All'insegna delle Belle Lettere (dettagli)
Titolo: All'insegna delle Belle Lettere
Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)
Data: 1931-09-16
Identificatore: 158
Testo:
NOTIZIARIO
All'insegna delle Belle Lettere
* I poemetti latini di soggetto virgiliano ed oraziano del Pascoli escono in una edizione rinnovata, nella fedele e bella versione di Adolfo Gandiglio, conoscitore profondo della lingua latina e più volte vincitore del concorso di poesia di Amsterdam: il Gandiglio, morto da poco, corona con quest’opera i lunghi e pazienti studi sul più grande dei neo-umanisti, del quale ci ha dato il testo critico nella edizione, pure rinnovata, dei Carmina pascoliani, che avanti la guerra ebbe per il primo a curare il padre Ermenegildo Pistelli.
* Una raccolta di saggi sull’evoluzione della cultura italiana dalla fine del secolo scorso ad oggi presenta Enzo Palmieri col titolo « Orizzonti » (ed. Campitelli): il primo saggio, sul Novecento, costituisce una sorta di panorama delle idee, degli stati d’animo collettivi e delle concezioni filosofiche ed estetiche che accompagnarono il processo della crisi a tutti nota e non ancora risolta.
* L’editore Vallecchi prepara l’edizione dell’Opera omnia di Giovanni Papini: una ventina di volumi, a cominciare da quelli del tempo della Voce quando i libri costavano poco eppure ci si lamentava anche allora della crisi del libro.
* Scrittore della vecchia guardia, che continua a rimanere sulla breccia e a dar segni d’una inesausta giovinezza è Corrado Ricci, il quale ogni anno offre ai suoi fedeli uno o due di quei volumi di varietà storiche ed artistiche che hanno reso il suo nome giustamente popolare anche fuori del campo erudito. Il volume di quest’anno s’intitola Figure e Fantasmi (ed. Hoepli) ed è composto secondo quella ricetta di cui il Ricci è maestro: sopra fatti, cose e persone egli raccoglie, con assoluto scrupolo di studioso, la storia: ma poi non trascura, quando appaia, l'elemento fantastico che, in sostanza, è l’elemento poetico: il che spiega la singolare fortuna dei suoi libri presso le persone colte, che pur nel turbinoso viver moderno hanno ancora una «vita interiore». Nel nuovo volume, il Ricci alterna pagine narrative e aneddotiche a descrizioni di luoghi, donde emergono grandi figure quali Dante, il Conestabile di Borbone, Giacomo Leopardi, Margherita di Savoia. Nè mancano figure d’artisti e paesaggi e monumenti, di cui è indagata la storia e l’aspetto nei loro caratteri essenziali, come il Lago di Nemi, Castel Sant’Angelo, il Montefeltro. Inoltre lo stesso Corrado Ricci in unione con Elisa Ricci, ha compilato un libro d’arte e di fede, intitolato Mille santi nell’arte, che è una specie di calendario nel quale sfilano, storicamente e iconograficamente, un esercito di beati. Un siffatto Libro dei Santi non esisteva ancora e non poteva nascere che dalla competenza di un grande storico dell’arte, unita alla paziente volontà di una gentile e colta collaboratrice che hanno affrontato da pari loro le difficoltà che presentava la raccolta sistematica di notizie e di settecento riproduzioni d’opere d’arte sparse ovunque, nelle quali pittori e scultori di alta fama riprodussero o diedero il volto agli eroi della religione e della virtù.
* André Thèrive, occupandosi della letteratura esotica, affermava recentemente che il genere esotico sarà presto o tardi rinnovato da scrittori indigeni, alcuni dei quali han già fatto le loro prove: esempio René Maran e il poeta Rabearivelo. E’ da osservare però che il negro Maran è piuttosto un indigeno francesizzato, in quanto che vive in Francia dalla più tenera infanzia e ha fatto i suoi studi nel liceo di Bordeaux: egli è dunque di formazione europea. Invece Rabearivelo, poeta di grandissimo talento, è un vero indigeno del Madagascar e non è mai uscito dalla sua isola: ammirato da alcuni cenacoli, ma quasi ignoto al pubblico, meriterebbe la celebrità.
* La Francia, che è stata la prima Nazione latina ad accogliere sulle scene i drammi di Ibsen, sta ora allestendo una nuova edizione delle opere complete di lui includendovi non solo le teatrali, ma anche tutte le poesie e le prose, a noi quasi affatto ignote, che P. G. La Chesnais viene pubblicando (ed. Plon) secondo i dettami del più rigoroso metodo critico. Annunciando la meritoria fatica del La Chesnais, Zino Zini illustra nella Cultura la figura morale ed artistica del primo Ibsen negli anni dal 1847 al ’64 in corrispondenza degli spostamenti di sede della sua inquieta giovinezza. Il saggio permette di seguire lo sviluppo della personalità ibseniana, il modo di vivere del poeta, le esperienze che lo hanno toccato da vicino, di vedere come si sia formato nell’aspro contatto con le persone e con le cose.
* Si gira un film che porta il titolo d uno dei più noti romanzi di Rudyard Kipling, dal quale appunto è ricavato: La luce che si spegne. Lo stesso Kipling sovrai ntende alla realizzazione cinematografica del suo lavoro; le scene che si svolgono nel deserto avranno per sfondo gli autentici paesaggi del Sudan.
* Thomas Hardy ha trovato un critico acuto in Arthur Mc Dowall, il quale consacra all'illustre romanziere del Wessex un « critical study » (ed. Faber, Londra) analizzante i diversi temi hardiani per concludere all’unità profonda e costruttiva della sua opera E’ noto che l’autore di Giuda l'oscuro ha sempre negato d’aver espresso ne’ suoi libri una filosofia. Malgrado ciò, il critico scopre e spiega la linea generale, la traccia unica che corre attraverso tutti i grandi romanzi di Hardy e che egli ricevette forse da una influenza inavvertita, quella della scienza del suo tempo. Ad onta del pessimismo fondamentale di tutti i suoi romanzi, Hardy non si fissò in una forinola, ma non cessò di evolversi e di trasformarsi così che il suo pessimismo corrisponde a un'esperienza umana completa, e la sua pietà per il dolore, la sua simpatia per le tragedie e le ironie della vita s'accrescono progressivamente nella sua opera. La quale è nota anche in Italia: ottime traduzioni di Tess dei d'Ubervllles e di Giuda l'oscuro ha pubblicato recentemente l'editore Stock di Roma; e saggi critici a Thomas Hardy hanno dedicato Lorenzo Gigli (Nuova Antologia), Federico Olivero e altri.
* L’umorista inglese G. K. Chesterton espone nel New York Times alcuni suoi punti di vista su Shaw. Secondo Chesterton, una parte del successo di Shaw è dovuto al fatto ch’egli non ha veramente nessun snobismo intellettuale, ma combatte con lealtà e in tutte le direzioni, e se non comprende tutto ciò che si cela dietro gli antichi misteri, non di meno non accetta le buffonate moderne soltanto perchè sono moderne. Tuttavia la sua filosofia opportunista ha un punto debole, e pretendendo d’essere pratica è completamente impraticabile: «Shaw ce lo provò — conclude Chesterton — nella sua controversia sulla guerra quando lodò i prussiani per aver stracciato i trattati come pezzi di carta; ma se egli si provasse a farlo con uno « chèque », un contratto d’affari, un biglietto di banca, scoprirebbe subito che la salute del mondo dipende dalla intangibilità... dei pezzi di carta».
* Massimo Gorki ha terminato di scrivere un lavoro di teatro, intitolato Yegor Bulycheff e altri; è la prima parte di un ciclo drammatico che comprenderà quattro lavori, i cui soggetti abbracciano il periodo della storia russa, che va dal 1916 ad oggi.
Collezione: Diorama 16.09.31
Etichette: Notiziario
Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “All'insegna delle Belle Lettere,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/158.