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Titolo: Interessi degli scrittori

Autore: Achille Campanile

Data: 1935-01-02

Identificatore: 1935_40

Testo: Interessi degli scrittori
Biblioteche circolanti
Bisognerebbe istituire un diritto d'autore per la lettura dei libri nelle biblioteche circolanti. Ora che qualsiasi esecuzione musicale, che non abbia carattere strettamente privato, va giustamente soggetta al pagamento dei diritti d'autore, non si capisce perchè nessun diritto d'autore venga imposto per la lettura dei libri presi in prestito presso le biblioteche circolanti. La copia d'un libro acquistata da una biblioteca circolante cessa di essere redditizia per l’Autore, ma continua a esserlo per la biblioteca stessa. Di più: questa copia danneggia la vendita delle altre copie del medesimo libro, in quanto che chi può averla in lettura pagando pochi soldi non penserà mai di comperarla. Se interrogate in proposito i proprietari o i direttori delle biblioteche circolanti, essi vi risponderanno niente di meno che queste biblioteche favoriscono il commercio librario, in quanto che quelli a cui il libro è piaciuto poi lo comperano.
Bugia. Non lo comperano affatto. Già è piuttosto raro che la gente comperi libri, figuriamoci se va a comperare i libri che ha già letto! La verità è che, al contrario, molti che comprerebbero un libro non lo fanno se sanno che possono averlo in prestito alla biblioteca circolante presso la quale si sono abbonati con poche lire.
Si potrebbe stabilire o un diritto d'autore con una somma una volta tanto per i libri acquistati dalle biblioteche circolanti, o una percentuale, sia pure modesta, per ogni volta che un libro è dato in lettura. L’esazione di questo diritto potrebbe essere fatta dalla Società degli Autori, che, presumibilmente, non domanda di meglio, e il controllo non sarebbe difficile, esercitandosi con l'esame dei registri della biblioteca. Naturalmente, tali registri dovrebbero esser sempre precisi e al corrente, in quanto che il loro esame potrebbe venire integrato da un momento all'altro con una ispezione agli scaffali.
Anche ammettendo che un libro sia letto in media da cento abbonati della biblioteca e che si corrispondano dieci centesimi per ogni volta che va in lettura, sarebbero dieci lire. Supponiamo che in Italia ci sieno un migliaio di biblioteche circolanti — ma ce ne saranno anche di più —; calcoliamo pure che non tutte darebbero un eguale gettito, e che molte darebbero profitti assai minori; in ogni caso si tratterebbe sempre di varie migliaia di lire di diritti d'autore. Diritti sacrosanti, se si pensa che sono altrettante migliaia di copie vendute in meno.
Pubblicità, radio, giornali
Finora la Radio si fa pagare per la pubblicità ai libri nuovi. La quale pubblicità, però, essendo, appunto per questa ragione, scarsissima, non rappresenta un notevole vantaggio nè per la Radio nè per i libri.
Ora, la Radio fa una pubblicità enorme, per esempio, agli spettacoli sportivi, sotto i quali c’è pur sempre un interesse economico: dà i resoconti e gli annunzi di essi, dedica molte conversazioni, conferenze e commenti ai fatti dello sport.
Per quale ragione l’attività degli scrittori non deve avvantaggiarsi di questo stesso appoggio pubblicitario? Eppure non è, dal punto di vista morale, un'attività inferiore a quella dello sport. Direte: c'è sotto l’interesse degli autori e degli editori. Ma anche nello sport c'è sotto l'interesse economico degli atleti e degli organizzatori. L'unica differenza è che per lo sport si tratta di centinaia di migliaia di lire e, per i libri, di somme più modeste. Perchè parlarne solo « a pagamento »? Forse che l'attività letteraria e libraria è un’attività da pescicani?
Si può dire: perchè lo sport interessa un grandissimo pubblico, mentre la lettura no.
Anzitutto, è falso: il pubblico che legge è infinitamente più numeroso di quello che va alle partite di calcio. Quasi tutti leggono, dai primi anni d'età fino alla vecchiaia, fin che gli occhi resistono. Molti leggeranno le cose più strane, ma leggono. E, poi, credete che lo sport interesserebbe tanto se nessuno ne parlasse come non si parla, generalmente, dei libri? Provate a dedicare all'attività intellettuale le relazioni che la Radio riserva agli spettacoli sportivi o le pagine che i giornali dedicano agli sport, e vedrete se interessano o no.
I giornali. Li aspettavamo al varco. Anch'essi dovrebbero occuparsi tutti i giorni e largamente dei libri che si stampano, del lavoro e dell'attività degli scrittori, così come si occupano dello sport, del cinematografo, del teatro e persino dei delinquenti. E ciò non soltanto nell'interesse degli scrittori, come parrebbe a un osservatore grossolano, di fronte al quale interesse i giornali, come la radio, potrebbero anche dire: « ce ne infischiamo »; ma anche nell’interesse proprio, in quanto che, occupandosi largamente dell'attività letteraria, essi farebbero nascere intorno ad essa l’attenzione del pubblico, venendo così a creare un nuovo settore d'interesse da sfruttare; e, finalmente, nell’interesse della nazione. La nazione ha una vita intellettuale — oltre che una vita fisica —, la quale si svolge giorno per giorno e va seguita, messa in evidenza, stimolata, se è necessario, e sviluppata.
Restando in un campo strettamente
propagandistico, obbietterete che gli atleti o i divi del cinema hanno degli agenti di pubblicità che creano, inventano o sfruttano episodi perchè i giornali parlino sempre dei loro clienti. È vero. Ricordo che parecchio tempo fa tutti i giornali pubblicarono la notizia che Carnera aveva sollevato un'automobile e salvato dei feriti. Sarà stato vero, sarà stato falso, ciò non ha importanza. L'essenziale è che l'episodio ha servito all'agente di Carnera come uno dei tanti mezzi per far parlare del pugilista Ma non pretenderete che uno scrittore, un uomo di studio, di pensiero, di tavolino, si riduca a sollevare automobili perchè i giornali ricordino che esiste. Nel passato, gli scrittori, per ottenere che i giornali si occupassero di loro, dovevano fare scandali, avere molti debili, abbandonare clamorosamente delle amanti.
Oggi che, grazie al cielo, gli scandali interessano poco e gli usurai sono al confino, come faranno a far parlare di sè non dico molto, ma quel poco a cui hanno diritto nel quadro delle attività nazionali; quel poco che basti a creare intorno ad essi un certo interesse, una certa curiosità, e, quindi, a dar loro qualche mezzo di sussistenza? Nella migliore delle ipotesi, quando pubblicano un nuovo libro, frutto — spesso — di anni di fatiche, un paio di giornali ne fanno una recensione più o meno evidente, più o meno serena. E, poi, silenzio di tomba. Chi non ha letto quelle due o tre — o mettiamo pure sette o otto — recensioni non sa nemmeno che è uscito il libro. Le quali scarse recensioni costano in generale ad autore e editore ben due o trecento copie regalate. Chè tante sono le copie di un libro destinate ai giornali. L'editore le manda secondo un elenco accuratamente compilato, l'autore se le vede detratte dal suo conto, ma il più delle volte non ne sa più niente. Anche i teatri dànno dei posti gratis ai giornali, ma i giornali se ne occupano largamente. Idem per i cinematografi. Invece per i libri il cosiddetto omaggio « per recensione » viene considerato il più delle volte come un grazioso regalo. Se il libro non è interessante, viene abbandonato fra i quintali di carta che i giornali mandano ogni giorno al macero; se è interessante, chi riesce ad acciuffarlo per primo — nel caso che l'accaparramento, come spesso avviene, non sia rigorosamente organizzato a beneficio esclusivo della famiglia del direttore o del redattore letterario — se lo porta a casa e ne arricchisce la propria bibliotechina. In questo caso, egli si guarda bene dal dire che è arrivato il libro, per tema che altri lo reclami; e quindi l'omaggio che, dopo studi, riflessioni e discussioni, autore ed editóre avevano destinato a quel tale giornale, diventa un regalo per un misterioso personaggio e il giornale stesso non ne sa niente.
Che la copia mandata a un giornale venga realmente usata per una recensione è caso rarissimo.
Non sarebbe opportuno che il giornale, quando non intende recensire un libro, lo tenesse a disposizione dell'editore, che potrebbe ritirarlo?
Sarebbero, a dir poco, duecento copie risparmiate. (A dieci lire l'una, duemila lire).
Achille Campanile.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 02.01.35

Citazione: Achille Campanile, “Interessi degli scrittori,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 21 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/1949.