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Titolo: Incanto della Gefàra, Attesa

Autore: Lino Venturini

Data: 1933-11-15

Identificatore: 1933_494

Testo: Incanto della Gefàra
Cammelli malinconici ritti nel cielo fiutano la sera sul ciglio delle dune.
Tra poco all' orizzonte, dai pozzi nascerà la luna nuova troppo presto sommersa in liquido mare di stelle.
La Gefàra distende dietro molli velluti di sabbia, sipari d’inermi colline fuse con nuvole basse.
Chi mai t’à ferita, chi mai il tuo mistero à violato?
Il tuo grembo sopporta lucente peso d'ardite rotaie; le tue torpide sabbie partoriscono verde di vite e d'ulivo.
Piccolo uomo, non senti quanto immenso è il tuo regno?
Garian, 5° Battaglione Libico, Ottobre XII.
Attesa

Le palme che recavano
offerta bruna di grappoli immensi nel sole ombre nere si allungano a raggiunger le stelle.
Il tuo sposo non è lontano.
Nella tenda, nascosta alla torpida carezza del vento del sud, più, azzurri disegni i tuoi occhi, più grandi per essergli bella.
Ansiosa ravviva la giovane flessuosità del tuo corpo, per la tua danza segreta.
Il tuo sposo non è lontano.
L’armonioso tinnire dei monili che t’imprigionano i polsi e il battito del tuo cuore somigliano il serrato galoppo del suo cavallo e il canto delle sonagliere.
Lino Venturini.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 15.11.33

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Citazione: Lino Venturini, “Incanto della Gefàra,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 19 settembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/1304.