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Titolo: Il libro del giorno

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1934-10-10

Identificatore: 1934_421

Testo: IL LIBRO DEL GIORNO
Paesaggio lombardo: Castel San Pietro, tra Como e Mendrisio, all’ombra protettrice del Generoso. Il più tranquillo paese del mondo: « per andarlo a scovare occorre spingersi qualche chilometro più in su di Como, oltrepassare anche la linea di frontiera italo-svizera... ». Questa cornice paesana dà Antonio Scanziani al suo romanzo
« Il chiuso amore »
che esce oggi nelle edizioni Ceschina. Lo Scanziani è un noto giornalista, corrispondente dall’Italia d’un’agenzia estera, molto conosciuto negli ambienti diplomatici e nel mondo ginevrino. Con tutto ciò, il suo romanzo non risente affatto degli ambienti che l’autore frequenta: niente Società delle Nazioni e profili più o meno illustri; ma un racconto piano e sereno, che si svolge tra la semplice gente del Canton Ticino, dove lo Scanziani è nato e cresciuto. Sì che sin dalle prime pagine si conoscono luoghi e persone che poi la lettura del romanzo renderà famigliari: il borgo di Castel San Pietro, la rustica casa di Croce, la signora Pina vedova del probo agricoltore Luis Ferrari, il proprietario Abelardo Brazzola detto Natalino. Il romanzo narra appunto la storia di costui. Rimasto orfano presto, una zia si prende cura della casa, e al momento in cui la storia si inizia le sue fatiche durano ormai da un bel pezzo. Natalino si dovrebbe sposare: la zia Antonietta continua a battere il tasto del matrimonio, ma Natalino non si decide. Intanto non dimentica rincontro capitatogli una mattina poco fuori di Mendrisio: una donna e una giovinetta. S’informa. Vivono ad Obino, la signora Maria e la figlia. Le rivede a Natale, alla Messa di mezzanotte. Si accompagna con loro. E il giorno dopo va da una sua vecchia nutrice in caccia di notizie: perchè le due donne vivono proprio in casa della nutrice, e sono due venete, e l’Agnesina è un fiore di grazia e la signora Maria non vede che per lei. Suo marito è morto cadendo da un ponte in costruzione sulla strada del Gottardo; ed ecco perchè le due donne sono capitate in terra ticinese, dopo anni di sofferenze nel lontano paese cadorino che la signora Maria aveva abbandonato per darsi al commercio girovago, tradizionale nelle alte valli venete. Natalino, un paio di mesi dopo, si sposa l’Agnesina, e la vecchia e silenziosa casa rinasce. Dopo il matrimonio, la signora Maria ritorna nel Veneto; e di là ogni tanto manda ai nipotini (ne son venuti due. maschio e femmina, in due anni) qualche ricordo di sè. I due nipoti, Annamaria e Giacinto, crescono bene. Quando il ragazzo ha passato gli esami ginnasiali, il padre lo manda a studiare nella Svizzera tedesca: a Basilea il ragazzo s'ammala, lo riportano indietro, muore dopo alcuni giorni, a diciott’anni.
Poi anche Annamaria se ne va dalla casa. Non può sopportare l’atmosfera greve dell’ambiente, la taciturna freddezza del padre, quel grigiore. Va a lavorare in una fabbrica d’orologi a La Chaux des Fonds. E la mamma non la vede più, perchè Agnesina muore all’ospedale, dove l'han portata per operarla d’urgenza. La notizia della morte della madre, Annamaria l’ha da una lettera della zia Antonietta. Disperata, scappa a Parigi dove un’ex-collega di fabbrica l’ha invitata ad andare. Qui entra a far parte del corpo di ballo di una Compagnia di riviste e assume il nome di Eveline d’Amore Annamaria Brazzola è scomparsa. A casa non se ne sa più nulla; ma Natalino non si scuote neanche per questo. Si commuove appena un poco il giorno che da Nizza arrivano dei fiori per la tomba di Agnesina e di Giacinto.
Intanto la Compagnia viene in Italia; e a Roma Annamaria ha un grande successo personale e i giornali pubblicano il ritratto in costume settecentesco che un pittore italiano le ha fatto a Parigi. La Compagnia passa da Roma a Firenze a Venezia a Verona. Qui Annamaria conosce il figlio di un ricco viticultore, Sandro Boni, e lo sposa. Naturalmente tutto finisce nel migliore dei modi: riconciliazione col padre, auspice un nipotino che porta il suo nome; è una riconciliazione un po’ tardiva, ma fa tanto bene al cuore di tutti, a quello della vecchia zia Antonietta e a quello del caparbio Natalino che finalmente un poco si spietra e lascia venir fuori un filo di quell’affetto di cui non gli manca la capacità ma che ha sempre tenuto chiuso dentro a doppia chiave come un segreto.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 10.10.34

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Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “Il libro del giorno,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/1786.