalla concretezza d’un Maupassant e dalla esemplare chiarezza di un Daudet. Ma il Galsworthy ha apprestato al futuro più d’un documento umano di notevole valore, e la sua revisione del « tempus stultorum » non sarà tanto presto dimenticata.
L'ultima fotografia di John Galsworthy

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 01.02.33

Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “John Galsworthy: un grande scrittore è scomparso,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 17 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/911.