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Titolo: Bagutta Anno XIII

Autore: non firmato (Lorenzo Gigli)

Data: 1935-02-13

Identificatore: 1935_110

Testo: Bagutta - Anno XIII
Che è successo del Premio Bagutta, che secondo lo statuto scritto su carta da salumiere ed appeso ad una parete della celebre osteria deve assegnarsi tutti gli anni il 14 gennaio, « qualunque sia il numero dei giudici presenti »? Sappiamo che qualcuno gli ha cantato il «Miserere» e il «Requiescat in pace»; e qualcuno ha telegrafato, spaurito, al signor Pèpori, padrone dell’osteria, chiedendo se davvero il più antico e il più originale premio letterario italiano aveva tirato le cuoia. Il signor Pèpori nemmeno ha risposto, per punire quella gente di poca fede. Il Premio Bagutta non si è dato il 14 gennaio perchè i giudici presenti a Milano quel giorno non erano undici, o signori, e nemmeno dieci, e nemmeno otto, e nemmeno sei, e nemmeno quattro, e chi dicesse due esagererebbe un poco. Ecco che cosa significa aver scelto per giudici quei baguttiani che si trovarono per caso una sera di pioggia a prolungare attorno al fiasco la cena e le conversazioni; proprio sui più vagabondi è caduta la scelta, sui più instabili, su quelli che ogni tanto salutano gli amici dicendo: — Vado un momento al Polo, o all’Equatore.
Quest’anno il « rompete le righe » è stato assoluto. Due giudici si trovavano, e si trovano tuttora, in Africa che traversano sia pure in vettura letto, sia pure a rapidissime tappe, ma sono ancora, lontani, pur presenti col pensiero. Ogni tanto ne giunge un dispaccio a Bagutta: « Leggete il tal libro, che ne dite? »; segno che ci pensano sempre, pur tra i leoni e i sicomori. Un altro giudice era di quei giorni a Parigi in quel suo studio di pittore, che alterna con quello di Milano; ed un altro in tedescheria, ed un quinto dirigeva concerti chissà dove, ed un sesto era prigioniero dei ghiacci ed un settimo dei fanghi ed un ottavo era in Lettonia a leggere l’italiano a quegli Iperborei ed un nono nelle nuvole.
Ma infine tutti si torna, e ai primi di marzo si avranno le prime riunioni dei giudici, e prima della fine del mese il premio sarà assegnato con l’antico fasto.
Quanto ai « papabili » non è lecita finora nessuna previsione. Il campo di scelta è chiuso da un pezzo, tutti i libri usciti nel 1934 e degni d’essere presi in considerazione sono stati esaminati e vagliati, ogni giùdice ha già certo in pectore il suo candidato, ma finora nulla ne è trapelato. Una pitonessa è venuta l’altro giorno in Bagutta, ha letto nella mano ad un commensale che il premio lo vincerà lui. Ma il commensale era un poeta; e Bagutta — occorre ripeterlo? — alle donne e ai poeti perdona, ma non dà il premio.

File: PDF, TESTO

Collezione: Diorama 13.02.35

Citazione: non firmato (Lorenzo Gigli), “Bagutta Anno XIII,” Diorama Letterario, ultimo accesso il 15 novembre 2024, https://dioramagdp.unito.it/items/show/2019.