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Titolo: Come morirono due poeti. La cetra e la croce nella Russia dei Soviet

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1931-09-16

Identificatore: 156

Testo: La cetra e la croce nella Russia dei Soviet

Come morirono due poeti

Varsavia, settembre

(c. ) Gli intellettuali russi hanno celebrato in questi giorni due date tragiche delia nuova letteratura: la morte del poeta della rivoluzione, del cantore delle schiere in marcia e delle bandiere al vento, Alessandro Block, che il giorno 8 settembre 1921 spezzava tragicamente la sua vita uccidendosi; e quella, avvenuta venti giorni più tardi, d’uno degli scrittori più geniali della nuova epoca, giustiziato in una cantina della Ceka: Nicola Gumiljev, fondatore di una nuova scuola letteraria e personalità indimenticabile della risorgente arte russa.

Vittime del bolscevismo ambedue, anche se il Block si tolse da sè la vita per non più vedere l’orrendo quadro di distruzione e annientamento che i nuovi padroni della Russia avevano voluto, e per non subire la spaventosa atmosfera spirituale creata dal caos bolscevico. I disagi, le sofferenze, le innumerevoli tribolazioni del popolo russo amareggiarono e resero intollerabile la vita del poeta delicato e sensibilissimo. Era stato maestro di Sergio Jessenin: morto suicida anche lui.

Alessandro Block si era sinceramente affezionato alla sua patria infelice e al suo popolo così duramente provato. Egli voleva penetrare nella profondità dell’anima russa per conoscerne la vera intima essenza. Inclinato, per natura e per temperamento di scrittore, al misticismo, viveva appartato conducendo un'esistenza commovente per la sua semplicità. Il suo stile, malgrado l’elevatezza delle espressioni simboliche, era mirabile per chiarezza e concisione: sicché anche il gran pubblico lo conosceva e lo amava.

Gumiljev invece era poco accessibile: non possedeva la singolare forza di attrazione di Block; e d'altronde non era portato al misticismo. Fondatore della scuola letteraria dell'akrneismo (dal greco akmes: vetta, sommità), Gumiljev fu il nemico dichiarato del simbolismo ch'egli definiva « pesante fardello degli scrittori russi d'ogni epoca ». Sostenne aspre battaglie contro la « Libera Accademia del verso » ch’ era una scuola rappresentata da Block, Brijusov, Baljmont, Mereskovski, Vjaceslav, Ivanoff, Anenski e altri. Gumiljev aveva seguaci fedeli come Gorodezki, Adamovich, Mendelstam e altri letterati di talento. A Pietrogrado. il mondo intellettuale seguiva con vivo interesse le varie fasi della contesa.

Nel turbine delle discussioni letterarie spuntavano sempre nuovi lavori (romanzi, novelle, drammi, articoli di critica), tutti nuovi e originali contributi alla già grande e robusta letteratura russa, perchè tutti questi scrittori erano già noti e molto ammirati. Ma ad un tratto scoppiò la rivoluzione, che sommerse ogni cosa nel sangue e nelle distruzioni della guerra civile Block morì da disperato, non avendo più la forza di vivere tra gli orrori della Rivoluzione: e Gumiljev venne soppresso perchè aveva dichiarato di non parteggiare per il bolscevismo. Tanto l'uno quanto l'altro furono, innegabilmente. figure di prim'ordine nella letteratura russa de! primo ventennio del secolo ventesimo.

Nel decimo anniversario della loro tragica morte taluni rievocano il triste destino che sembra accanirsi su tanta parte degli scrittori russi. Dostojewski — ricorda un giornale di qui — ebbe la fortuna di ottenere la grazia malgrado le atrocità di un regime reazionario: ebbe salva la vita e potè ancora lavorare e produrre capolavori che onorano l’arte del suo Paese Per Gumiljev invece non giunse la grazia. Il suo grande e libero intelletto non piaceva ai soci della Terza Internazionale!

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 16.09.31

Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “Come morirono due poeti. La cetra e la croce nella Russia dei Soviet,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 17 maggio 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/156.