Letture: la vigilia e la carne (dettagli)
Titolo: Letture: la vigilia e la carne
Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)
Data: 1934-09-19
Identificatore: 1934_383
Testo:
Letture
La vigilia e la carne
È il titolo del quarto romanzo di Riccardo Marchi (ed. Ceschina, Milano 1934 - L. 12); il quale, distinto cinque anni fa da un premio letterario per un curioso racconto tra allucinato e veristico sul Circo equestre, ha poi continuato a battere seriamente la sua strada badando ai segni e caratteri del tempo e tentando interpretazioni della nuova civiltà. Non sempre la scelta e la mano del Marchi sono state felici: gli nuoce talvolta una certa maniera letteraria che fa della rappresentazione verista un'arma polemica ai fini d’una tesi implicita e magari prima sapientemente dissimulata; e, di conseguenza, uno squilibrio nell' architettura della narrazione dove si determinano, soprattutto nel tessuto psicologico, incrinature improvvise. Vi contro a questa « passività » generica, vale all’attivo del Marchi la sensibilità dei fenomeni individuali e collettivi connessi all'attualità politica e sociale e al clima spirituale dell'epoca, e il potere di rappresentarli con uno stacco che li trasferisce dalla cronaca sul piano dell'interpretazione artistica. Nel quadro si inserisce il dramma di un personaggio riassuntivo studiato e sviluppato con abilità; e se il punto di fusione tra i due temi principali non è sempre perfettamente raggiunto, è certo tuttavia che l'interesse della narrazione ha una continuità senza stanchezze. Quanto si è detto sin qui si può applicare allo schema del nuovo romanzo che nelle sue più che quattrocento pagine inquadra un’avventura morale in un orizzonte di vita contemporanea tagliato con bravura e carico di elettricità vera: non un fondale da palcoscenico, ma un pezzo di cielo corso da nubi vere e corrusco di lampi veri. Vero anche l’uomo, Luciano Addis, che porta sulle spalle il peso d’una esperienza alla quale, tornando dalla guerra, non era preparato. Qui la psicologia tocca il fondo del personaggio, e si può legittimamente riconoscere nel ritratto del protagonista una delle prove più solide e complete sin qui fornite dal Marchi. Il problema del risveglio della sensualità del reduce nel clima di disordine del dopoguerra è impostato con una padronanza della difficile materia e trattato con una dignità di cui va tenuto conto. Diremmo anzi che risiede proprio qui la ragione preminente dell’interesse del romanzo, la sua giustificazione, e quindi la sua nota originale. Al tema risveglio sensuale dell'individuo fa riscontro il tema delle agitazioni faziose, del disorientamento della massa, della crisi sociale. Anche qui la materia è dominata e disciplinata bene, fa corpo col racconto, gli presta le sue calde e colorite vibrazioni; è quella che risolve l’avventura personale e la liquida. Prosatore robusto e quasi mai eloquente, il Marchi traduce in chiari termini narrativi la moralità del racconto, e ha il buon gustò di lasciar intendere, senza proclamarla, la sua fede nelle forze sane e ricostruttrici della vita.
Riccardo Marchi.
Collezione: Diorama 19.09.34
Etichette: Fotografia, Letture, Riccardo Marchi
Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “Letture: la vigilia e la carne,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/1748.