Letture: "La Metamorfosi" di Kafka; Flaubert e Andrea Chénier (dettagli)
Titolo: Letture: "La Metamorfosi" di Kafka; Flaubert e Andrea Chénier
Autore: non firmato (Lorenzo Gigli)
Data: 1935-02-06
Identificatore: 1935_97
Testo:
Letture
« La metamorfosi » di Kafka
Franz Kafka, benché nato e cresciuto a Praga, benché mezzo slavo e mezzo ebreo, appartiene alla letteratura tedesca. Morì nel 1924 in un sanatorio di Vienna, e benché avesse espresso la volontà che tutti i suoi scritti venissero bruciati, il suo più fedele amico, scrittore di fama anche lui, Max Brod, salvò dalle fiamme l'opera del Kafka, che è quella d’un artista d'eccezione. Da noi si conosce di Franz Kafka il romanzo Il processo, il suo capolavoro, apparso un anno fa nella collana straniera dell'editore Frassinelli di Torino. E adesso un altro strano racconto. La metamorfosi, egregiamente tradotto da Rodolfo Paoli, vede la luce nelle edizioni del Vallecchi di Firenze (L.7) il quale racconto, per i suoi caratteri, l’impostazione e lo svolgimento, può benissimo servire da introduzione all’opera maggiore del Kafka, tanto bene lo rappresenta in quelli che sono i suoi orientamenti. Racconto tipico. Vi si narra l'avventura a'un uomo, il viaggiatore di commercio Gregor Samsa, che svegliandosi una mattina da sogni agitati si trova trasformato, nel Suo letto, in un enorme insetto. Accettato per vero questo postulato assurdo, che vien messo innanzi sin dalle prime righe del racconto come se fosse una cosa naturalissima, tutto il resto fila con una logica inflessibile, si snoda come un racconto, per così dire, tradizionale. La forza e originalità del Kafka non consistono nella scelta di spunti fuor del comune, antitetici alla normalità, ma nel modo di presentarli, anzi di imporli, e poi di svolgerli rigorosamente facendoli a poco a poco discendere dal cielo della favola irreale e allucinata sulla terra dove acquistano una certa umanità che finisce per prendere il lettore.
È innegabile che nell’insetto immondo della Metamorfosi noi riconosciamo in ogni momento l'anima e la sensibilità del povero Gregor Samsa, e l'accompagniamo alla tragica conclusione con un senso pieno di pietà completamente dimentichi della inverosimile fantasia iniziale. E questa, comunque si giudichi la premessa, è arte. Che poi, nel corso del racconto, il Kafka si muova con la maggiore scioltezza e verosimiglianza è quasi superfluo avvertire. Questo scrittore magico diventa un realista della più bell'acqua; e bisogna vedere con quale acutezza osserva l’ambiente piccolo-borghese della famiglia Samsa, e con quanta cura coglie tutti i particolari di quell’esistenza mediocre. Ma è nelle ultime pagine che il racconto si solleva liricamente e trova la sua più bella e completa espressione, allorquando la sorella e i genitori di Gregor, essendo l’insetto ormai morto e avendolo la serva fatto sparire, si preparano a rifare la loro vita, e usciti dallo stato pauroso di incubo in cui li ha tenuti per tanto tempo la loro posizione anormale, affrontano di nuovo il sole, la natura, gli uomini. I due vecchi vedono ora con occhi nuovi, si accorgono per la prima volta che la figlia è diventata una bella e florida ragazza. « E fu per loro come una conferma ai nuovi sogni e alle loro buone speranze, quando alla fine del viaggio la figlia si levò per prima in piedi, stirando il suo giovane corpo ».
Flaubert e Andrea Chénier
L’accostamento di questi due nomi è puramente accidentate. Vanno insieme sul frontespizio d’un volume di Vittorio Lugli intitolato Due francesi (ed. Le Mounier - L. 9, 50) e contenente un gruppo di saggi sull’autore della « Bovary » e sui poeta ghigliottinato. Alla ristampa d'un « profilo » flaubertiano il Lugli fa seguire un saggio sull'influenza del « Don Chisciotte » sulla formazione e lo sviluppo dell'arte del Flaubert e indaga le affinità di Madame Bovary e del capolavoro cervantesiano. In un altro saggio il Lugli illustra L’éducation sentimentale come il più goethiano dei libri del Flaubert e discute l’influenza del Meister, spinta ad esprimere in un personaggio, in una finzione di romanzo, le idee flaubertiane sull'arte, « quasi il fermento che suscita, districa il pensiero, lo dichiara a se stesso, lo porta maturo e consapevole a cercare la sua forma ». Quanto ad Andrea -Chénier, il Lugli gli restituisce il suo vero volto rivedendo il giudizio romantico sul poeta: egli è la poesia che risorge, dopo un secolo, nella terra di Ronsard e di Racine. « Rinasce un uomo vero, figlio anch'egli del secolo, ma con una intensità d'anima e un senso della bellezza che è di lui solo ». Il Lugli dimostra come diverse e illusorie siano le ragioni per cui l’Ottocento poetico francese si mise come sotto la guida del Chénier. ma conclude ch'egli non era indegno di codesto onore.
Collezione: Diorama 06.02.35
Etichette: Letture
Citazione: non firmato (Lorenzo Gigli), “Letture: "La Metamorfosi" di Kafka; Flaubert e Andrea Chénier,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 15 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/2006.