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Titolo: Libri della settimana

Autore: non firmato (Lorenzo Gigli), Vellani Marchi

Data: 1934-03-07

Identificatore: 1934_139

Testo: Libri della settimana
Trincee
Nelle edizioni Sonzogno esce la sesta ristampa di Trincee di Carlo Salsa, un libro che da alcuni anni era scomparso dalla circolazione. Ha due lustri, e al suo primo apparire destò molte discussioni e polemiche, fu levato alle stelle e smontato, vi si riconobbe un documentario troppo verista della guerra e vi si rintracciò un filone di poesia umana che correva sotto la cronaca
nuda e feroce, Libro da brivido, disse qualcuno. Ma non si accorse che c’ era un' anima. Oggi che il libro torna tra il pubblico, a distanza di tempo dagli eventi grandiosi e tragici ai quali si ispira, possiamo rileggerlo con serenità maggiore, ponendo a profitto quella esperienza sulla letteratura di guerra che ci siamo formata a contatto di tutti i libri sensazionali buttati sul mercato del mondo, da Duhamel e Barbusse fino a Remarque, a Renn e a Céline, e distinguendo nel coro le voci autentiche da quelle rispondenti a schemi di maniera, le qualità dell'artista dalle doti del mestierante, la sensibilità e sincerità dell'uomo dalle preoccupazioni del polemista e del partigiano. Anche l’Italia ha una sua letteratura di guerra e va dal taccuino di Ardengo Soffici alla « Coda di Minosse» di Marpicati, a « Vent’anni » di Alvaro, ai libri di Sangiorgi e di Salsa, per dire soltanto dei primi che ci corrono sotto la penna.. S’è detto più volte quale sia la diversità di sentimento e di tono tra questa nostra letteratura bellica « quella di marca anglosassone, tra. la visione latina della guerra e quella, poniamo, germanica. Tale visione ha la sua inquadratura anche nel libro del Salsa, che egli si è sempre coraggiosamente rifiutato di addomesticare ad uso dei lettori delicati; e le ragioni della sua fedeltà all'assunto espone in una appendice a questa sesta edizione, che ci sembra, sin troppo polemica. In questo senso: che parecchi dei motivi di opposizione a Trincee, e in genere alla letteratura autentica di guerra, che il Salsa allinea nella sua appendice sono ormai superati nella coscienza dei lettori in genere, e in particolare dei lettori italiani ai quali la rivoluzione fascista ha restituito il senso storico e umano della guerra immunizzandoli contro tutti i generi di deformazioni, la letteraria e la verìstica, l'esaltatrice e la disfattistica. Ond'è che anche Trincee sarà oggi letto con maggiore serenità e valutato al suo giusto merito. E chiudendo le pagine sull’ultimo bellissimo capitolo, « Commemorazione », sarà debito di. giustizia riconoscere in Carlo Salsa una gentilezza tutta latina nella solidarietà dell'uomo e del trincerista verso i morti che la terra del Carso custodisce.
CARLO SALSA
TRINCEE
(Disegno di Vellani Marchi).
Saggi di Letteratura
I « Saggi di Letteratura » (ed. F. Le Monnier, Firenze - L. 25) nono editorialmente parlando l’opera più recente di Arturo Marpicati. Il grosso volume contiene il fiore de' suoi studi, il breviario del suo amore per la poesia e per la storia civile, coltivato anche nei momenti, e par miracolo, di più intensa passione e azione nazionale, nel periodo fiumano come in quello dell’attività politica, delle cariche romane, alla segreteria, del Partito e all’Accademia d’Italia, periodo che continua. Si direbbe che il Marpicati veda la letteratura in funzione del potenziamento e del progredire della vita della Nazione. Un poeta non lo interessa se non ha partecipato a questa vita, se la sua individualità storica non è riflessa nella sua arte, se il suo pensiero non è una chiave del carattere e delle aspirazioni del suo tempo. Nei Saggi il Foscolo domina. Quale italiano più appassionato di lui? Se lo accosta al Leopardi, con un movimento che può sembrare audace ed è testimonianza originale di alto sentire critico, si è per scoprire nel poeta d’Aspasia non soltanto l'influenza letteraria del poeta delle Grazie, ma anche la sua influenza spirituale ed umana, i punti morali di contatto tra due scrittori così diversi che diedero tanta luce di pensiero e di poesia all’alba del nostro Ottocento e confortarono gli italiani al loro imminente travaglio unitario. La rassegna dei poeti della Patria comincia col discorso commemorativo del bimillennario virgiliano, onorando nel cantore del pio Enea il custode di immagini eterne sulla funzione e sul destino di Roma nel mondo. Dante, il Petrarca, il Parini sono altre orme nella galleria del Marpicati, dove « ogni figura è un fatto »: di ognuno si mostra come sentì e operò per l’Italia, come la pensò, quale visione se ne compose per il futuro. Questa ricerca della voce della patria profonda, sicura, profetica, nella poesia è il fermento ideale che mantiene ai Saggi del Marpicati un carattere unitario e conferisce loro il carattere di capitoli di una storia letteraria in cui il nome di Virgilio si salda a quelli del Manzoni e del D’Annunzio. Al poeta di Alcione, alla cui fiamma si temprò la poesia del Marpicati come quella di tutta la sua generazione, e al quale egli fu poi accanto quando scrisse la sua più bella canzone di gesta sulla pietra del Carnaro, il Marpicati dedica molte pagine del suo libro, nelle quali il problema dell’arte dannunziana è posto con uno reverenza che non esclude il lucido senso critico, elementi d'una equità di giudizio che pochi oggi esercitano nei con fronti del D'Annunzio. Il Marpicati lo include nel coro delle grandi voci della Patria, e vi include anche il Pascoli che primo ascoltò l'appello della « grande proletaria » che si preparava alla guerra. Alla quale ci riconducono anche i Saggi del Marpicati come tutta la sua letteratura, testimonianza d'una fede confermata col sangue e cementata dalla memoria: di momenti uomini fatti luoghi inobliabili, coscienza di un contributo incalcolabile. Di che qualità esso fosse il Marpicati chiarisce nelle pagine dove fa, l’appello ideale dei suoi compagni morti in guerra, da Giosuè Borsi al fiumano Mario Angheten, purissimo spirito di fanciullo poeta. Di guisa che i Saggi sono un balcone dal quale s’abbraccia il panorama delle nostre lettere nella sua continuità; e le verità nazionali bandite da Dante, dal Petrarca e dal Foscolo sono raccolte e confermate dagli uomini della generazione letteraria che si sacrificò sul Carso e sul Piave. Le punte erudite, lo studio sui letterati della famiglia Rucellai, il saggio su Paolo Diacono, il profilo del Trissino sono anch’essi in funzione della particolare attitudine del Marpicati a cogliere dietro gli uomini e gli avvenimenti il colore del tempo, a pesarne l’influenza sul futuro.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 07.03.34

Citazione: non firmato (Lorenzo Gigli) e Vellani Marchi, “Libri della settimana,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 17 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/1504.