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Titolo: All'insegna delle Belle Lettere

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1931-09-09

Identificatore: 151

Testo: NOTIZIARIO

All’insegna delle Belle Lettere

* Attività degli scrittori: Giuseppe Bottai, Ministro delle Corporazioni, prepara per Vallecchi un libro, in cui apparirà viva e dominante la figura del Duce; Carlo Delcroix raccoglierà in volume le sue poesie; Ardengo Soffici attende a raccogliere il secondo volume dei suoi Ricordi di vita artistica e letteraria; Emilio Settimelli lavora ad una Vita di Garibaldi; Giovanni Gentile cura l’edizione Treves delle Opere complete di Tommaso Campanella; Domenico Giuliotti prepara una Vita di Jacopone e un volume di Pensieri di un malpensante; Raffaello Franchi ha finito il suo nuovo romanzo L’Equilibrista; Guido Manacorda sta traducendo il Faust di Goethe.

* Esce la quarta edizione postuma dello studio storico L’Imperatore Giuliano l’Apostata, di Gaetano Negri (ed. Hoepli), preceduto da un saggio di Michele Schermo sulla vita e sulle opere del Negri, che fu uno degli uomini più rappresentativi dell'ala moderata lombarda. In un discorso alla Camera dei Deputati, il 12 dicembre 1930, Benito Mussolini ricordò la figura del Negri con memorabili parole che costituiscono un giusto riconoscimento de’ suoi meriti di pensatore e di scrittore, misconosciuti per la tristezza dei tempi democratici, nei quali il Negri visse ed operò. « Gaetano Negri — disse il Duce — era uno spirito di primo ordine, ed un volume lo raccomanda alla posterità: Giuliano l’Apostata, uno dei libri più interessanti che si possano leggere. Si può forse definirlo il libro classico della materia, perchè è il libro nel quale Gaetano Negri, valendosi di un’erudizione fortissima, spiega, dimostra, prospetta la tragedia di questo ultimo Imperatore, che, circa quattro secoli dopo Cristo, credeva ancora di tornare al culto degli antichi Dèi della vecchia Grecia. E naturalmente, ad un certo punto, trafitto, dopo aver bruciato i vascelli, dal dubbio, più che dalle frecce nemiche, finiva col proclamare: Galileo hai vinto! ».

* Si è costituita in Genova una nuova impresa editoriale, che si propone di pubblicare libri di cultura ed opere significative di scrittori e studiosi delle nuove generazioni, italiani e stranieri. Essa porta il nome di un grande stampatore: il folignate Emiliano Degli Orfìni, che primo impresse, nel 1472, la Divina Commedia.

* Dopo il saggio dedicato a « Virgilio dolcissimo padre » esce un’altra opera postuma di Angelo Conti: San Francesco (ed. Vallecchi). La precede un saggio di Giovanni Papini, il quale rende eloquente omaggio alla figura morale del Conti « rimasto miracolosamente fanciullo fino ala morte, ma fanciullo saggio, d’una saggezza più che millenaria, quasi adamica ». Anche i rapporti tra il Conti e Gabriele d’Annunzio sono presentati sotto una luce di comprensione intelligente che fa giustizia della leggenda dell'« asceta sterile della bellezza », formula che per trent'anni pretese di definire la posizione di Angelo Conti nel movimento poetico e critico contemporaneo.

* Giuseppe Prezzolini ha curato una scelta delle « più belle pagine » del Guicciardini per la nota collezione Treves, diretta da Ugo Ojetti: nella prefazione il Prezzolini rivendica alla critica italiana il merito d’aver rimesso in onore figure di scrittori mal comprese o dimenticate e per conseguenza d’aver arricchito il patrimonio delle nostre lettere: lo si vede benissimo per Francesco Guicciardini, a cui favore operarono negli ultimi anni le scoperte negli archivi provinciali di documenti confermanti la veracità dello storico; anche la sua azione politica si chiarì e si spiegò, e il suo carattere, acquistando di complessità e di interiorità, mostrò certe profondità di riflessione e d’abbandono umano da renderlo molto più prossimo ai tempi nostri.

* Il romanzo I vivi e i morti, di Borgese, appare in francese (ed. Plon) col titolo La maison dans la piaine: traduttrice Yvonne Lenoir, che ha saputo rispettare la sensibilità italiana di questo libro crudele, le cui ultime pagine, che sembrano un vivente commento del Leopardi, sono di una elevazione degna della tragedia morale che vi si conclude. In una delle sue ultime cronache nelle Nouvelles Littéraires, Marcel Brin esamina diffusamente tre libri italiani: Il senso della letteratura italiana di G. A. Borgese, al quale riconosce il merito di mostrare, al di là del temporale e dell’accessorio, le grandi linee d’una volontà e d’un’estetica, di sottolineare la continuità e l’unità dei capolavori che attraverso i tempi costituiscono ciò che si chiama la letteratura italiana, di determinare quali sono al giorno d'oggi coloro che, fuori d’ogni moda e d'ogni influenza, rappresentano codesta tradizione, l’animano e la vivificano; il romanzo Giorgio Delgani di Guido Manacorda, studio dell’inattitudine della volontà a seguire gli impulsi dell’intelligenza; e i racconti La madonna dei filosofi di Carlo Emilio Gadda nei quali la vena umoristica e la vena lirica vanno bene assieme.

* Una raccolta di pagine scelte di scrittori italiani presentano anche le edizioni Paravia, ma con intenti specialmente scolastici: in ogni volumetto la scelta è infatti alternata con notìzie storiche ed analisi estetiche, secondo i recenti programmi. Tra i numeri recentemente usciti sono da notare la presentazione di Michelangelo Buonarroti e dei lirici minori del Cinquecento, egregiamente curata da Matteo Cerini; e la scelta delle pagine di Baldassarre Castiglione che Augusto Vicinelli ha inquadrato in analisi piene di finezze, soprattutto per quanto riguarda il « Cortegiano », considerato come espressione del tempo e come opera d’arte.

* Le collezioni Paravia per la gioventù e l’infanzia si arricchiscono di due buoni numeri: una serie di leggende naturali, Voci tra gli alberi, poeticamente rielaborate da Angelo Colombo; e un candido e divertente racconto inglese, Lo scambio delle figliole, di Dorothy Gerard, tradotto da Maria Ettingler Fano.

* Umiliati e offesi è uno dei romanzi della matura giovinezza di Dostoiewski: segue di dodici anni Povera gente e precede di sei Delitto e castigo. Con esso Dostoiewski ritorna tra i vivi, ma è un ritorno da forzato, e si tratta proprio di uomini forzati che trascinano la catena dell’umiliazione e dell’offesa. Il romanzo non è molto noto, anche perchè non frequentemente tradotto: esso ora compare in due volumi della Biblioteca Vallecchi, a cura di Giuseppe Donnini che ne dà una versione integrale e diretta. Nella medesima biblioteca Gilberti Beccari ristampa la sua bella traduzione del Fiore dei miei ricordi di Miguel de Unamuno, memorie della giovinezza e della gioventù contenenti, alcune fra le pagine migliori dell’illustre scrittore e filosofo spagnuolo

* Presentazione notevole di un giovane scrittore sono le dodici novelle che Enzo Grazzini raccoglie sotto il titolo Le Parallele (ed. Capello e Boati, Milano). Il temperamento del Grazzini si rivela soprattutto nella impostazione spregiudicata dell’argomento e nella novità degli sviluppi, rispettosi dell’essenziale ed insofferenti della decorazione. Stile sintetico, a scorci rapidi, che sciolgono i temi da ogni impedimento rettorico e movimentano anche quelli di carattere scarsamente originale.

* Ciò che le donne pensano delle donne è il titolo di un volume nel quale Marie Gasquet ha riunito le opinioni di una trentina di donne, in due secoli e mezzo, sulle loro simili. Non è sempre detto che le donne siano con se stesse e con le altre (soprattutto con le altre... ) molto indulgenti.

* Un'antologia di romanzieri e novellieri americani appare in francese nelle edizioni Charensol: si tratta di una dozzina di nomi rappresentativi, tra i quali, accanto a notissimi come Jack London, Mark Twain, O’ Henry, Dreiser, Hemingway, Dos Passos, Sinclair Lewis figurano scrittori come Gertrude Stein e Glenway Westatt non ancora conosciuti in Europa.

* L’ultimo progetto teatrale di Stendhal (il quale durante la sua giovinezza ebbe sempre progetti di drammi in cantiere) fu il piano di un lavoro su Torquato Tasso di cui si è trovato l’abbozzo alla fine dell’ultimo dei cinque grossi volumi rilegati in cui si conserva, nella biblioteca di Grenoble, la maggior parte dei manoscritti del romanzo Lucien Leuwen (pubblicato in questi ultimi tempi col titolo Le blanc et le noir). Stendhal era, sulla fine del 1834, tutto preso dalla composizione di codesto romanzo, quando improvvisamente l'abbandonò per passare, a guisa d'intermezzo, a un dramma il cui soggetto lo seduceva da tempo: la vita del Tasso. Ne preparò dunque il piano, pochi fogli, con lo schema dei primi due atti. Il dramma doveva offrire a Stendhal l’occasione di dipingere lo stato dell'Italia nel 1575 e di sviluppare un carattere che l'aveva sempre interessato, non meno che un intrigo amoroso la cui delicatezza si sarebbe giovata di personali ricordi.

* Le opere complete di Villiers de l’Isle Adam occupano undici volumi delle edizioni del Mercure de France, dei quali è uscito l’ultimo recentemente: comprende racconti, fantasie, polemiche, ricordi distribuiti in due raccolte precedenti, Propos d’auteur e Chez les passants (alcuni di codesti passanti si chiamano Shakespeare, Wagner e Flaubert). Completano il volume le « pagine postume » nelle quali figurano lettere a Baudelaire, Victor Hugo, Flaubert, Goncourt. Vi si legge la famosa frase « l’homme n’est que la pensée qu’il a », che potrebbe essere assunta come divisa di quel romantico hegeliano che fu il Villiers, successore di Chateaubriand e solo prosatore veramente wagneriano.

* L’esordio di Maurice Barrès nella vita politica è rievocato dalla Revue hebdomadaire. Fu nel 1888 che Barrès decise di presentarsi nella circoscrizione di Nancy come candidato boulangista; aveva appena ventisei anni ma aveva già scritto « Sous l’oeil des barbares ». Per la campagna elettorale aveva bisogno d'un segretario, e scelse uno scrittore, Paul Adam. Barrès non si gettava nella vita politica per un gioco da dilettante, ma per strapparsi alle torture d’uno spirito che interminabilmente s’analizzava, affondava nel nirvana metafisico. Lo ha notato egli stesso nei suoi « cahiers » che ora si vanno pubblicando: « Non so più chi mi salvò. Eppure sì, lo so: la politica. Perchè amo la politica? Anzi tutto le devo la vita ». Fu eletto al secondo scrutinio, e da allora non si separò più dall’azione.

* E’ morto a Nizza, dove s’era ritirato dopo la guerra, lo scrittore inglese Frank Harris, amico di Maupassant e biografo d’Oscar Wilde. Fu direttore della importante Saturday Review, che rivelò Shaw, Wells ed altri scrittori destinati al successo. Il libro dedicato al poeta di « De Profundis » (Vita e confessioni di Oscar Wilde) è la migliore biografia wildiana che si conosca: «Ho detto tutto senza timore — scrisse l’Harris — certo che un giorno le mie pagine saranno lette con lo spirito che si conviene, perchè Oscar Wilde è della razza degli immortali ».

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 09.09.31

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Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “All'insegna delle Belle Lettere,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 15 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/151.