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Titolo: Il libro del giorno

Autore: Non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1934-10-24

Identificatore: 1934_444

Testo: IL LIBRO DEL GIORNO
Il mondo di Francesco Chiesa, trent’anni fa: la pensione Trampoli della quale i lettori della Gazzetta del Popolo conoscono vita e miracoli attraverso le saporite pagine di ricordi tra realistici e fantastici che il Chiesa ha scritto per la terza pagina del giornale. Queste prose vengono ora a presentarsi tutte insieme in un volume di 250 pagine, « Scoperte nel mio mondo »
che esce presso Mondadori. Abbiamo la cronistoria della « celebre pensione » dove Francesco Chiesa fece tanta esperienza di vita, d’uomini e di cose. Era allora, lo scrittore, un povero ragazzo, venuto in città a proseguire gli studi liceali. Si trovò in quella casa con altri quattro studenti che lo soprannominarono per via della sua scontrosa diffidenza « il Saladino » ricordando il verso di Dante: « Solo in disparte stava il Saladino ». La prima lezione gliela danno a tavola portandogli via sotto il naso la mela più grossa. «Eh! chi non sa decidersi... ». Non par vero al signor Dimidio Trampoli di cogliere l’occasione per narrare una sua avventura di giovinezza e di cavarne una sua onesta filosofia; perchè il signor Dimidio è a suo modo un filosofo ottimista e non lesina i bonari insegnamenti ai giovinotti che stanno a pensione da lui e dalla brava signora Tullia, sua legittima consorte. Tra le sentenze non tutte peregrine che escono dalla bocca del signor Dimidio ce n’è anche una che afferma l’opportunità di qualche piccolo male ogni tanto nella vita d’un uomo. « Io vi dico, ragazzi miei, che se quel signor Tale non avesse tradito la mia fiducia, avrei risparmiato, sì, cinquecento lire, ma non sarei diventato l’uomo prudente che sono». Oppure: « Se a quel mio libercolo giovanile non avessero fatto un’accoglienza così crudele, Dio sa in che precipizi sarei andato a finire». Oppure: «Uno schiaffo? Non è cosa che possa far piacere lì per lì. Ma, in certi casi, non c’è di meglio per risvegliare un uomo, per raddrizzargli la testa... ». E così via.
Si capisce che, veduto sotto questo angolo di buon senso, il mondo non è così brutto come si dipinge. Il nostro futuro scrittore infatti comincia a prendere contatto con esso mettendo un poco da parte la primitiva timidezza, finchè, un bel giorno, si fa audace, compie una monelleria d’un certo peso, insomma rompe il guscio e decide di non aver più paura di nulla e soggezione di nessuno. Ma c’è ancora qualche cosa, che gli sembra trama di favola: come si possa esser stata, per esempio, la più bella donna del mondo ed essere la signora Corilla (la quale è una magra e tentennante dama attempata che viene di tanto in tanto nella pensione e che da giovane, dicono, è stata bellissima); ma qui la filosofia diventa difficile e concludere che « la vita è piena di curiose possibilità » par troppo semplice. Ci sono, del resto, altre cose in giro che il ragazzo non capisce: mettiamo, che un signore d’ottant’anni, ricco, libero da passioni, possa togliersi la vita. Forse desiderava la morte. No, invece: odiava la morte, e proprio per questo ha voluto andarsene. Qui la spiegazione che il ragazzo ne ha si tinge di dramma: ed è una scossa alla sua coscienza e al suo sentimento. Capirà più tardi. Ma adesso ha intuito che, filosofìa ottimistica del signor Dimidio a parte, nel mondo la legge della sofferenza ha il suo posto, e lo sa tenere. Così gli aforismi dimidiani sulla vita che non è poi tanto cattiva e c’è rimedio a tutto, non gli fan più l’effetto dei primi giorni. Avventura per avventura, vien fuori dalla crisalide del ragazzo di villaggio un uomo. Ora è in grado di capire quanto disperato bisogno d’affetto si celi nel cuore del povero professor Sassi piantato dalla moglie come un cane (personaggio pirandelliano), che anche nel giorno della disgrazia viene nell’aula per far lezione, ma non può, e di colpo s’abbatte sulla cattedra e si nasconde la faccia tra le mani: « Noi, come ubbidendo a un comando, ci levammo tutti in piedi. Egli si asciugò gli occhi e uscì». Mettiamo l’episodio del professore accanto all’episodio dello studente Palazzolo che e tra i più carichi d’umanità di questo singolare libro di ricordi tirati fuori dallo scrigno delle memorie con un fare quasi distaccato. Ma il pianto amoroso dell ultima pagina è il corollario dell’esperienza compiuta e della sensibilità ormai destata e vigile sul fiume della vita.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 24.10.34

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Citazione: Non firmato (Lorenzo Gigli), “Il libro del giorno,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/1809.