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Titolo: Sport e letteratura

Autore: Romolo Moizo

Data: 1933-03-29

Identificatore: 1933_187

Testo: Sport e letteratura
Caro Diorama, Leggo nella tua pagina uno sconsolato articolo di Gaspare Cataldo sui premi letterari sportivi. Vincitore di uno dei due premi del Concorso indetto l’anno scorso dalla Federazione del Calcio, e proprio con un romanzo mente affatto duemila, è più che naturale che io non condivida le idee del Cataldo sui criteri di scelta ai quali dovrebbero ispirarsi i giudici del Concorso. Per me l’anno scorso hanno giudicato benissimo: e, quanto a quest'anno, proprio mi spiace che non abbiano trovato tra tanti manoscritti quei due che cercavano. Neppure mi trovo d’ accordo con lui sulla questione del giulebbe e del lattemiele. La letteratura sportiva, se non erro, nasce appena adesso, e si capisce che non abbia ancora denti per i piatti forti: lasciamo dunque che intanto faccia le ossa colle pappe di semola. Vedremo tra cinquant’anni se non le convenga poi il pan duro e la carne di montone. Spazientirsi, così come fa il Cataldo, perchè i pochissimi che fanno del romanzo o della novellistica sportiva balbettano e piagnucolano, è come voler uccidere il neonato perchè non mette il robbone e impugna la scimitarra. E poi, diciamocelo in un orecchio, e davvero cosi semplice mettere insieme un passabile romanzo sportivo, e per di più a soggetto strettamente calcistico? A giudicare dai risultati di questo secondo concorso, parrebbe che no; e se gli scrittori arrivati, malgrado il premio cospicuo e il furore sportivo che gonfia i petti delle masse, nicchiano, ci deve essere pure una ragione. O l’ impresa non è facile, o...
O, e qui ci siamo, le auspicate nozze tra sport e letteratura sono e saranno sempre al più un povero matrimonio d’interesse, senza ardori nè entusiasmi. E sarà cosi, io penso, anche nel 2100. Nessuno crede a questi amori, e a giurare che ne possano venir fuori figlioli gagliardi siamo in troppo pochi. Parlo coll'avallo dell’esperienza personale. I miei amici letteratissimi, pochi in verità, l’anno scorso si sono congratulati del mio premio con un sorrisetto che mi ha gelato il sangue. Quelli sportivi, che sono meno ancora, mi hanno fatto capire chiaramente che un bel punto vale più di un romanzo laureato; e quanto a editori che me lo stampassero non a mie spese, neppur uno dopo sette mesi di ricerche. Nozze sterili dunque, caro Diorama. Resta, almeno fin che resterà, il premio della Federazione, che è notevole. Ed io mi propongo di ripresentarmi al terzo concorso con un altro romanzo, giulebbato o muscolare non importa.
Piacenza, marzo 1933.
Romolo Moizo

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 29.03.33

Citazione: Romolo Moizo, “Sport e letteratura,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/997.