Opinioni: viaggi musicali (dettagli)
Titolo: Opinioni: viaggi musicali
Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)
Data: 1933-03-08
Identificatore: 1933_156
Testo:
OPINIONI
Viaggi musicali
J. G. Prod'homme, musicologo ben noto, ha pubblicato recentemente, nel testo originale accompagnato dalle diverse varianti che Berlioz gli fece in seguito subire, i Souvenirs de voyage del grande maestro romantico (Bibliotheque Historia - ed. Tallandier, Parigi) che contengono la parte più pittoresca degli scritti berlioziani. Perchè, oltre che musicista, egli fu anche scrittore e critico, e la bibliografìa della sua produzione giornalistica arriva quasi agli ottocento articoli.
Berlioz aveva già pubblicato nel « Voyage musical en Allemagne et en Italie » (1844), nelle « Soirées de l'orchestre» (1853), nei « Grotesques de la musique » (1859), ecc., una scelta delle sue cronache. Se utilizzò altre o le stesse nelle Memorie postume (1870). Il volume preparato ora dal Prod'homme riunisce le pagine relative ai viaggi berlioziani all'estero, dall’Italia e dall'Accademia di Francia a Roma, al primo viaggio in Russia. Se risulta un racconto autobiografico delle principali tappe del viaggiatore e musicista romantico: dopo Villa Medici lo vediamo percorrere a diverse riprese la Germania dove ritrova il suo amico « romano » Mendelssohn, Riccardo Wagner e l’incomparabile Franz Liszt; e poi l'Austria, l'Ungheria, la Boemia (dove incontra un arpista ambulante, soggetto d’una curiosa novella satirica). Dopo un capitolo sulla « Dannazione di Faust », viene il viaggio in Russia ove Berlioz si reca per rimettersi in sesto perchè l’esecuzione del suo capolavoro a Parigi l’ha rovinato. La patria, è noto, non gli fu mai amica: avversità e ostilità d'ogni genere s'accanirono contro il compositore: la riparazione definitiva cominciò soltanto nel 1870, un anno dopo la sua morte. Tardi, come sempre. I ricordi di viaggio ci rendono del Berlioz un ritratto alto di tono cosi spiritualmente come artisticamente. Notevole soprattutto la sua mano felice nella scelta degli aneddoti e nei giochi della fantasia che li sostengono. Si vedano in modo particolare i capitoli del viaggio in Germania. Ivi Berlioz non viaggiava solo, ma era accompagnato da quella deplorevole Maria Recio, mediocre cantante, di cui s’era innamorato e che bisognava far comparire nei concerti, imporre ai direttori, sostenere nella stampa a prezzo talvolta di crudeli offese alla propria dignità. Un giorno a Dresda gli mostrano delle partiture del vecchio musicista Hasse, autore d’opere nel Settecento, che aveva sposato la Faustina, una celebre cantante del tempo. Ed ecco Berlioz immaginare subito, per un naturale ritorno sulla propria situazione, un romanzo degli amori di Hasse e della Faustina: dispute coniugali, contrasti fra autore e cantante, in cui il maestro era lo schiavo e la ragione aveva sempre torto. « Ma forse — aggiunge Berlioz — non c’è stato nulla di tutto questo. Faustina ha potuto vivere da diva umanissima, da cantante modesta, da sposa virtuosa, da buona musicista, fedele a suo marito e fedele alle sue parti, recitando il rosario e rammendando le calze quando non aveva nulla da fare. Hasse scriveva, Faustina cantava, guadagnavano entrambi molto denaro che non dilapidavanó. Questo è successo e succede; e se vi sposate, è questo che vi auguro ». Bella, nel capitolo sull’Italia, la descrizione della traversata, da Marsiglia a Livorno.
Collezione: Diorama 08.03.33
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Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “Opinioni: viaggi musicali,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/966.